
Nella giornata di mercoledì 26 febbraio una delegazione del Municipio dei Beni Comuni si è recata presso gli uffici della direzione centrale dell'Agenzia del Demanio. Obbiettivo portare all'attenzione della proprietà la situazione dell'ex caserma 'Curtatone e Montanara' liberata dopo oltre 20 anni di abbandono il 15 febbraio scorso - con il sostegno del quartiere San Martino e di numerose realtà cittadine e nazionali -, purtroppo oggetto di una concreta minaccia di sgombero da parte dell'autorità giudiziaria. La delegazione è stata ricevuta da sei tra i più alti funzionari e dirigenti dell'ente dello stato preposto alla creazione di valore economico e sociale nella gestione del
patrimonio immobiliare dello Stato.
La discussione ha approfondito da una parte la questione del trasferimento dell'ex distretto militare dall'Agenzia del Demanio al Comune di Pisa, dall'altra la proposta partita dal basso e concretizzatasi nell'esperienza del cosiddetto Distretto 42. Dal confronto è emerso che non vi è alcuna urgenza di procedere allo sgombero da parte delle forze dell’ordine, tanto più che il bene - a breve - potrà essere a disposizione dell’Amministrazione Comunale, visto che alcuni nodi finalmente sono in procinto di essere sciolti.
In merito al trasferimento dall’Agenzia del Demanio, proprietaria dell’area, al comune di Pisa sono infatti due le questioni sostanziali da sciogliere, affinché – come auspicato dagli stessi funzionari dello stato – il passaggio vada a buon fine.
Da una parte il Ministero della Difesa deve concludere il processo di dismissione dello stabile di via Giordano Bruno avviato nel 2005 e non ancora formalizzato. L’Agenzia del Demanio proprio in questi giorni invierà una lettera al Ministero, in cui, alla luce del non utilizzo dell’immobile negli ultimi anni, e vista l’intenzione di non sviluppare progettualità sull’area (come certificato dallo stesso Ministero con la sottoscrizione del Progetto Caserme), chiederà il via libera definitivo per il passaggio al Comune. Dall’invio della lettera il Ministero della Difesa avrà 30 giorni per rispondere. Con questo via libera il bene potrà passare al Comune.
“Si tratta - commentano gli esponenti del Municipio dei Beni Comuni – di una risposta scontata, dato lo stato palese di abbandono, incuria e inutilizzo dei 12000 metri quadri di spazio in pieno centro cittadino. Ma è indispensabile che la stessa Amministrazione Comunale faccia sentire la propria voce presso il Ministero perché la risposta positiva arrivi quanto prima”.
Dall’incontro, al contempo, è emerso con chiarezza come il protocollo del “Progetto Caserme” sia da così tanto tempo fermo da considerarsi ormai irrealizzabile. La stessa decisione del Comune di Pisa di richiedere l’ex distretto militare e la caserma Artale nell’ambito delle manifestazioni d’ interesse presentate proprio alla Agenzia del Demanio lo scorso 30 novembre, indicano un percorso che smentisce quel protocollo e avvia un’altra procedura di trasferimento a titolo gratuito che, come detto prima, a breve potrebbe invece andare in porto. Tocca all’Amministrazione Comunale prendere atto che quel protocollo oggi non è più praticabile, e chiudere così il passaggio tramite il percorso definito dal federalismo demaniale.
“Nel giro di 30 giorni – sottolinea il Municipio dei Beni comuni – se ci sarà una chiara volontà politica dell’amministrazione, potrebbe finalmente sbloccarsi l'iter di passaggio dell’ex distretto a titolo gratuito dal Demanio al Comune. Si tratta di un'occasione importante di riappropriazione di patrimonio pubblico che Pisa non può permettersi di perdere, e il cui esito è sostanzialmente nelle mani della amministrazione comunale. Per questo - continuano da Municipio dei Beni Comuni - è assolutamente ingiustificata l'urgenza di uno sgombero di quest'esperienza, che non solo non è di intralcio, ma alla luce dell’incontro di ieri sta contribuendo in maniera positiva e costruttiva alla risoluzione di questa annosa vicenda”.
“Nel frattempo proseguiremo nella nostra opera di riqualifica e recupero, auspicando – concludono gli attivisti del Distretto 42 – che le parti chiamate in causa - ancora silenti - si esprimano nel dirimere le questioni tecniche, e avviino al più presto un costruttivo dialogo con la cittadinanza sul futuro dell'area".
- La dimostrazione di Municipio bene comune
- La dimostrazione di Municipio bene comune
- La dimostrazione di Municipio bene comune
- La dimostrazione di Municipio bene comune
- La dimostrazione di Municipio bene comune
- La dimostrazione di Municipio bene comune
- La dimostrazione di Municipio bene comune
Fonte: Ufficio Stampa
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