
E' in pieno svolgimento la visita pastorale del Cardinal Betori al vicariato di Empoli. Se per il bilancio finale c'è tempo visto che ha ancora in agenda molti appuntamenti, è già possibile dire qualcosa su quanto visto finora, specie riguardo l'atteggiamento dell'alto prelato durante i diversi impegni. Ne vengono fuori alcune impressioni nette, spesso riscontrate anche in molti commenti fra le persone: la sua capacità di stare in mezzo alla gente, la semplicità e la grande partecipazione che sta mettendo in questa visita.
Andiamo a rovescio iniziando dall'ultima delle tre che, non attenendo a valutazioni personali, è senza dubbio la più importante. In ognuno dei momenti pubblici, infatti, si è avvertita nettamente la grande attenzione e partecipazione che il Cardinale ha per questa visita. Alla vigilia si poteva anche immaginare che fosse un qualcosa di formale, una sorta di dovere istituzionale da compiere, sì, ma senza particolare trasporto personale. Ed invece così non è mai stato. In ogni discorso, in ogni posto visitato, in ogni battuta scambiata con la gente si è notata la grande partecipazione che Betori ha avuto per questo tour nella realtà dell'Empolese. Sempre preparato su ogni argomento, specie negli incontri non attinenti solo all'aspetto religioso, sempre attento ad ogni domanda gli venisse posta, sempre pronto a dedicarsi con passione e preparazione al tema trattato di volta in volta. Una visita, da questo punto di vista, soddisfacente non solo dal punto di vista spirituale (e su questo non c'era alcun dubbio), ma anche da quello più pratico del piacere nel vedere una personalità del suo livello manifestare attenzione per ogni cosa, ogni luogo e ogni situazione.
Si passa poi alla dimensione più umana, al Cardinale-persona che ti aspetti magari un po' ingessato, molto formale e che inveci scopri essere un po' come il vicino di casa. Un Betori semplice, perfettamente a suo agio fra le persone, capace di non far pesare il suo ruolo ma di apparire come il parroco in mezzo alla sua gente. Ed è questa, senza dubbio, una dimensione che molti hanno gradito visto che, in fin dei conti, per essere apprezzati anche personalmente dal proprio 'gregge' non è che servano cose particolari ma piccoli gesti. Proprio per questi motivi, crediamo si tratti di una visita che ha fatto bene alla Chiesa ma soprattutto alla gente. Una visita che ci lascia più ricchi. E non solo spiritualmente.