L'ex sindaco Silvano Calugi contro la Giunta Barnini: apericena, rinfreschi e foto, vedo decadenza e miseria culturale

Silvano Calugi quando era sindaco di Empoli

Di post su Facebook se ne leggono a migliaia, ma a seconda di chi li scrive possono assumere o meno la rilevanza della notizia. E' il caso di quanto scritto sulla nuova Giunta Barnini da uno che su quella poltrona l'ha preceduta, vale a dire Silvano Calugi che, dopo una legislatura da assessore, guidò Empoli sotto le insegne del Pci. E' vero che Brenda, quando lui fu eletto sindaco nel 1980 non era nemmeno nata (è del 1981, buon per lei), ma quanto l'ex primo cittadino scrive sul suo profilo Facebook chiama in causa direttamente la nuova inquilina di via Giuseppe del Papa e la sua squadra fresca di nomina. E non sono parole al miele.

<Io vedo decadenza nel fatto che gli amministratori pubblici siano così votati a presenziare ad apericena, cene, rinfreschi, inaugurazioni, manifestazioni sempre con foto del consueto bel sorriso, immediatamente rese pubbliche; e anche nel fatto che il sostegno e/o il patrocinio della ammnistrazione comunale sia sempre più spesso concesso a prescindere. Un segnale di incredibile povertà culturale, mi sembra, questo smarrimento della capacità di discernere quello che vale o può valere come crescita collettiva del livello di cultura, come inserimento di nuovi standard qualitativi nel tessuto della città, da ciò che ha, al massimo, solo un valore di socialità>.

<Al pubblico - prosegue Calugi - prima di ogni altra cosa compete il lavoro strutturale che facilita l'organizzarsi e il dispiegarsi della cultura e delle attività sportive e sociali, la promozione di parametri di riferimento capaci di generare idee, studio, crescita collettiva, lo sforzo per capire come stare nel dibattito nazionale in modo attivo e collegare la nostra gente alla riflessione politica, sociale e culturale dell'Italia e del mondo. Mi pare che prevalgano aspetti secondari, più "facili" e visibili sulla fatica e la difficoltà del lavoro profondo, duraturo e di qualità. Tutto questo presenziare ovunque per il tempo di una foto sorridente mi sembra proprio una miseria culturale, funzionale alla sola promozione personale>.

Parole pesanti, scritte da chi ha vissuto in un altro momento storico nel quale la politica seguiva altri schemi, si faceva in altro modo, vedeva i partiti molto più legati ad ideologie ora molto sfumate e, soprattutto, un momento nel quale non esistevano i social network e men che meno gli uffici stampa del Comune strutturati e pronti come lo sono ora. Ma parole che, visto chi le ha scritte, fanno rumore a Empoli. Il nostro compito è riportarle, ognuno faccia poi le sue valutazioni.

Marco Mainardi

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