Mens Sana Basket, controlli anche a Empoli. Bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali le ipotesi di reato

Mens Sana Basket Siena

Bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali: sono le ipotesi di reato a carico della Società Mens Sana Basket, in liquidazione, che hanno portato oggi ai sette provvedimenti di perquisizione domiciliare chiesti dalla procura della Repubblica di Siena. Le false comunicazioni sociali riguardano i bilanci societari dal 2009 al 2013 e reati prettamente tributari ad essa collegati. E' quanto si legge in una nota della gdf di Siena.

Le perquisizioni sono state eseguite a Siena e a Empoli a carico degli ex vertici della società di basket. Secondo quanto si è appreso, la scorsa settimana sarebbe stata presentata un'istanza di fallimento dalla procura, istanza depositata al tribunale fallimentare ma ancora non notificata alla società senese.

Ricordiamo che a Empoli abita l'attuale presidente della Mens Sana, il notaio Cesare Lazzeroni, già vicepresidente quando ai vertici c'era Ferdinando Minucci.

IL RETROSCENA Si fa più pesante la posizione delle persone coinvolte nell'inchiesta sulla Mens Sana. I reati ipotizzati dalla procura di Siena passano dalla frode fiscale alla bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali in relazione ai bilanci dal 2009 al 2013. La formazione senese, che al momento è seconda nel campionato di serie A, occupa un posto nella storia del basket: ha vinto gli ultimi sette scudetti. Oggi gli ex vertici della società sono stati perquisiti. Sono sette i decreti eseguiti, tra Siena e Empoli. I miliari della guardia di finanza sono andati pure nell'abitazione dell'ex presidente Ferdinando Minucci, indagato da tempo nell'indagine senese, che dal primo luglio assumerà la carica di presidente della Legabasket. Minucci aveva risolto consensualmente il contratto con la società il 13 marzo scorso, dopo 21 anni in carica prima come direttore generale, fino al 1999, poi come vicepresidente fino al 2008 e quindi come presidente fino al dicembre 2012, quando è iniziata l'inchiesta. L'indagine - chiamata 'Time Out' e coordinata dal pm Antonino Nastasi - ipotizzava inizialmente "attività di frode fiscale finalizzate al pagamento in nero di emolumenti, su conti esteri, a noti campioni della società sportiva". Nel dicembre del 2013 la guardia di finanza ha notificato alla società un processo verbale di contestazione per presunte evasioni su un ammontare di circa 23 milioni di euro. La società è stata messa in liquidazione il 21 febbraio scorso. La decisione è stata presa dopo che il Cda non ha approvato il bilancio, in perdita di 5,4 milioni. E' stato così nominato liquidatore il commercialista Egidio Bianchi. La scorsa settimana la procura avrebbe anche presentato un'istanza di fallimento, non ancora notificata alla società, che ha scelto di non commentare le notizie di questa lunga giornata. Se l'istanza di fallimento sarà accolta, il liquidatore cederà il posto ad un curatore fallimentare nominato dal Tribunale. Paradossalmente, alla luce delle normative sportive, questo potrebbe rendere più agevole alla squadra l'approdo alla conclusione del campionato. La procedura di liquidazione, infatti, prevede la revoca dell'affiliazione, e questo implica la possibilità per la società di essere esclusa d'ufficio dal torneo. La procedura di fallimento, invece, consente l'esercizio provvisorio dell'attività fino al termine della stagione agonistica.

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