La grande attesa delle primarie PD: la vittoria a Pippo o Brenda? Un solo dato certo: una campagna elettorale vera tra i due

Filippo Torrigiani e Brenda Barnini al Cenacolo degli Agostiniani di Empoli (foto gonews.it)

Ormai ci siamo, ancora poche ore e si saprà chi fra Barnini e Torrigiani correrà alle prossime amministrative di fine maggio per la carica di sindaco sotto la bandiera del Pd, partito da sempre leader a Empoli. La spunterà la giovane ex segretaria della federazione o l'ex assessore? Vincerà Brenda o Pippo?

Difficile dirlo, ovviamente. E non sta certo a noi fare pronostici. Di certo possiamo dire che ad oggi abbiamo assistito ad una campagna elettorale vera. Anche se i due sono compagni di partito, in questo ultimo mese hanno dato vita ad un 'duello politico' di sicuro non di facciata. Un duello condito da qualche polemichetta che ci si poteva risparmiare (anche se, in fondo, è anche questo il bello e serve pure a far gruppo nelle rispettive squadre), da qualche battuta infelice (tipo quella sull'attuale Giunta Cappelli) ma che di sicuro mai ha dato la sensazione di un qualcosa di costruito. Bisogna dare atto, insomma, che sono state primarie vere come è giusto che sia, con i due che si sono fatti la 'guerra' per arrivare a strappare domenica un voto in più dell'altro. E lo hanno fatto su idee, progetti, contenuti, soluzioni per provare a ridare slancio ad una città che di sicuro ne ha un gran bisogno, lo hanno fatto anche cercando di dare quanto più possibile l'impressione di essere quel nuovo che la gente chiede (ci saranno riusciti?). Una campagna elettorale che ha visto anche una buona partecipazione popolare sia sui social dove in parte si è svolta (per fortuna senza improbabili e buffi tweet all'alba), sia soprattutto fra la gente, nelle frazioni, nei circoli, nelle aziende, per strada, a tavola fra un arrosto girato e una birra.

Per questo c'è attesa per i risultati, ma c'è anche attesa per capire cosa succederà dopo. Uno dei punti clou di questo mese, forse il vero punto clou, è stato proprio quando, nel primo duello al cenacolo degli Agostiniani, si parlò del dopo primarie. La frase di Torrigiani (<se vinco offrirò un posto in Giunta alla Barnini>), la risposta della Barnini (<chi perde non chieda posti di consolazione>), il ruolo che potranno giocare le rispettive associazioni che sostengono le candidature (su questo la Barnini ha chiaramente detto che non farà una lista civica contro il Pd) sono aspetti da tenere in considerazione, seppur tutto si svolga sotto al cappello del comma 6 dell'articolo 3 del regolamento per le primarie (<con la sottoscrizione del presente regolamento, ciascun candidato si impegna, una volta tenute

le primarie, ad accettare il risultato delle stesse e a sostenere il candidato risultato vincente

nella campagna elettorale per l’elezione a sindaco o presidente di provincia>). Proprio per questo il partito ed i rispettivi candidati coi loro staff dovranno essere bravi da lunedì a darsi la mano, fare squadra e ritrovarsi sotto la stessa bandiera per affrontare la sfida più importante che è quella per la poltrona di sindaco. Anche se la storia del partito democratico insegna che esiste da sempre una fedeltà ed un rispetto alla disciplina di partito, avendo assistito alla campagna elettorale ed all'aria che si respirava al cenacolo al momento di quello scambio di battute, crediamo che la cosa non sia facilissima da realizzare. E per il Pd è quantomai importante perchè, dopo il ballottaggio sfiorato per pochi voti in occasione dell'ultima elezione di Luciana Cappelli, la sfida il prossimo 24 maggio non sarà facile. Se il Pd vorrà uscirne non solo vincente ma anche bene, la ritrovata unità fra coloro che fino ad ora si sono sfidati è basilare.

In attesa del dopo, così, ora non resta che fare gli auguri bipartisan ad entrambi col classico vinca il migliore, raccomandando una cosa che, almeno a parole, entrambi hanno dimostrato di avere ben chiara: i programmi che hanno proposto agli elettori sono lì,  nero su bianco, e chi vince dovrà fare il massimo e anche di più per realizzarli. Il tempo delle promesse e dei discorsi è finito. Questa è l'unica cosa certa. Se a maggio uno dei due diventerà sindaco non lo dovrà dimenticare.

Marco Mainardi

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