'Ecomostro' di Ponte a Elsa, Mori annuncia: "Finalmente parte la messa in sicurezza dell’intero cantiere". Il Comune ha fatto la voce grossa

I lavori sono già iniziati . Si tratta di un immobile di 3.800 mq e 20.000 metri cubi




 
Della serie con le ‘buone’ si ottiene tutto, o quasi tutto.
Il Comune di Empoli è finalmente riuscito a sbloccare la situazione dell’Ecomostro di Ponte a Elsa, quel mega cantiere mai concluso che doveva ospitare decine di appartamenti, uffici e negozi in via Gobetti. Dal 2002 che si susseguono ordinanze e interventi da parte dell’amministrazione comunale di via del Papa senza praticamente nessun tipo di evoluzione rispetto alla sicurezza del cantiere che incombe su uno dei quartieri residenziali più popolati di Ponte a Elsa.
Nel 2010 una gru, definita dai vigili del fuoco dopo un sopralluogo “abbandonata e in stato di grave deterioramento” era stata rimossa grazie all’intervento del Comune e alle proteste dei residenti.
Adesso la battaglia registra un altro piccolo passo avanti.

Il problema è iniziato quando, a lavori già iniziati, l'impresa Mg Costruzioni di Caserta fallì lasciando l'area praticamente intatta, siamo nel 2002. E di fatto in quel modo è rimasta, tra ponteggi pericolanti, balconi che si stanno sfaldando e quella gru che poi fu tolta dopo essere stata una sorta di spada di Damocle sulle teste dei residenti dell’area.

“Appena sono arrivato in Comune – spiega l’assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici Franco Mori - mi sono occupato della situazione e alla fine di aprile dello scorso anno abbiamo inviato un ultimatum al tribunale di Santa Maria Capua Vetere (dove è in corso la procedura fallimentare). Senza esito”.

Dunque il Comune, nelle ultime settimane, sotto suggerimento della Procura della Repubblica di Firenze, ha alzato la ‘potenza di fuoco’ delle propria ordinanza: “Il 30 gennaio 2014 – ha spiegato Mori - abbiamo chiesto la messa in sicurezza con una nuova ordinanza che prevedeva entro la scadenza l’imputazione del curatore fallimentare ai sensi degli articoli 328 e 650 del codice penale. Questo dopo vari e numerose ordinanze comunale che si sono susseguiti negli anni”.

L’articolo 328 (Rifiuto e omissione d'atti d'ufficio) recita “Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”.
L’articolo 650 (Inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità) recita “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d'ordine pubblico o d'igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a duecentosei euro”.

Insomma di fronte alle minacce del Comune il curatore fallimentare si è mosso dando incarico alla Di Stefano di Montelupo di sistemare le centinaia di metri quadrati di cemento abbandonati alle intemperie, alla sporcizia e a una quantità incredibile di rovi e sterpaglie diventate quasi alberi.

E pensare che sarebbe stata una zona residenziale e commerciale ultramoderna divisa in quattro edifici.

In ogni caso la soddisfazione dell’assessore è tangibile: “Finalmente ci siamo riusciti e vi garantisco che non è stata una cosa facile. Abbiamo ricevuto dal curatore fallimentare del Tribunale di Capua Vetere la decisione della messa in sicurezza dell’intera area che si trova tra via Caponi e via Gobetti”.
Il via ai lavori oggi con la segnaletica per l’inizio delle operazioni.

“Questo significa, in concreto, la certezza di poter mettere in sicurezza i ponteggi, eliminare le parti pericolanti, sostituire la vecchia recinzione, che ormai risulta precaria, e bonificare tutta l’area mediante il taglio della ormai folta vegetazione, la pulizia del terreno e togliere tutti i materiali obsoleti che sono ancora all’interno del cantiere”.

Più volte in questi anni l’area, di 3.800 mq e il sovrastante immobile di 5mila metri cubi interrati e 15 mila 300 fuori terra (destinati a garage, fondi commerciali al piano terra, uffici e appartamenti ai piani superiori) è andato all’asta, ma senza nessuna soluzione, l’ultima risale a un mese fa a 1 milione e 150mila euro; è invece di prossima indizione la nuova asta per un valore che si presume attorno ai 900milaeuro per l’intero immobile di Ponte a Elsa.

“A chi auspicava che il Comune acquistasse l’intero complesso – aggiunge l’assessore – vorrei spiegare che il precedente proprietario del terreno ha nel contratto di vendita l’inserimento di 10 appartamenti, 2 fondi commerciali e due uffici in permuta per un valore minimo stimato di 1.900.000 euro a cui si dovrebbe aggiungere 750.000, mettiamo, per l’acquisto a un’asta ulteriormente ribassata e poi ci sarebbe la demolizione. A oggi 20.000 metri cubi si abbattono con 200.000 euro. Quindi la realizzazione di un parco, come veniva richiesto, altro mezzo milione. Insomma oltre 3milioni di euro per una operazione che dubito la Corte dei Conti possa far passare come di interesse pubblico”.

“Infine vorrei ringraziare l’ufficio tecnico, l’ufficio edilizia e la polizia municipale per l’impegno che hanno messo in questa delicata questione”.

 

L'assessore Franco Mori (foto gonews.it)

L'assessore Franco Mori (foto gonews.it)

 

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