
L'annunciata perdita della centrale 118 di Empoli e la fresca ufficializzazione del suo passaggio a Pistoia segna idealmente la fine di un sistema e l'inizio di un altro, l'ultimo atto di un processo riorganizzativo, un punto di svolta, di cambiamento dettato da logiche di risparmio o, se preferite, di 'razionalizzazione' del mondo del soccorso empolese. Quello che era a tutti gli effetti un vero e proprio fiore all'occhiello del nostro territorio sia in termini di efficienza che di professionalità ha subìto nel breve volgere di pochi mesi una profonda metamorfosi che vive ora il suo ultimo atto, ovvero la fine degli infermieri operatori di centrale nell'ospedale di viale Boccaccio. A breve chi farà il 118 si sentirà rispondere da Pistoia, almeno per ora (il futuro unico per tutti sarà Firenze?).
E così, dopo la scomparsa di un medico dal territorio nella fascia oraria 8-20 (prima ce n'era uno sia a Misericordia che Pubbliche Assistenze mentre ora ce n'è solo uno in automedica) a breve se ne va anche la centrale operativa. Lasciando da parte la polemica sulla decisione politica di portare via una centrale operativa nuova di pacca, tecnologicamente avanzata e profumatamente pagata, di sicuro si tratta di una perdita importante per tutto il sistema. Certo, al giorno d'oggi, volendo, la tecnologia consente di accendere una lampadina a Sidney da piazza dei Leoni con un telefonino e quindi si potrà mandare un'ambulanza in via dei Forni anche da Pistoia, ma si capisce bene che avere al telefono persone che sono in ospedale e che soprattutto conoscono il territorio era senza dubbio un valore aggiunto, così come lo era avere un medico in più durante la giornata. Quando si parla di spending review, tutto noi vorremmo che si toccassero pensioni d'oro, privilegi, rimborsi elettorali, direttori e caste varie, ma invece si sa che così non accade e su questo possiamo fare ben poco, anzi niente. Si toccano la sanità, la salute, le persone, tutti noi. Accade così in Italia, accade così anche a Empoli. Quindi avanti, non resta che adeguarsi al mondo nel quale viviamo visto che le logiche forse cambieranno solo quando non solo si sarà toccato il fondo ma si comincerà anche a scavare (se ci saranno le pale per farlo...).
Intanto, appunto, non resta che adeguarsi e, soprattutto, non fare allarmismi. E' vero che siamo più 'poveri', che il bel sistema di un tempo è stato colpito, ma di sicuro non affondato, anzi. Crediamo di poter dire infatti senza tema di smentita che nel nostro territorio il sistema urgenza funziona ancora bene, che l'ambulanza arriva (attenzione, non è così scontato e non accade ovunque), che a bordo c'è personale o medico o infermieristico o, in caso di laici, comunque ben formato e continuamente aggiornato. Prima nessun dubbio che fosse meglio, ma a Empoli chiamare il 118 resta sempre una sicurezza, si può stare tranquilli. Efficienza e professionalità sono sempre garantite e lo sono dagli attori del sistema, da coloro che sono sul territorio, che arrivano nelle case o in strada nel momento del bisogno. Insomma, nonostante tagli e scelte difficili da capire, a tenere in piedi il tutto ed a farlo funzionare sono e saranno, come sempre, le persone, la loro competenza, la loro passione, la loro formazione, la loro professionalità. Solo così, una volta di più, si potrà supplire a scelte politiche piuttosto difficili da capire e garantire alle persone un servizio adeguato. In attesa che magari, chissà quando e chissà se mai, si decida un giorno non di tagliare un medico sul territorio o una centrale operativa, ma qualche ben pagato direttore o qualche scrivania di troppo.
Marco Mainardi