
Nuovo arresto per la rapina avvenuta a Rondine, frazione di Arezzo, lo scorso 15 gennaio, quando un imprenditore orafo fu sequestrato insieme alla moglie e ai figli nella sua villetta e minacciato.
LA Nota dei Carabinieri di Arezzo, comando provinciale
Nella serata del 15 gennaio 2014, ad Arezzo, località Rondine, tre individui, travisati da passamontagna e armati di due pistole e di un manganello, attendevano il rientro presso la propria abitazione, posta in zona isolata, dell’imprenditore Luca Scortecci, proprietario della ditta orafa “SILO” e, dopo averlo minacciato, entravano con lui nell’abitazione ove erano presenti la moglie e i due figli. I malviventi costringevano la vittima ad aprire la cassaforte, da dove asportavano gioielli in oro ed orologi di pregio per un valore di circa 20.000 euro e si mettevano alla ricerca di una seconda cassaforte, che ritenevano esistere, trattenendosi nell’abitazione per circa due ore. Al termine della ricerca i tre malfattori, dopo aver immobilizzato gli occupanti dell’abitazione con del nastro adesivo alle mani e ai piedi, si allontanavano per la campagna circostante, ove li attendeva un complice munito di autovettura.
Le immediate indagini, condotte con la massima determinazione vista l’efferatezza del crimine, consentivano dopo pochi giorni, ai Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Arezzo, di trarre in arresto per ricettazione un italiano pregiudicato, di origini campane, ma residente in Arezzo, poiché aveva ceduto ad un esercizio di “Compro Oro”la maggior parte dei gioielli, provento della rapina. La refurtiva, riconosciuta integralmente dalle vittime, veniva recuperata ed a loro successivamente restituita.
Tale episodio consentiva un’accelerazione dell’indagine. I Carabinieri, incrociando i dati in possesso sul conto del ricettatore, risalivano ai contatti tenuti dallo stesso con soggetti provenienti dall’Est-Europa e, avviati accertamenti tecnici su delega della Procura della Repubblica di Arezzo, riuscivano a mettersi sulle tracce dei probabili autori della rapina, che venivano man mano identificati.
Successive ed autorizzate perquisizioni domiciliari, eseguite a meta’ febbraio, permettevano ai Carabinieri di recuperare una pistola con matricola abrasa, nascosta in un giardino vicino all’abitazione di uno dei sospettati ed un orologio di valore, provento della rapina, in una abitazione nella disponibilita’ di una donna rumena, che aveva legami con un altro dei sospettati.
Recentemente, il 25.02.2014, in Castelfiorentino (Fi), i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Arezzo, in collaborazione con quelli della Stazione di Castelfiorentino, al termine di un lungo servizio di osservazione, fermavano un albanese di 28 anni di età, clandestino, che indossava al polso un orologio di grande valore, di proprietà della vittima della rapina di Rondine e che in una tasca aveva alcuni monili in oro, provento di altri furti in abitazione commessi in Castelfiorentino. A seguito delle risultanze emerse il sostituto Procuratore della Repubblica, dott.ssa Elisabetta IANNELLI, emetteva un Decreto di Fermo di Indiziato di delitto a carico del soggetto, ritenuto uno degli autori materiali della rapina.
All’atto delle’esecuzione del provvedimento i Carabinieri eseguivano una perquisizione domiciliare nell’abitazione del fermato, che coabitava con un connazionale e due cittadini marocchini, rinvenendo e sequestrando un altro orologio di valore, monili in oro, un televisore e capi di vestiario griffati, tutti di provenienza di più furti in abitazione avvenuti in Castelfiorentino nel mese di febbraio 2014. Venivano inoltre sequestrati 68 grammi di hashish e 106 grammi di marijuana nella disponibilità dei due marocchini, che sono stati denunciati in stato di libertà per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre l’altro albanese è stato deferito, unitamente al fermato, per il reato di ricettazione. Gli oggetti sequestrati sono stati riconsegnati alle vittime dei furti.
Il 7 marzo 2013 i Carabinieri di Arezzo davano esecuzione all’ordinanza di misura cautelare in carcere, emessa dal dottor Giampiero Borraccia, Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Arezzo che, condividendo le ipotesi investigative raccolte ed esaminate le prove addotte, emetteva la misura coercitiva nei confronti di un cittadino macedone di 30 anni, domiciliato in questa città, ritenendolo uno degli autori della rapina in villa, unitamente all’albanese fermato in Castelfiorentino.
In particolare il macedone avrebbe fornito supporto logistico alla banda, che materialmente ha perpetrato la rapina, accompagnandoli alla guida di un’autovettura nei pressi della villa dello Scortecci, per poi prelevarli a conclusione del fatto criminoso.
Ieri, i carabinieri di Arezzo hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di un trentenne macedone, domiciliato ad Arezzo, accusato di essere coinvolto nel colpo. Secondo quanto spiegato, il macedone avrebbe fornito supporto logistico alla banda che materialmente ha messo a segno la rapina, facendo da palo ovvero accompagnando i rapinatori sul posto per poi portarli via dopo il colpo. Alcuni giorni fa sempre i carabinieri di Arezzo, insieme ai colleghi di Castelfiorentino, avevano fermato un albanese 28enne: il giovane aveva al polso un orologio, di grande valore, di proprietà dell'imprenditore rapinato. In precedenza i militari avevano arrestato, per ricettazione, un italiano che aveva rivenduto a un Compro oro la maggior parte dei gioielli frutto della rapina.(ANSA).
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