La Misericordia di Empoli da Papa Francesco: Vi incoraggio a portare avanti con gioia la vostra azione

Partenza alle 4.30 del mattino, 8 ore di pullman in tutto, 15 totali fuori da casa, tre ore sotto al sole cocente della piazza: il tutto per Lui, Papa Francesco. All'incontro con le Misericordia e i gruppi Fratres di tutta Italia, fra i 50mila della piazza più famosa del mondo, non poteva mancare la Misericordia di Empoli. Partiti in circa 140, con alla testa il Governatore Pier Luigi Ciari e il coordinatore Fabrizio Sestini, i confratelli di via Cavour hanno vissuto una giornata intensa ed unica, incontrando il Santo Padre e facendolo con la divisa di servizio, quella che quando si indossa provoca sempre un'emozione particolare. Per chi prova ancora qualcosa nel leggere la scritta apposta sul kit realizzato per l'occasione (770 anni di sconfinata carità), per chi si emoziona ancora nel sentire le frasi del Vangelo dalle quali questa storia straordinaria è nata, la giornata resterà come un momento bellissimo e servirà a mettere ancor più entusiasmo e dedizione nelle opere a servizio del fratelli bisognoso.
Il tutto grazie a Lui, Papa Francesco, questo straordinario personaggio che con parole semplici riesce a trasmettere concetti meravigliosi. Entrato in piazza a bordo della Papamobile mentre si intonavano canti, dopo un lungo giro fra i fratelli si è seduto al suo posto ed ha ascoltato gli interventi del presidente nazionale Roberto Trucchi, del presidente Fratres Luigi Cardini e del Cardinal Betori, capo guardia della Misericordia fiorentina, la più antica d'Italia. E sono subito brividi quando Trucchi, alla fine del suo intervento, saluta il Papa con la frase che spiega il tutto: "Francesco, che Dio te ne renda merito".
"Imitiamo Gesù - ha poi detto il Papa - lui va per le strade e non ha pianificato né i poveri, né i malati, né gli invalidi che incrocia lungo il cammino, ma con il primo che incontra si ferma, diventando presenza
che soccorre, segno della vicinanza di Dio che è bontà, provvidenza e amore. Le nostre parole, i nostri gesti, i nostri atteggiamenti esprimano sempre la solidarietà, la volontà di non rimanere estranei al dolore degli altri". Poi, con uno dei suoi consueti fuori programma, ha aggiunto sorridendo: "A chi parla del dolore altrui chiedo: ma te cosa fai per chi soffre? Niente, parlo e basta. Voi invece no, voi siete persone del fare".
E quanto forte sia stato il segno lasciato dalla giornata romana, lo si poteva toccare con mano nei commenti del viaggio di ritorno, con la fatica e la stanchezza messe da parte grazie alle emozioni vissute. E con nella mente le parole di saluto del Papa prima della benedizione: "Vi incoraggio a portare avanti con gioia la vostra azione e a modellarla su quella di Cristo, lasciando che tutti i sofferenti possano incontrarvi e contare su di voi nel momento del bisogno. Che le Misericordie e i gruppi Fratres continuino ad essere luoghi di accoglienza e di gratuità nel segno dell’autentico amore misericordioso per ogni persona. Cari fratelli e sorelle grazie, grazie di nuovo a tutti voi per quello che fate".

Marco Mainardi

Tutte le notizie di GoBlog