
La stima per le somme urgenze (interventi finalizzati all’eliminazione di pericolo per la pubblica incolumità) ammonta a 23,5 milioni di Euro. I danni a beni e pubblici e privati sono stimabili in 170 milioni, anche se sono “in corso interventi anch’essi di somma urgenza il cui costo non è stato incluso”. Questi i dati resi noti dall’assessore alla presidenza Vittorio Bugli nel corso della comunicazione al Consiglio regionale. Nel ripercorrere i principali eventi alluvionali che hanno interessato tutte le province toscane soprattutto nel mese di gennaio, l’assessore ha rilevato come lunedì prossimo, 17 febbraio, è fissato un incontro con i sindaci dei territori coinvolti e i parlamentari toscani, per “chiedere un sostegno al Governo centrale nel fronteggiare l’emergenza”.
Le avverse condizioni meteorologiche sono iniziate con i primi eventi alluvionali del 4 e 5 gennaio, giorni in cui si sono registrate piogge particolarmente intense nel settore nord-occidentale della regione con precipitazioni fino a 150mm nelle zone del Magra e Garfagnana (di cui oltre 100mm nella sola giornata del 4). “Le criticità segnalate – ha detto Bugli – sono arrivate prevalentemente dalle province di Lucca e Massa-Carrara ed hanno interessato diverse infrastrutture viarie strategiche”. A questo evento è poi seguito quello del 17, 18 e 19 gennaio che “nuovamente è stato significativo” per le zone già colpite in precedenza e che ha fatto registrare precipitazioni fino a 350mm per zone della Garfagnana e alta Val di Lima e di 130mm, nella giornata del 18, su un’area estesa che include gran parte del bacino del Serchio e la Versilia. “A seguito di questo evento – ha continuato l’assessore – si è delineata una situazione di criticità tale da determinare la dichiarazione di evento di rilevanza regionale per le province di Lucca, Massa-Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, tale da richiedere il riconoscimento di emergenza nazionale per cui è stata predisposta una prima stima di censimento danni di circa 16 milioni per somme urgenze e 100 per danni a beni pubblici e privati”. Allora le province colpite erano 5 ed i Comuni interessati 74. Lucca e Massa-Carrara risultavano essere i territori più colpiti con circa il 74 per cento di danni registrati e determinati in larga parte da eventi franosi. Tra questi Bugli ha ricordato la frana di Fabiano nel Comune di Stazzema, quella a Piaggia Grande nel Comune di Barga e sulla strada provinciale della Tambura in provincia di Massa-Carrara.
Il 30, 31 gennaio e il primo di febbraio, una nuova perturbazione ha imposto un aggiornamento delle stime e dei territori coinvolti. I bacini idrografici dei fiumi Cecina, Cornia e Albegna sono stati particolarmente colpiti anche se i fenomeni hanno interessato “tutto il territorio regionale”. “I cumulati di pioggia – ha affermato Bugli – hanno superato i 200mm nella sola giornata del 30 gennaio interessando per la maggior parte la Garfagnana e la porzione di alimentazione dell’Ombrone Pistoiese”. Le precipitazioni abbondanti hanno comunque coinvolto anche il bacino del Cornia, “con punte di 140mm e valori medi intorno ai 110mm nei bacini del Cecina e dell’Albegna”. Nel bacino dell’Arno sono state registrate piogge medie di circa 80mm con punte di 180.
I tre giorni di pioggia a cavallo tra la fine di gennaio e il primo giorno di febbraio hanno innescato “ulteriori, rilevanti frane”. Tra queste quella di Panicaglia a Borgo San Lorenzo e il crollo delle mura medievali di Volterra. I fenomeni alluvionali hanno determinato rotture arginali come quella del fiume Era nel Comune di Ponsacco, e allagamenti vari nel Comune di Montopoli val d’Arno e Saline di Volterra. Proprio a seguito di quest’ultimo episodio, è stata “decretata l’emergenza regionale per tutto il territorio toscano ed è stata presentata al dipartimento di Protezione civile una relazione complessiva degli eventi per il riconoscimento dell’evento nazionale”. “Alle cinque province già inizialmente inserite tra cui Pisa che ha notevolmente incrementato i danni già censiti – ha sottolineato l’assessore – si sono aggiunte le altre e i comuni interessati sono passati da 74 a 155”.
L’assessore ha concluso il proprio intervento parlando delle ultime avverse condizioni atmosferiche, delle piogge cadute con insistenza anche nelle giornate del 9 e 10 febbraio, che hanno provocato diversi allagamenti, oltre a frane e chiusure di strade come la provinciale 117 e le regionali 65 e 445. “Questo ennesimo evento alluvionale aumenterà le somme urgenze di ulteriori 2 milioni di euro” ha precisato Bugli. L’assessore ha elencato una serie di calamità – dal terremoto all’alluvione – che hanno colpito la Toscana dal 2011 ad oggi, parlando di “danni per un miliardo e mezzo”, per i quali la Regione “ha già speso quasi 150 milioni”. “Siamo piegati ma non ci romperemo. Una cosa è certa: la Toscana non può più affrontare l’emergenza da sola, è urgente l’intervento dello Stato”.
Il Consiglio regionale comunque, come ha ricordato l’assessore, sarà chiamato ad approvare una proposta di legge per stanziare contributi straordinari in favore delle popolazioni dei comuni colpiti dagli eventi alluvionali dal 4 gennaio al 1° febbraio.
Alluvioni, appello di Rossi: "Lo Stato faccia la sua parte. Da soli non ce la facciamo"
"Non si può morire per Maastricht e neppure per il Fiscal Compact, non si può morire affogati o franati". Così il presidente Enrico Rossi intervenendo, in Consiglio Regionale, nel dibattito che ha seguito la comunicazione dell'assessore alla presidenza Vittorio Bugli in merito alle più recenti situazioni legate al maltempo che ha colpito tante zone della Toscana.
Rossi ha sottolineato, in particolare, la necessità che lo Stato intervenga sulle azioni di prevenzione mettendo a disposizione della Regione risorse annue, per almeno un decennio, almeno pari a quelle stanziate dalla Regione stessa. "Siamo disponibili - ha spiegato Rossi - a stanziare 50 milioni ogni anno e se una cifra almeno analoga arrivasse dallo Stato, nel giro di un decennio avremmo reso sostenibile una adeguata attività di prevenzione su un territorio che ne ha evidente bisogno". Il presidente ha ricordato lo stanziamento sulla prevenzione, già deciso dalla Regione, di 50 milioni per il 2014 ("Questa è la strada giusta su cui continuare, la strada ragionevole") ed ha rivolto un appello ai parlamentari toscani ricordando come, per le attività di prevenzione, il Parlamento abbia stanziato nell'anno in corso appena 40 milioni per tutta Italia mentre sarebbe necessario almeno un miliardo ogni anno ("fuori dal patto di stabilità, qualcuno vada a Bruxelles a dirlo").
Il presidente ha quindi analizzato altri aspetti sempre legate alle situazioni in cui si trovano, in Toscana e non solo, tanti territori in seguito ad eventi alluvionali: il pagamento dallo Stato sulle somme urgenze ("Lo Stato non può sottrarsi: i Comuni devono essere aiutati e dobbiamo stare a fianco dei sindaci"), un migliore funzionamento nel sistema dei Consorzi ("La nostra legge dice con chiarezza a chi spettano le competenze"), l'utilizzo del territorio agricolo ("E' davvero l'ora di dire basta a lottizzazioni e cementificazioni: la vera prevenzione primaria sta nel blocco delle edificazioni sui terreni ancora intonsi") con una rapida approvazione della proposta di legge da tempo varata dal governo regionale.
Su questo "pacchetto" di azioni, Rossi ha quindi proposto al Consiglio un "percorso unitario", anche riferito a un ravvicinato incontro con i sindaci (previsto lunedì 17 febbraio) e con i parlamentari. A questi ultimi - ha aggiunto - va chiesto anche un particolare impegno affinchè lavorino perchè lo Stato faccia davvero per intera la sua parte nei confronti di una Toscana non sempre trattata in modo equo rispetto ad altre regioni (per esempio sul pagamento delle scorte e sullo slittamento delle tasse per i soggetti privati che hanno subito danni per alluvioni).
In apertura di seduta era stato Vittorio Bugli, assessore alla Presidenza, a fornire alcune cifre sottolineando la necessità di un urgente e significativo intervento dello Stato. Dall'ottobre 2011 al gennaio 2014 - ha detto Bugli - i danni complessivi che ha subito la Toscana in seguito a eventi alluvionali raggiungono un miliardo e mezzo di euro: solo per gli eventi di gennaio, ed escludendo quelli delle ultimissime ore, la stima prevista raggiunge i 250 milioni di euro. "Non possiamo - ha aggiunto - continuare a intervenire da soli: lo Stato sarebbe l'ora si accorgesse che l'emergenza c'è sul serio".
Il Consiglio ha quindi approvato una legge che stanzia tre milioni (di risorse regionali) con contributi fino a 5 mila euro per le famiglie in difficoltà colpite dalle piogge e dalle frane di questo gennaio.
Danni alluvione: Rossi, Toscana sia trattata come Veneto, Emilia Romagna, Sardegna
Dal Governo un investimento di 50 milioni di euro per l’assetto idrogeologico, lo Stato paghi le somme urgenze e sul territorio si blocchi l’edificazione. Questi i punti principali dell’intervento in aula del presidente della Regione Enrico Rossi sulle alluvioni che hanno
colpito la Toscana. “Per l’assetto idrogeologico – ha detto il Presidente - se noi avessimo dal Governo un trasferimento di risorse adeguato potremmo reagire. Il Governo dovrebbe investire quanto noi, 50 milioni l’anno, così, in 10 anni potremmo produrre un cambiamento sul territorio”. “Non si può – ha detto Rossi - morire affogati né franati per Maastricht”. Il governatore ha aggiunto: “Lo Stato deve pagare le somme urgenze, nei casi di interruzioni di strade o di danni nelle scuole o negli edifici pubblici, si deve trovare il modo di intervenire tempestivamente. La Toscana non può stare in uno stato di abbandono e di incuria. I sindaci devono attivare, senza peritarsi, questa procedura.”
Infine, Rossi lancia un appello all’equità: “In questi anni per le alluvioni in altre Regioni sono state date risorse importanti oppure è stato concesso lo slittamento del pagamento delle tasse. Alla Toscana, - ha detto il governatore - invece, no. In molte aree i cittadini sono esasperati, la Regione non può fronteggiare da sola le spese provocate da questi danni. Vogliamo l’aiuto del Governo ed essere trattati al pari delle altre regioni”. Il presidente ha poi invocato il maggior impegno dei parlamentari toscani a Roma a favore della loro regione.
In conclusione, Rossi ha annunciato l’incontro che si terrà lunedì 17 febbraio con i sindaci dei comuni interessati dagli eventi alluvionali e i parlamentari toscani. “Sarà una riunione operativa nella quale spero che riusciremo a concordare un documento per richiedere al parlamento di intervenire”.
Il dibattito
“All’indomani degli eventi alluvionali che hanno colpito le zone di Massa e della piana lucchese – ha detto il consigliere Andrea Agresti (Ncd)- c’eravamo lasciati con un quadro conoscitivo sulle criticità”. “E’ importante – ha continuato il consigliere - conoscere le criticità del territorio e programmare gli interventi, mettendo in campo le risorse necessarie. Brancoliamo nel buio, facciamo un elenco dei danni derivati dagli eventi alluvionali di questi giorni ma non abbiamo una programmazione adeguata”.
“Gli eventi alluvionali purtroppo – è intervenuto Giovanni Santini, capogruppo di Forza Italia – non sono più un’eccezione ma stanno diventando per la Toscana una pericolosa abitudine che sta mettendo a dura prova la nostra regione. Mi chiedo quindi se le opere di messa in sicurezza realizzate in questi anni siano utilizzate al meglio. Mi risulta per fare un esempio che la cassa di espansione nella zona di Peccioli, progettata dalla Provincia di Pisa, sia rimasta asciutta e non sia stata quindi utile alla situazione critica che si è creata a Ponsacco, dove un argine del fiume Era ha ceduto”.
Fabrizio Mattei (Pd) ha sottolineato la “buona organizzazione toscana, la prontezza di intervento della protezione civile” e “il sistema che funziona”. “Adesso è importante – ha detto il presidente della commissione Mobilità – richiamare l’intervento del Governo nazionale perché la Regione non può essere lasciata sola”. “Bisogna avere più cura dell’assetto idrogeologico del territorio – ha concluso Mattei - ma forse alcuni interventi, come le casse di laminazione e il bacino di Bilancino, hanno consentito di parare il colpo e che la situazione non fosse ancora più grave”.
Anche il consigliere Giovanni Ardelio Pellegrinotti (Pd) ha messo in evidenza come priorità l’assetto idrogeologico. “La situazione è critica – ha detto - in varie zone della Regione, ci sono frazioni isolate e frane che interessano moltissimi territori. In questo scenario non possiamo assolutamente lasciare soli i comuni, costretti molto spesso a interventi fuori bilancio per contrastare l’emergenza. La Regione però non può fronteggiare le spese da sola, il Governo deve venirci incontro”.
Il capogruppo Udc Giuseppe Del Carlo ha evidenziato la necessità di indirizzare la prevenzione in due filoni: “quello urbanistico con limiti di edificazione e quello di intervento sul territorio con piani di recupero”. “Obbiettivo – ha concluso il consigliere – dare priorità agli stanziamenti per il rischio sismico ed idrogeologico, per gli interventi di prevenzione. Si parla di piani di intervento predisposti, adesso dobbiamo portarli avanti”.
Anche dalla capogruppo Fds-Verdi Monica Sgherri arriva apprezzamento al “sistema toscana che ha saputo reagire all’emergenza”, “ad una società civile organizzata” e alle istituzioni presenti sul territorio. “Oltre alla priorità di una programmazione straordinaria – ha detto Sgherri – la difesa del territorio e il riassetto idrogeologico devono diventare i capisaldi di un programma di sviluppo per promuovere politiche di ripopolamento di campagna, montagna e centri minori; di recupero del patrimonio edilizio e di sostegno all’economia del territorio. Insomma, la difesa e la cura del territorio devono diventare una nuova forma di produzione di reddito”.
Loris Rossetti (Pd) ha apprezzato la presenza della Regione sul territorio in quasi tutte le situazioni di emergenza e ha ribadito gli strumenti di programmazione regionali, in particolare le leggi per la salvaguardia del territorio. “L’agricoltura – ha detto il consigliere – deve diventare uno strumento per evitare il dissesto idrogeologico e le terre incolte vanno riassegnate”.
“Ci sono frazioni, nei comuni di Pietrasanta e Stazzema, rimaste isolate a causa delle frane - ha dichiarato la consigliera Marina Staccioli (FdI). Da anni si parla di creare in quelle zone strade alternative per fronteggiare questo problema, senza ancora aver trovato una realizzazione pratica. Credo che sia necessario risolvere la situazione, è impensabile infatti abbandonare intere aree”.
Alluvioni: via libera a legge per contributo di solidarietà
Il Parlamento della Toscana ha approvato con voto unanime la legge che stanzia un contributo straordinario di solidarietà, con un limite massimo di 5mila Euro per nucleo familiare, da ripartire nei Comuni colpiti dagli eventi alluvionali che hanno interessato la Toscana nei giorni 4-5, 17-20 gennaio 2014 e 31 gennaio-11 febbraio 2014. Eventi per i quali il presidente Enrico Rossi ha dichiarato lo stato di emergenza con due distinti provvedimenti. ll primo per il territorio delle Province di Lucca (33 Comuni), Massa-Carrara (17 Comuni), Pisa (4 Comuni), Pistoia (13 Comuni) e Prato (7 Comuni), l’altro per tutto il territorio regionale.
Lo stanziamento approvato, in linea con quanto già avvenuto per le alluvioni dei mesi di novembre 2012 e settembre-ottobre 2013, costituisce un primo aiuto finanziario per consentire ai cittadini di far fronte alle spese urgenti e necessarie al ripristino delle abitazioni e delle pertinenze danneggiate dagli allagamenti.
L’importo complessivo stanziato ammonta a tre milioni di Euro da ripartire tra i Comuni colpiti in misura proporzionale al numero delle segnalazioni di danno che saranno acquisite dalle amministrazioni locali a seguito di avviso pubblico. Le stesse amministrazioni disciplineranno, autonomamente, criteri e modalità di assegnazione del contributo che potrà essere richiesto da nuclei familiari aventi un valore Isee massimo di 36mila Euro, riferito all’anno 2012, con abitazione abituale e stabile nei Comuni colpiti. La copertura del contributo di tre milioni viene iscritta nel bilancio di previsione 2014.
Come precisato dallo stesso presidente Rossi durante il dibattito in Aula: ”Questa legge è un contributo di solidarietà per chi ha avuto, come suol dirsi, l’acqua in casa, e non ha nulla a che vedere con il contributo a chi, famiglie o imprese, ha avuto danni da alluvione”.
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