
Nella sede Shalom di San Miniato è stato presentato il Bilancio del Movimento relativo all’anno passato, il 2013, con la pubblicazione di un elegante Report sullo stato attuale dello stesso Movimento, curato dalla responsabile del Consiglio economico Gabriella Messerini che ha illustrato con la massima trasparenza il bilancio 2013. C’è intanto da parlare di questa sede, che non è quella ben nota di via Carducci, dove lavora la struttura nazionale e internazionale dello Shalom, la sede del Movimento di San Miniato si trova in pieno centro, all’inizio di via IV novembre, negli spaziosi locali della vecchia mesticheria Gozzini, un luogo che verrà inaugurato il prossimo 26 Giugno, ma che ha dimostrato da subito le sue straordinarie possibilità, per la vita culturale e associativa del centro storico della città.
La saletta per le videoproiezioni, dove nei prossimi mesi sarà programmato addirittura una sorta di cineforum oltre a tante altre attività rivolte ai bambini e ai ragazzi, era strapiena di persone, oltre ai molti intervenuti c’erano il fondatore di Shalom, don Andrea Cristiani, Bellarmino Bellucci, presidente, Gabriella Messerini, Lorenzo Bimbi, Valter Ulivieri Luca Gemignani, Luca Testi. A ognuno di loro è toccato di illustrare una parte dell’attività di questa “organizzazione non lucrativa di utilità sociale, nata nel 1974 con la missione di educare alla pace, alla mondialità, all’uguaglianza”.
Shalom nel 2013 ha ottenuto dal Ministero degli Esteri il riconoscimento di ONG, organizzazione non governativa, ed è una delle 78 associazioni autorizzate dal Governo italiano come Enti per le adozioni internazionali, quelle – per intendersi – che hanno visto proprio in questi giorni l’intervento risolutivo del ministro Boschi, che è andata nella Repubblica democratica del Congo, a sbloccare una situazione in stallo da diversi mesi, anche per le famiglie adottanti con il Movimento Shalom, che lavora anche in altre parti del mondo, soprattutto in Burkina Faso..
La serata, accompagnata da efficaci proiezioni, ha ancora una volta dimostrato l’eccezionale stato di salute di questa che da tempo è la più importante associazione di San Miniato e una delle più interessanti organizzazioni a livello almeno nazionale nell’ambito della fratellanza e della giustizia sociale. Anche perché riesce ad operare come una vera e propria impresa, attenta anche a non sprecare risorse e a produrre guadagni, che poi sono tutti reinvestiti nei paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa.
Il totale delle entrate di Shalom del 2013 è di 2.613.622 euro, con un avanzo di quasi 4 mila euro e soprattutto con un’incidenza dei costi di gestione ferma a circa il 10 per cento delle entrate. Shalom infatti opera moltissimo con soci volontari (sono oltre 21.000 soci, quasi 10 mila all’estero). Rispetto ad altri enti e associazioni che fanno attività simili, il costo di gestione è davvero bassissimo, vuol dire che il 90 per cento dei contributi o comunque dei ricavi, viene rinvestito in progetti di solidarietà. Anche se – come è stato detto in occasione della presentazione del Bilancio – c’è sempre bisogno di sollecitare le persone a donare ad esempio il 5 per mille dei loro redditi a Shalom.
Come ha spiegato Luca Gemignani: “Se una persona non scrive qualcosa nella casella del 5 per mille della propria denuncia dei redditi, non risparmia quei soldi, semplicemente quella cifra va allo Stato. E’ invece importante indirizzarla allo Shalom indicando il codice fiscale 91003210506. Questo vale anche per i pensionati, che non fanno la denuncia dei redditi, ma che possono portare una copia del loro CUD al Movimento. Saremo noi ad occuparci di spedirlo all’Ufficio delle Entrate”.
Nei vari interventi che si sono susseguiti, di particolare interesse è tutto il lavoro educativo rivolto ai giovani, “un’attività di grande impegno – ha detto Lorenzo Billi - e che ha soprattutto ottimi risultati. I giovani sono davvero entusiasti delle proposte di Shalom, tutte riunite all’interno di una vera e propria “scuola di pace”, che vuol dire campi estivi per bambini e ragazzi, corsi di formazione internazionali e addirittura due università, aperte in Burkina e in Burundi, la seconda esclusivamente dedicata alla promozione di una pacificazione universale”.
La conclusione è stata lasciata a don Andrea, che come sempre ha rilanciato i progetti Shalom. Il suo è stato un discorso complesso, di ringraziamento, ma anche rivolto al futuro: “non bisogna accontentarsi – ha detto don Andrea – dobbiamo lavorare come un organismo rivolto al futuro, attento a tutte le possibili risorse, anche quelle che possono provenire dai Fondi Europei. C’è il 14-15 per cento dei capitali messi a disposizione dall’Europa proprio per progetti italiani, che rimangono inutilizzati, parecchi milioni, che noi dobbiamo imparare a intercettare, perché ce lo chiedono i bambini dei vari centri che abbiamo aperto in Africa. Quando il nostro intervento manca, vuol dire che migliaia di bambini non possono studiare, non possono essere accolti negli orfanotrofi, migliaia di famiglie non sono in grado di produrre ad esempio i fagiolini, che vengono venduti in Italia, naturalmente fuori stagione”.
Fonte: Movimento Shalom
Notizie correlate
Tutte le notizie di San Miniato
<< Indietro