Stato di agitazione dei lavoratori della procura della Repubblica. "Chiediamo il rispetto dei diritti e dei contratti decentrati"

Il palazzo di giustizia di Firenze (foto gonews.it)

Il presidio del 10 giugno (h.11,00-12.30) dei dipendenti della Procura della Repubblica di Firenze vuole sensibilizzare i cittadini, le forze politiche di governo e di opposizione ed i vertici dell’Amministrazione Giudiziaria sul clima non sostenibile dell’ufficio, nonostante innumerevoli riunioni con l’Amministrazione, assemblee, note e richieste sindacali.

Il presidio si svolgerà davanti all'ingresso del Nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze - Lato cassa di Risparmio.

Abbiamo proclamato lo stato di agitazione e il 17 marzo scorso abbiamo effettuato in Prefettura  il tentativo obbligatorio di conciliazione per dirimere la vertenza sul lavoro domenicale e festivo, ma  l’atteggiamento di chiusura dei rappresentanti della Procura non ha portato ad alcuna soluzione.

La vertenza vede su posizioni contrapposte lavoratori, RSU, OO.SS. territoriali e l’Amministrazione. Si tratta di una questione contrattuale (il lavoro domenicale) e di rispetto di criteri pattizi per garantire servizi e prestazioni fondamentali, unitamente alla certezza della retribuzione e al rispetto degli accordi esistenti sull’orario di lavoro.

La stessa amministrazione ha ammesso che la questione del lavoro domenicale si trascina da anni. Le parti sindacali si sono sforzate di trovare un accordo tale da garantire il servizio tramite l’istituto della reperibilità e la presenza in ufficio solo in caso di comprovate  e indifferibili esigenze, ma si sono trovate di fronte un atteggiamento ostinato e pervicace da parte della Dirigenza.

Il fatto che il servizio domenicale in Procura non sia paragonabile a quelli nei quali occorre garantire la continuità del servizio  è sottovalutato dalla dirigenza, tanto che non sono stati forniti argomenti degni di considerazione e di approfondimento.

Risultato: i lavoratori sono costretti  la domenica alla presenza fisica in ufficio, anche se il PM non è presente e il Tribunale è chiuso. In questo modo si viola anche il principio secondo il quale il lavoro straordinario non può essere programmato, come invece accade ora.

Sul lavoro festivo avevamo raggiunto una mediazione con il Procuratore dr. Quattrocchi e con l’attuale dirigente amministrativa, la quale, però, dopo il pensionamento del Dr. Quattrocchi, ha iniziato a modificare gli accordi che pure – pur nella costante penuria di organici e mezzi- avevano consentito all’Amministrazione di effettuare importanti risparmi.

Evidentemente quando le violazioni contrattuali sono compiute dalla dirigenza si ammantano di giustificazioni, mentre le norme contrattuali che potrebbero regolare il lavoro festivo (reperibilità) o altre forme di organizzazione del lavoro (le parti sindacali hanno proposto la costituzione di un nucleo di lavoratori che il lunedi' curi le eventuali urgenze) non vengono prese in considerazione. In questo modo si dimentica anche che la partecipazione e la contrattazione possono garantire il benessere organizzativo, evitare lo stress da lavoro correlato e presiedere al governo dei tempi di lavoro, dato che le risorse sono sempre più scarse ed il blocco delle assunzioni e del turn-over si accentuano sempre di più.

La questione del lavoro festivo è la punta dell'iceberg, l'organico è ridotto all'osso e il personale si trova a dover svolgere anche attività diverse da quelle del proprio profilo professionale venendo parcellizzato in più servizi fino all'inverosimile. In questo quadro di crisi la dirigenza si accanisce in interpretazioni restrittive (per la fruizione delle ferie, dei permessi,..) che inaspriscono ulteriormente il clima.

Alla questione del lavoro festivo se ne è aggiunta un altra : con una disposizione del 31.3.2014 la Procura  ha dato una interpretazione retroattiva di una circolare della Funzione Pubblica in tema di assenza  per visite mediche, terapie, esami diagnostici, ecc.. Le OO.SS. hanno contestato sia l'assenza di informazione sia  l'interpretazione della Procura (l’unica ad essersi comportata in questo modo) ed hanno chiesto la cessazione di una continua e persistente azione persecutoria nei confronti dei lavoratori, chiamati repentinamente e  retroattivamente a dover rivedere l’utilizzo di ferie e permessi e a recuperare anche decine di ore a causa di un'interpretazione bislacca, magari …. scambiando giorni di ferie con le ore da recuperare! Ci pare che regni gran confusione in testa all'Amministrazione su istituti e normative contrattuali

Non è  possibile che i dipendenti della Procura della Repubblica di Firenze – già in stato di agitazione per la vertenza sul lavoro domenicale- siano alla mercè della volubilità di disinvolte  interpretazioni che pretendono addirittura – ora per allora - l’arte divinatoria di prevedere il futuro.

Oggi diciamo questo  ai cittadini, ai mezzi di comunicazione, all’Amministrazione, domani lo diremo al nuovo Procuratore della Repubblica.

L’Amministrazione non può intervenire su istituti regolati dai contratti di lavoro. A proposito, e lo diciamo al Governo Renzi, alla Ministra della Funzione Pubblica Madia e al Ministro della Giustizia Orlando, quando convocherete i tavoli per il rinnovo del contratto di lavoro, che – non rinnovato da anni!- vi ha fatto già risparmiare il costo del famoso bonus fiscale di 80 euro?

I lavoratori della Procura della Repubblica rivendicano rispetto, diritti, pari condizioni di impiego rispetto ai loro colleghi degli altri uffici giudiziari del Nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze.

 

Fp Cgil - G.Oberosler

Cisl Fp - G.Manetti  

Uil Pa - S.Sossioù

Flp - G.Bertino  

Confsal-Unsa - M.Bitossi   

USB - M.Fussi

RSU - Costa-Manetti-Schiavo Santinelli-Cannone Pandolfi-Carbone

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