Rapporto mafia e discariche di rifiuti. Nella regione dal 2000 al 2014 la polizia in campo con 129 operazioni

Il Rapporto 2013 su mafia e lo speciale sulle discariche di rifiuti. Ferrara: “Dobbiamo tenere alta l'attenzione e costruire con i giovani una identità di legalità”

A presentare questa mattina a palazzo Buonamici il Rapporto 2013 sulla “Diffusione della criminalità di stampo mafioso in Toscana”, e lo Speciale sulle discariche di rifiuti, monitoraggi delle operazioni delle forze dell'ordine a livello toscano, erano presenti l'assessore alle Politiche sociali della Provincia Loredana Ferrara e il presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Calleri, insieme a Renato Scalia, consigliere della Fondazione Caponnetto, i senatori Lorenzo Diana e Maria Rosa Di Giorgi, e il comandante della Polizia provinciale di Prato Michele Pellegrini che ha affiancato ai dati regionali del Rapporto le violazioni sui rifiuti rilevate dagli agenti a Prato.

“Come amministratori abbiamo il compito preciso di tenere alta l'attenzione sul contrasto all'illegalità e di contribuire a costruire, insieme alle giovani generazioni, un percorso di identità che ostacoli la mafia e l'omertà mafiosa – ha detto Ferrara nell'introdurre il Rapporto – E' importante valorizzare l’educazione ai principi di legalità impedire le infiltrazioni mafiose sul territorio.”

Prato non è una terra di mafia, la mafia però c'è – come indica il Rapporto - sia con un indice di presenza alto sia con un rischio di colonizzazione medio/alto. Le infiltrazioni della criminalità organizzata in Italia sono ormai una realtà ma per evitarne il radicamento è necessaria una presa di coscienza che faccia emergere il fenomeno.

Calleri ha illustrato le parti salienti del report, soffermandosi in particolare sulle discariche illegali e denunciando quanto il tema rifiuti sia un argomento scomodo da affrontare.

“La situazione della Toscana è migliore rispetto ad altre realtà, ma necessita di attenzione - ha detto Calleri – Lo smaltimento illegale dei rifiuti è un ottimo affare per la mafia, e se fino a oggi la Toscana era considerata solamente una terra di transito la scoperta di una discarica di rifiuti tossici della camorra, proprio a Prato, ha svelato l'intreccio di legami pericolosi che si stanno formando sul territorio.”

LO SPECIALE SULLE DISCARICHE DI RIFIUTI – L'indagine sull'abbandono e lo smaltimento illegale di rifiuti è una novità di quest'anno. La Fondazione, attingendo da ARPAT, Legambiente, Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Dia e Polizia di Stato, ha rintracciato in Toscana 129 operazioni di polizia analizzando gli anni dal 2000 al 2014, di queste 7 hanno coinvolto anche Prato.

Le discariche abusive sono 67, lo smaltimento illecito di rifiuti riguarda 58 casi e l'interramento 18.

Ai dati regionali si aggiungono quelli della Polizia Provinciale che invece riguardano le violazioni sui rifiuti rilevate dagli agenti a Prato. Complessivamente nel 2013 sono stati 40 i reati riguardanti la normativa dei rifiuti, in particolare 14 per abbandono di rifiuti, 10 per violazioni delle prescrizioni inserite nelle autorizzazioni e 16 per gestione o trasporto illegale.

La Polizia provinciale è impegnata sia sul fronte delle azioni preventive e di contrasto all'abbandono dei rifiuti nelle zone industriali dei Macrolotti (nell'ambito del patto “Prato sicura”) su mandato di Prefettura e Questura, sia nel contrasto al fenomeno sempre più consistente dell'abbandono di veicoli. Solo nel 2013 ci sono stati 46 nuovi casi, ma, grazie al lavoro degli agenti, 56 veicoli sono stati rottamati o ripristinati alla circolazione.

Ma torniamo alla questione rifiuti. Fino a oggi la Toscana era considerata una terra di transito dei rifiuti illegalmente smaltiti, ma le cose stanno cambiando. La scoperta nel dicembre scorso proprio a Prato di una discarica di rifiuti tossici della camorra ha svelato gli ormai consolidati legami tra la camorra napoletana e la malavita cinese. In questa vicenda per traffico organizzato di rifiuti della lavorazione tessile sono coimputati produttori pratesi e smaltitori ritenuti espressione dei clan camorristici.

Poche settimane fa con l'operazione “500”, il Corpo Forestale e l'Arpat hanno scoperto un traffico illecito di rifiuti in particolare del polverino 500 mesh, un residuo di lavorazione che veniva venduto come un sottoprodotto.

Sono stati sequestrati cinque siti di stoccaggio a Massa Carrara, Firenze (Mugello), Prato, Biella, nonché 5.000 tonnellate di rifiuti. Insomma un vero e proprio traffico organizzato. In precedenza, nel gennaio 2014, i funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Prato e Pistoia e l'ARPAT avevano sequestrato oltre 25 mila chilogrammi di indumenti usati e prodotti tessili caricati su un rimorchio diretto in Tunisia.

Il report risale indietro nei mesi e negli anni fino elencando le oltre cento operazioni in tutta la Toscana e descrivendo un quadro davvero preoccupante di illegalità e reati diffusi. Il numero e la qualità delle operazioni fatte è impressionante, ma in molti casi la lunghezza dei procedimenti o le lievi pene previste fino a poco tempo fa hanno reso difficili condanne significative. Oggi sono stati fatti passi avanti nella consapevolezza del problema, ma occorre trattare la questione dei rifiuti al di fuori dell'emergenzialità sulla quale spesso si agisce.

IL REPORT SULLA CRIMINALITA' - Si ripercorrono le indagini e le operazioni di polizia più significative sul territorio, cercando di mettere a fuoco la situazione odierna e valutando penetrazione e pericolosità delle varie organizzazioni, di origine italiana e straniera. A Prato il mix di presenza mafiosa e di organizzazioni criminali straniere, in particolare cinesi, si è andato radicando negli anni e desta la preoccupazione delle forze dell'ordine.
Di assoluto rilievo la presenza della criminalità cinese e le problematiche connesse ai reati di droga. Dal 1993 ad oggi, certifica il rapporto, sono state circa sessanta le operazioni di polizia e 21 gruppi criminali mafiosi (10 clan della camorra, 8 della criminalità organizzata siciliana, 3 della ‘ndrangheta) coinvolti in fatti accaduti nella provincia di Prato. A questi vanno aggiunti almeno 3 tipologie criminali cinesi (gang, triadi e nuova criminalità economica).

Fonte: Provincia di Prato

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