
“Renzi? Uno shock positivo ma con misure sul lavoro il rischio è che aumenti il precariato”. È quanto ha affermato l'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero intervenendo a margine di una lezione sul mercato del lavoro svolta a Eunomia Master, il corso di alta formazione politica e istituzionale ospitato a Villa Morghen a Settignano.
Interpellata dai giornalisti sulle misure previste dal governo in materia di lavoro, l'ex ministro dice: “Con il decreto lavoro, Renzi non smantella proprio niente rispetto a quello che già io avevo fatto; dà una sferzata alla situazione presente”, ma “bisogna stare attenti perché il rischio”, con le misure proposte su contratti a tempo determinato e apprendistato, “è che aumenti il precariato”.
Sul premier Fornero afferma: “Renzi è uno shock positivo. Dice: 'Arrivo io, scuoto il paese, lo cambio, vado avanti, facendo anche errori'. Ce la farà ? Io glielo auguro. In questo gli sono anche vicina e poi, rispetto a certi presidenti è pure simpatico. Noi dobbiamo veramente sviluppare un po' più di spirito collaborativo in questo Paese e quindi in questo momento serve lavorare con questo presidente, giovane, passionale e anche azzardato”.
Durante la lezione, coordinata dal direttore Rai Gr Parlamento Giorgio Giovannetti, membro del Comitato scientifico di Eunomia, l'ex ministro ha ricordato le tappe che hanno portato nel novembre 2011 alla formazione del governo tecnico guidato da Mario Monti e il percorso intrapreso per realizzare la riforma del lavoro e delle pensioni. Un mercato unico europeo che uniformi le normative del lavoro è una delle sfide per il futuro auspicate da Fornero. “Sarebbe bello – dice – se se ne sentisse parlare in questi mesi di campagna elettorale in vista dell'appuntamento con le Europee del 25 maggio”.
- Eunomia Master
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Giorgio Gobbi, responsabile Servizio Stabilità finanziaria della Banca d'Italia intervenendo a Eunomia Master
“La crisi in Italia? Per come si è sviluppata, non è stata generata dalle banche”. Lo afferma Giorgio Gobbi, responsabile Servizio Stabilità finanziaria della Banca d'Italia intervenendo a Eunomia Master, il corso di alta formazione politico istituzionale ospitato a Villa Morghen a Settignano. Accanto a Gobbi, anche Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Abi. “Sistema bancario e mercati finanziari: quali regole?” il tema della lezione.
“Negli Stati Uniti – ha detto Gobbi - la crisi è stata generata da un sistema finanziario che aveva concesso troppi prestiti alle famiglie e aveva utilizzato questi prestiti per costruire strumenti finanziari troppo disinvolti. In altri paesi europei era determinata da un eccessivo finanziamento delle banche alle settore immobiliare. In Italia nessuno di questi comportamenti anomali si è verificato”. L'origine della crisi, secondo Gobbi, “è arrivata dall'esterno sia nel 2007 che nel 2008. Nel 2011 l'origine della crisi è stato il debito sovrano, il venir meno della fiducia del nostro Stato di far fronte alle proprie obbligazioni”. “Le banche – ha aggiunto - sono state un meccanismo di trasmissione di questa crisi e alcune debolezze non tanto delle banche ma del nostro sistema finanziario hanno fatto sì che lo shock sia stato sentito in maniera più forte, ma sarebbe inappropriato attribuire al settore bancario l'origine della nostra crisi”.
Dello stato di salute del sistema bancario italiano parla invece Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Abi: “Il sistema bancario italiano è in buono stato – dice Sabatini - se lo osserviamo sotto il profilo della solidità patrimoniale. Ha proceduto a un processo di rafforzamento patrimoniale nel tempo, altri aumenti di capitale sono in corso. Il problema delle banche italiane è oggi quello del ritorno alla redditività schiacciata anche da un rilevante peso di sofferenza e legato al ciclo economico del paese”. Sabatini si esprime anche sull'Unione bancaria europea: “L'Unione – dice Sabatini - porterà benefici all'Europa perchè è un passaggio importante di un più generale processo di integrazione che deve essere completato sia sotto il profilo dell'unione fiscale e dell'unione politica. Dal punto di vista delle banche italiane, l'Unione bancaria porterà a una armonizzazione delle regole e quindi a un terreno di gioco realmente livellato sul quale siamo pronti a confrontarci. Sarà però anche necessario che il legislatore italiano, soprattutto quello fiscale, tenga conto delle penalizzazioni nazionali che oggi rendono il terreno di gioco non favorevole per le banche italiane”.
Fonte: Ufficio Stampa
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