Nila Ciardi: gioco tra natura e colore

Nila Ciardi

La creatività di Nila Ciardi  si evidenzia con la copiosa produzione delle opere nelle quali cura sia il soggetto sia il colore partendo da un figurativo classico di genere -  con vaghi accenni alla pittura  paesaggistica a cavallo tra l’800 ed il ‘900 nei quadri  della prima ora ( e mi riferisco ad alcune delle opere della sua omonima Emma ) -, fino ad un figurativo, di transizione ed attuale, molto personale, di gusto, non lezioso, capace di sorprendere, con spunti di colore di pervicace vivacità e sempre improntato alla rappresentazione di  paesaggi naturali.

Il piacere di fissare la natura, sotto forma di tali scorci,  la porta a scegliere un’ impronta cromatica variegata ed un modo di dipingere che assume articolazioni diverse e che è alla base delle sue opere e  la distinguono tra mille. Mi riferisco ai suoi tramonti rossi, infuocati, turbolenti, di tipo equatoriale, ma a volte anche morbidi e tranquilli,  come quelli più a noi familiari, ai suoi palmizi, alle marine dove il disegno ed il colore si uniscono e mostrano quell’acquisizione della sensazione del reale, con capacità di sintesi pittorica, che è propria e non ha eguali.

E’ lo stato d’animo dell’artista che precipuamente esprime un carattere di viva soddisfazione nell’opera prodotta che è frutto di un piacere innato nell’esibirsi con i pennelli come un linguaggio alternativo alle parole, non meno vero di queste, ma forse anche di più, perché indelebilmente marchiato sulla tela; la parola si può ritirare, si può cambiare, si può mancare, ma il disegno, come la scrittura, rimane.

Il colore, a volte forte e marcato, altre tenue ed equilibrato, mai in contrasto col soggetto, è tendenzialmente indicatore di quella ragione inconscia che la porta a percepire la realtà e, quindi, le forme  ed i colori col suo occhio ma soprattutto col suo stato d’animo. E’ donna solare, di spirito e perciò non può che evidenziare attraverso il colore il lato positivo della natura.

Si cimenta anche con l’astrazione non come gioco tra la realtà ed un suo divenire ma come passaggio cromatico attraverso il quale riprodurre le medesime sensazioni che si provano con una figura nella manipolazione del colore e dei segni.

Nelle sue opere, fino ad ora, esiste  solo la natura espressa attraverso alberi, ruscelli, fiumi, mari, e fauna aviatoria, quasi come fossero istantanee fotografiche. Non appare l’uomo; questo è configurabile solo  attraverso l’occhio di ciascuno di noi che, come un’ obiettivo, vede ed osserva ciò che lo circonda ma che diviene l’elemento essenziale della sua opera. Noi tutti guardiamo i suoi lavori e noi tutti quindi, uomini e donne, siamo inseriti nelle sue opere quali elementi compartecipi della natura e frutto della stessa.

Gianni Mazzarella

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