Mortale sulla 429 a dicembre, il marito di Cristina Lazzeri: "Il protocollo di allerta non fu adeguato alla circostanza". Appello alla Regione

L'incidente lungo la nuova 429 di Certaldo (foto gonews.it)

Un ringraziamento a chi ha tentato il possibile per salvare sua moglie ma anche un monito alla Regione Toscana affinché il sistema dell’emergenza sanitaria non subisca tagli e non sia così in grado di dare risposte adeguate nei casi di necessità. A scriverla è Moreno Santini, volontario della Croce Rossa di Certaldo ma soprattutto marito di Cristina Lazzeri, 50 anni, scomparsa in seguito a un incidente stradale avvenuto lo scorso 20 dicembre sulla nuova 429 a Badia a Elmi, frazione di San Gimignano, dove rimase ferita anche la loro figlia 18enne Marella. Anche Cristina era volontaria della Croce Rossa.

Moreno, a poca distanza da quei tragici episodi, si è fatto forza e ha deciso di rendere nota questa sua lettera aperta che di seguito pubblichiamo.

“Scrivo questa lettera all’attenzione degli amministratori del Servizio Sanitario che in questi giorni si accingono a riformare il Servizio di Emergenza.

Vi scrivo perché il 20 dicembre scorso, in un terribile incidente stradale sulla strada 429 bis mia figlia Marella ha perso sua madre ed io mia moglie.

In quella circostanza abbiamo vissuto lunghi momenti terribili che rimarranno impressi nelle nostre menti.

Colgo questa occasione per sensibilizzare Voi, in quanto, avendo vissuto tutto il tempo di esecuzione dei soccorsi, devo sottolineare che, a mio avviso, il protocollo di allerta non era adeguato alla circostanza.

Mia moglie è rimasta intrappolata nelle lamiere per oltre 40 minuti, perché i primi soccorritori, arrivati insieme a me sul luogo del sinistro, non avevano mezzi adeguati per tagliare le lamiere, mezzi che solo i Vigili del Fuoco hanno e sono in grado di utilizzare.

Infatti dopo il loro arrivo tutto si è svolto in maniera adeguata, ed i soccorsi sanitari hanno potuto svolgere il loro compito in condizioni più normali e procedere alla stabilizzazione del ferito.

Vi scrivo perché ritengo che nessuno debba vivere esperienze come questa, e nessuna vittima di incidenti debba rischiare la vita per inadeguatezza del protocollo di emergenza.

Vi scrivo perché cinici tagli di spesa non vadano a danno di strutture e organizzazioni che operano nel servizio di emergenza, e la mancanza di mezzi possono vanificare l’impegno dei soccorritori, che anche in questo caso hanno lavorato molto, ma in condizioni così difficili che il loro impegno non ha dato risultati aspettati.

Vi scrivo perché sia valutata la necessità di un servizio di emergenza al cittadino degno di tale nome in un paese civile e che siano allocate le risorse e le competenze necessarie.

Devo tuttavia precisare che in questo caso, l’impatto è stato così violento che non sarebbe comunque stato possibile salvare mia moglie.

Con l’occasione desidero ringraziare tutti i soccorritori, perché, anche se è il loro compito, non hanno desistito un solo momento nei tentativi di rianimare mia moglie, lavorando in condizioni impossibili.

Desidero ringraziare le forze di polizia e carabinieri per la professionalità nello svolgere il loro lavoro, e il sostegno morale dato a me e mia figlia, testimoni di un evento che rimarrà impresso nelle nostre menti, perché anche se è loro dovere, hanno mostrato una sensibilità e un’attenzione alle nostre persone davvero importante e di conforto in momenti per noi davvero terribili”.

Moreno Santini

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