Rossi e Bugli incontrano gli ex sindaci dei comuni 'fusi': "Un'esperienza lungimirante". Ai nuovi Comuni subito 500mila euro a testa

Enrico Rossi (foto gonews.it)

"Un'esperienza lungimirante, di una politica anche che non guarda ad interessi piccoli e immediati". Infatti, per fondersi, i sindaci hanno accettato di concludere anzi tempo il loro mandato. "Un esempio di razionalizzazione possibile, che porterà da subito vantaggi ai cittadini: più risorse, migliori servizi e la possibilità di fare investimenti senza dover fare i conti, per tre anni, con il patto di stabilità".

Il presidente della Regione Enrico Rossi e l'assessore alla presidenza e ai rapporti con gli enti locali Vittorio Bugli hanno iniziato oggi un viaggio tra i comuni toscani che hanno deciso di fondersi: sedici amministrazioni dove da primavera ad ottobre dell'anno scorso si sono svolti referendum ed hanno vinto i sì.

Lavori in corso - Sulle auto di servizio ci sono ancora i nomi dei vecchi comuni. La toponomastica è in parte da rivedere e, dopo le elezioni di maggio, dovranno essere disegnati i nuovi stemmi e gonfaloni. Ma dal 1 gennaio Lari e Casciana Terme, famosi per le ciliegie, il presepe vivente e le terme e già insieme fino al 1927, e con loro Crespina e Lorenzana, amate dai pittori e per le sagre, son diventati due comuni da quattro che erano: due comuni separati da una manciata di chilometri e parte dell'Unione Valdera, due comuni al posto di quattro per meno di 30 mila abitanti e un territorio di 170 chilometri quadrati.

Sostegno nella fase di passaggio - Da questi due nuovi comuni è iniziato oggi il viaggio di Rossi e Bugli: prima tappa al castello di Lari, dove hanno incontrato il commissario Massimo Romeo e i sindaci uscenti Mirko Terreni e Giorgio Vannozzi, quindi in palazzo comunale a Crespina per Crespina Lorenzana, due amministrazioni comunali in questo caso dal colore politico diverso, con il commissario Flavio Ferdani e gli ex primi cittadini Thomas D'Addona e Gianluca Catarzi.

"La nostra è una visita di cortesia – ha sottolineato Rossi -, ma anche l'occasione per confermare disponibilità e collaborazione della Regione nella fase delicata in cui ciascun commissario prefettizio, assieme agli ex sindaci, dovrà in questi mesi unificare le diverse strutture comunali di partenza". "Aggregarsi – ha aggiunto -sarà una scelta sempre più inevitabile in futuro. Qui si è giocato e vinto una partita di coraggio, resa magari più appetibile anche dagli incentivi regionali".

Contributi e niente patto, ripartono gli investimenti - Ogni Comune che l'anno scorso ha scelto di fondersi può contare infatti in Toscana su 250 mila euro di contributi straordinari, per cinque anni, da parte della Regione. Sono 500 mila euro l'anno per ciascuno dei due nuovi comuni. "Soldi che, grazie ad una modifica alla legge finanziaria – puntualizza l'assessore Bugli -, arriveranno già nelle prossime settimane".

Soldi a cui si sommeranno dal 2015 maggiori finanziamenti dello Stato, ovvero un 20 per cento in più, per dieci anni, dei trasferimenti erariali concessi nel 2010. E poiché per tre anni i nuovi Comuni saranno esentati dal rispetto del patto di stabilità, è evidente come questo consentirà di metter gambe ad investimenti e progetti bloccati da tempo. A Casciana Terme Lari, oltre 21 mila residenti per 126 chilometri quadrati, le priorità sembrano essere viabilità e scuole. A Crespina Lorenzana, 5500 abitanti e 45 chilometri quadrati, si ragiona di parchi, illuminazione, riqualificazione dei centri storici ed un nuovo regolamento urbanistico, per cui ora non c'erano soldi per affidare l'incarico.

La Toscana si ridisegna: dal 1 gennaio otto comuni in meno

"Per la guida del Touring la Toscana rimane la terra dei municipi. "Con sedici comuni che hanno scelto di fondersi e diventeranno quattro in parte questo luogo comune è stato sfatato – spiega il presidente della Toscana Enrico Rossi, in visita oggi nel pisano in due delle otto nuove amministrazioni - . I Comuni dove i consigli comunali avevano scelto di fondersi ma i no al referendum poi hanno vinto dimostrano invece che è ancora così, che la nostra regione è terra di campanili. Vorrà dire che ci si riproverà tra un po. Ciò non toglie che l'esperienza toscana rimanga unica".

Sedici comuni, su 287 che se ne contavano fino all'anno scorso in Toscana (e 279 che sono diventato oggi), non sono infatti pochi. "E' il segno che una nuova strada è stata tracciata – dice l'assessore Bugli – anche perché le richieste di comuni che vorrebbero fondersi continuano ad arrivare". E se si considera che la Toscana, nonostante tutto, conta molti meno comuni di tante altre Regioni, esito della razionalizzazione messa in atto già dal granduca Leopoldo nel Settecento, quei sedici comuni diventano un numero ancora più pesante.

"Visti i vantaggi, i contributi e le deroghe al patto di stabilità, i risparmi che potranno arrivare dalle economie di scala ed una migliore organizzazione dei servizi – risponde Bugli ai giornalisti – chi ha scelto di non fondersi ha perso un'occasione. Non cambio però idea e ritengo doveroso che siano le singole comunità a decidere il loro futuro. Magari vedere cosa succederà in questi nuovi comuni farà loro cambiare idea in futuro".

I sedici Comuni che nel 2013 hanno scelto in Toscana di fondersi, oltre a Crespina, Lorenzana, Lari e Casciana Terme, sono Fabbriche di Vallico e Vergemoli a Lucca, Figline Valdarno e Incisa a Firenze, Castelfranco di Sopra e Pian di Scò, Castel San Niccolò e Montemignaio e poi ancora Pratovecchio e Stia ad Arezzo e San Piero a Sieve e Scarperia nel Mugello fiorentino.

Fonte: Regione Toscana

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