Trambusti (Salvare il Serristori): “La festa del patrono che i figlinesi non si aspettano. Identità a rischio per la comunità”

La collegiata di Figline

“Il nuovo Comune è riuscito a rendere anacronistico anche il dipinto appeso nella Chiesa della Collegiata, dove San Romolo tiene nelle sue mani fin dal 1539 il paese di Figline. Speriamo che alla ‘prima donna’ incisana non venga in mente di sostituire anche questo dipinto”. Valentina Trambusti della lista "Salvare il Serristori" commenta con una battuta, la situazione che si è creata dopo la “sostituzione” del patrono di Figline con quello di Incisa, cittadina da cui arriva Giulia Mugnai, primo sindaco del comune unico valdarnese. Una sostituzione che ha prodotto degli effetti pratici che vanno oltre le semplici questioni legate alle tradizioni religiose. Ad esempio: la chiusura inattesa di uffici pubblici e ambulatori medici. Disagi che hanno avuto delle ripercussioni anche negli appuntamenti già presi all’Ospedale Serristori. Tutto perché i cittadini di Figline Valdarno erano abituati a festeggiare il loro patrono il 6 luglio, giorno dedicato alla memoria di San Romolo, ma dopo l’unificazione con il vicino comune di Incisa Valdarno, il patrono “ufficiale” del nuovo comune di “Figline e Incisa” è diventato Sant’Alessandro, poiché la sede del comune unificato è fissata in piazza del Municipio a Incisa. Così venerdì 6 giugno, giorno di Sant’Alessandro, chiuderanno tutti gli uffici pubblici e gli ambulatori medici; una chiusura insolita per i figlinesi, abituati a festeggiare il loro patrono con un mese di ritardo rispetto al calendario attuale.

“Lo ‘scippo’ del patrono rappresenta un problema che va oltre i disagi nei servizi – commenta Valentina Trambusti – la perdita del patrono non fa che aumentare il senso di spaesamento che alcuni cittadini provano di fronte all’unificazione del comuni di Figline e Incisa – aggiunge la rappresentante della lista Salvare il Serristori -  Le questioni amministrative legate al bilancio e al superamento del Patto di stabilità che hanno giustificato la fusione tra i due Comuni, non possono interferire con le tradizioni, altrimenti si corre il rischio di una perdita di identità dei cittadini che avrebbe effetti deleteri proprio sul senso di appartenenza, vero collante sociale di una comunità”

Fonte: Valentina Trambusti (Salvare il Serristori)

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