Ex Gozzini, Tancredi dopo la lettera aperta del sindaco: "Vicenda trattata con superficialità"

L'area dell'ex Gozzini a Santa Croce sull'Arno

"In relazione alla lettera aperta datata 27 febbraio inviata dal sindaco alla cittadinanza, e degli atti processuali di cui alla sentenza del Tar Toscana del 20 gennaio 2014, mi sento di intervenire. Lo faccio soltanto adesso in quanto ho preferito ripercorrere l'iter dell'intera vicenda, approfondendola dal punto di vista sia tecnico che politico. In questo senso, ritengo che la posizione assunta dal sindaco uscente Ciaponi, che oltretutto parla di fermezza da parte del comune, (?) sia del tutto insoddisfacente, quando non irresponsabile.

Innanzitutto il primo cittadino parla di mancanza di concrete proposte per il recupero dell'area, facendo richiesta ai privati di serie
manifestazioni di interesse per futuri interventi di recupero. In realtà, come la sentenza evidenzia, il Comune è la prima amministrazione che in questi casi è preposta per legge alla tutela ambientale ai sensi dell'Art. 3 ter del Testo Unico dell'ambiente, sulla base del principio dell'azione ambientale.

Il sindaco dice poi di non condividere le motivazioni della sentenza del Tar che ha bocciato l'ordinanza del Comune in quanto asserisce di ritenere applicabile il principio generale del "chi inquina paga". In realtà il Tar accoglie il ricorso contro il Comune, adducendo proprio come prima motivazione quella della violazione del principio del "chi inquina paga".Tale principio significa nei fatti che gli oneri di ripristino, in caso di inquinamento, sono a carico di chi lo ha cagionato con il proprio comportamento, commissivo o omissivo. Quindi nel caso di specie, evidentemente, tali oneri devono essere posti a carico delle precedenti imprese utilizzatrici, e non certo della cooperativa "Primavera 90".

Il Tar afferma inoltre che tale cooperativa manca completamente di legittimazione passiva, in primo luogo, perché non è la responsabile dell'inquinamento. È provato che i fattori inquinanti sono sorti prima dell'assunzione dell'incarico da parte dei liquidatori, anzi prima dell'acquisto dell'area industriale da parte della cooperativa. La cooperativa ha acquistato il compendio immobiliare, contenente i siti industriali dismessi, soltanto nel 2008, quando già erano state emanate delle ordinanze ambientali.

Inoltre dal 2010 tale cooperativa è in liquidazione coatta amministrativa. In aggiunta a quanto detto sinora, si deve inoltre tenere presente che, essendo tale cooperativa Primavera 90 in tale stato oramai da diversi anni, la procedura e il ruolo dei rappresentanti è volto esclusivamente alla soddisfazione dei creditori, ed è fuori dall'ambito della procedura quello di intervenire per un adempimento ambientale, quale quello che il Comune ha preteso di addossare loro che, tra l'altro, non hanno assolutamente le risorse economiche necessarie.

È noto che i commissari inquinatori non sono su questo assolutamente assimilabili al proprietario. I liquidatori fecero prontamente presente al sindaco di non essere in grado, anche per mancanza di risorse, di provvedere, e invitarono dunque il Comune a provvedere direttamente secondo la legge, per poi rifarsi economicamente sulla procedura per le spese. Fu la cooperativa, dopo aver acquisito dei preventivi economici per il piano di caratterizzazione delle aree, a chiedere al Comune una proposta di ripartizione degli oneri da presentare all'organo di vigilanza ministeriale.

Per tutta risposta il sindaco adottò invece l'ordinanza che è stata annullata proprio in questi giorni dal Tar.

Quindi il Comune, in realtà proprio in violazione del principio del "chi inquina paga", avrebbe preteso di addossare gli oneri
di caratterizzazione, bonifica e quant'altro in capo a coloro che, pur non avendo inquinato, semplicemente ne avevano la disponibilità.

Peraltro, proprio la legge speciale sull'amianto, impone la rimozione soltanto se non è possibile il cosiddetto fissaggio, e questo è un altro degli elementi che il Comune non ha preso in considerazione.

Infine il Comune ha atteso ben due anni dopo la richiesta della Asl, prima di adottare un' ordinanza, e questo è una palese riprova
che il Comune stesso ha ritenuto che non vi fosse rischio per la salute pubblica, e che quindi non sussistesse assolutamente l'urgenza.

La Asl di Empoli, a seguito di un sopralluogo, già nell'agosto del 2011, rilevò nei siti della ex-Gozzini presenza di amianto e
superamento delle concentrazioni di soglia, sia per il suolo che per le acque sotterranee.

Gli atti della causa di cui si discute ricordano altresì che la mappatura dei materiali contenenti amianto è di precisa competenza della Asl. Correttamente, infatti, nella lettera aperta il Comune annuncia che ha richiesto alla Usl 11 degli accertamenti tecnici in relazione alla presenza dell'amianto.

Nel ricorso la cooperativa lamenta proprio una carenza di istruttoria perché le amministrazioni competenti non hanno mai voluto dichiarare i necessari presupposti, ovvero le quantità di amianto riscontrabili, in modo tale da prendere posizione sul fatto che tali quantitativi fossero un rischio per la salute pubblica.

Conclusivamente il Tar, nella propria sentenza, valutata positivamente la volontà a trattare dimostrata dalla cooperativa, e evidenziato come le attività di recupero ambientale di cui si parla siano ormai molto onerose, sancisce il seguente pronunciamento:

"il Comune dovrà in primis rivolgersi alla società Fratelli Soldani Srl, dovrà comunque provvedere a tutelare la salute pubblica
in proprio, eseguendo direttamente i lavori e riversando poi, così come previsto dalla legge, i costi sugli immobili dell'area, in
applicazione dei principi dell'onere reale sugli immobili stessi".

Si deve ricordare come il Comune abbia notificato un'ordinanza alla Fratelli Soldani srl proprio nel 2010, che tale ordinanza fu impugnata con ricorso al Tar da parte della F.lli Soldani, ma il ricorso non fu accolto. Il Comune vinse tale contenzioso ma non vi fu alcun seguito, a quanto risulta dagli atti, contro la responsabile delle emissioni inquinanti. Ricordo peraltro che l'ordinanza a suo tempo emessa contro tale società come responsabile dell'inquinamento, formalmente non è mai stata superata.

La storia racconta in conclusione una lunga sequela di errori e di superficialità nel gestire una questione che avrebbe richiesto ben
altro atteggiamento. Ritengo quindi indispensabile adottare fin da subito un'ordinanza contingibile d'urgenza per l'immediata
messa in sicurezza dell'area, per poi rivalersi sui diretti responsabili a cui chiedere in seconda istanza anche i danni. L'obiettivo principale è soltanto quello di calmierare il rischio per la salute pubblica dei cittadini, e non soltanto di quelli residenti a ridosso dell'area della ex-Gozzini".

Il candidato renziano Patrik Tancredi sarà presente nella giornata di domani con un proprio banchetto presso il mercato cittadino di p.zza Matteotti.

In serata sarà invece presente al Savino's bar di Staffoli in via Livornese per un apericena con i cittadini, a partire dalle ore 18:00.

Costo per consumazione € 5,00. Parte del ricavato sarà devoluto all'associazione "in ricordo di Simone Mazzanti".

Patrik Tancredi - candidato a sindaco per le primarie PD a Santa Croce sull'Arno

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