L'onorevole sottosegretario di Renzi torna a casa. Luca Lotti accolto dall'abbraccio degli amici per sostenere l'amico Tizzanini a una settimana dalle primarie

Giacomo Tizzanini con l'onorevole Luca Lotti (foto gonews.it)

Non torna molto spesso ormai, per questo il rientro a casa, seppur per poche ore, di Luca Lotti è una specie di evento a Montelupo Fiorentino.

Parcheggio la sua auto davanti al pub che ospita la serata del suo amico Giacomo Tizzanini, candidato alle primarie del PD, ed è tutto un abbracciarsi con vecchi amici che lo accolgono stavolta non solo da onorevole, ma anche da sottosegretario.

Niente male a 32 anni ancora da compiere.

E come abbiamo già detto il percorso fatto a tappe rapidissime da Samminiatello a Palazzo Chigi, vede Lotti il solito ragazzo di qualche anno fa. L’ex giocatore di calcio dilettanti – ma il fisico ci sarebbe ancora – l’ex catechista, l’ex allenatore di scuola calcio, non è cambiato affatto. Solo che adesso invece che parlare del suo Milan o di altre cose nostrane gli chiedono dello sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione, di miliardi da recuperare e di tutte le prossime mosse del governo Renzi.

Visto che siamo a una settimana esatta dalle Primarie del PD, con in lizza Simone Terreni e Giacomo Tizzanini, c’è anche chi gli chiede come la pensa di questo confronto per il candidato del Partito di cui, ancora per poco visto il nuovo incarico, è coordinatore della segreteria nazionale.

La risposta non ha bisogno neanche di mezza esitazione: “Sono qui per salutare un amico, Giacomo mi ha invitato alla sua serata e io sono venuto perché mi fa piacere. Con lui ho condiviso un percorso, da anni la pensiamo allo stesso modo. Ecco perché sono qua a pochi giorni da un appuntamento importante per tutto il PD”.

L’accenno alla politica locale fa presto ad allargarsi agli orizzonti personale e subito nazionali: “Io sottosegretario? Non era così scontato come si potrebbe pensare. In ogni caso vi potete immaginare la responsabilità che avverto. Entrare in quei palazzi è qualcosa di davvero emozionante, quando sei lì dentro ti senti spiazzato. Poi ragioni e capisci che è arrivato il momento di mettere in pratica tutto ciò che da tre anni diciamo in giro per l’Italia. Cioè che questo paese ha la possibilità di cambiare e di riprendersi. Adesso che ci siamo tocca a noi”.

“Spero che – aggiunge Lotti – la gente si dimentichi per un momento come ci siamo arrivati, la questione del governo Letta e tutto il resto. Nessuno avrebbe voluto che accadesse quello che è avvenuto. Volevamo le elezioni come passaggio obbligatorio. Ma ora, ribadisco, ci siamo e non vogliamo mollare. Abbiamo ancora tutto da fare e lo faremo”.

Il tutto avviene a Fibbiana fra flash e amici che lo salutano. Fra un brindisi col candidato-amico (o amico-candidato? fa lo stesso) Giacomo Tizzanini e un abbraccio con la signora che lo ha visto crescere o la ragazzina a cui ha fatto catechismo.

Nessuna giacca e cravatta ma un maglione e la febbre che lo fa tossire come un dannato. Ma Luca Lotti c’è voluto essere per dare un segnale alla sua gente. Un ragazzo sui vent’anni si avvicina e gli dà del ‘lei’. Lui lo guarda e gli sorride: “Oh, che mi dai del lei, non scherziamo”.

La serata prosegue come una di quelle tante serate al bar nella sua Samminiatello. Niente è cambiato, o quasi.

 

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