Addio Governatore, che Dio ti renda merito di quanto fatto sulla terra

Giovanni Pagliai (foto gonews.it)

<Beati i misericordiosi perchè troveranno Misericordia>. Nel suo momento più difficile degli ultimi venti anni, la Misericordia di Empoli allevia il suo dolore pensando a una delle frasi che Gesù pronuncia nel discorso della montagna delle beatitudini e che è impressa nella sala dei volontari di via Cavour oltre che nel cuore di tutti coloro che fanno servizio. La consolazione per il dolore della perdita del Governatore sta infatti qui, nella ricompensa che ognuno cerca nel suo agire all'interno della Misericordia, una ricompensa il cui valore va oltre le semplici cose terrene.
Non ci ha lasciato un Governatore, ci ha lasciati il Governatore. Giovanni Pagliai è la persona che ha segnato la storia della Misericordia dell'ultimo ventennio, colui che più di ogni altro l'ha portata al massimo livello rendendola un punto di riferimento insostituibile per la città. I ricordi di lui sono tanti, ricordi quotidiani di chi ha avuto il piacere e l'onore di stare nella 'sua Misericordia', di vederlo ogni tardo pomeriggio in sede assieme a Fabrizio o dopo cena quando, per aspettare la moglie impegnata nelle prove di canto, stava con noi volontari scherzando e passando un'ora nella cucina dove si è soliti cenare. Ragazzi, c'è il Governatore, e tutti avevamo un attimo di riguardo visto il suo ruolo, ma poi subito diventava uno di noi, pronto a parlare di qualunque argomento senza far pesare mai la sua figura. Ricordi pubblici legati alle tante relazioni morali dell'8 dicembre, quando spiegava il senso dell'agire della Misericordia nel mondo di oggi, quando raccomandava ai volontari di prestare la massima attenzione a qualunque bisogno e di farlo con gentilezza (<siate sempre pronti a soccorrere chi è nel bisogno, ricordatevi che veniamo da lontano, ci ispiriamo a valori eterni e quindi parliamo con parole antiche ed umanamente eterne>), o quando, puntualmente, si commuoveva parlando di persone in difficoltà o citando passi del Vangelo o della Sacra Scrittura.
La cosa che più ci fa piacere nel ricordare il Giovanni Pagliai Governatore è evidenziare il doppio binario su cui ha fatto crescere la Misericordia. La sua capacità è stata quella di coniugare l'azienda, termine brutto ma che rende bene l'idea, con i valori. Molte arciconfraternite, infatti, sono ormai divenute delle vere e proprie aziende, si muovono solo secondo logiche di mercato, alcune arrivano addirittura a rimborsare i volontari snaturandone così l'essenza. Tutto questo, con lui, non è mai successo. Certo, la Misericordia di Empoli è sul 'mercato' e la grande capacità manageriale del Governatore, eredità dei lunghi anni trascorsi al vertice di istituti bancari, l'ha portata ad alti livelli garantendo servizi efficienti ed occupazione, ma tutto questo è stato fatto mantenendo una grande e costante attenzione ai valori cristiani che ne costituiscono le radici (<accumuliamo tesori per il dopo, non cerchiamo successi effimeri>). Ne sono esempi concreti le direttive che dava sempre ai volontari (<aiutiamo chiunque ne abbia bisogno e ringraziamo il Signore di darci la possibilità di aiutare il prossimo, di stare vicino all'ultimo, di farci carico della sua sofferenza>), l'aver reintrodotto il rito della Vestizione, le preghiere con le quali ogni riunione iniziava e terminava, le raccomandazioni di avere sempre un tatto particolare e speciale con le persone (<e ricordatevi che non c'è cosa più grande che dare la propria vita per il fratello sofferente>), la grande attenzione ai volontari ed alle loro esigenze (<non piangete, anzi gioite, perchè oggi vedo Dio> l'ultima frase che ci ha lasciato in dono), le splendide parole che riusciva sempre a trovare per spiegare il perchè si fa parte della Misericordia: <la compassione - disse l'8 dicembre 2013 - è l'impossibilità di osservare la sofferenza altrui con indifferenza, è quella che ci spinge ad agire testimoniando così attraverso le nostre opere l'amore di Dio verso gli uomini>. La grande eredità che lascia Giovanni Pagliai è questa, sta ora a chi verrà dopo di lui, al Magistrato, ai Capi di Guardia, ai confratelli mantenerla e non disperderla, custodirla nel cuore come un bene prezioso, ricordarla quando si è chinati sulla strada o su di un letto a soccorrere chi è nel bisogno, quando si dà da mangiare ad un affamato, da bere ad un assetato, quando si visita un carcerato, quando si veste una persona: <in verità vi dico, ogni volta che avete fatto anche solo una di queste cose ad uno dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatta a me>. (Matteo 25:34-40).
Addio Governatore, la salutiamo con le lacrime agli occhi, con l'orgoglio e l'onore di aver fatto parte della Sua Misericordia e con la certezza che ora, nel regno di luce e di pace eterna, troverà quella Misericordia che Gesù promise nel discorso della montagna: <Beati i misericordiosi perchè troveranno Misericordia>. Da lassù ci segua e ci protegga. E che Dio ti renda merito di quanto hai fatto sulla terra.

Marco Mainardi

volontario Misericordia di Empoli