
Intervista con Roberto Ancillotti, allenatore della Toscana Atletica Empoli, specializzato nei salti.
-Com’è andato quest’anno dal punto di vista dei risultati?
Piuttosto bene, direi. Francesco Muller, nel triplo, è in continua crescita e quest’anno ha raggiunto i suoi due obiettivi e cioè superare i 15 metri e qualificarsi agli italiani. Anche Pampaloni, nonostante sia un velocista, ha ricominciato a saltare, con risultati soddisfacenti, mentre Michelle Plo si è confermata tra le prime dieci toscane nel triplo.
-Da cosa si riconosce un buon saltatore?
Può quasi sembrare una banalità, ma direi dai piedi. Le caratteristiche più importanti sono elasticità, reattività, dinamicità e velocità. Anche da un esercizio molto semplice si capisce subito se un ragazzo potrà divenire un buon saltatore.
-Per quale motivo solitamente ci si appassiona ad uno sport come l’atletica?
Perché l’atletica è come un virus. Un virus benefico, naturalmente. Dato che si tratta prima di ogni cosa, di una sfida con sé stessi e non serve essere dei campioni per amarla. Dai molti ragazzi che ho allenato, posso dire di aver ottenuto risultati spesso soddisfacenti non solo sul campo, ma anche dal punto di vista caratteriale. Un esempio su tutti, Alessio Piscini, che adesso ricopre l’incarico di presidente della Fidal Toscana.
-Della tua carriera di atleta cosa puoi dirci?
Purtroppo a causa di alcuni grossi infortuni ai flessori, non ho avuto vita lunga come atleta. La mia carriera di allenatore è iniziata piuttosto presto. Mi piace comunque ricordare che detengo ancora il record toscano Under 14 di salto in lungo con 6.39. Dal 1975 ancora nessuno è riuscito a batterlo in quella categoria.
Fonte: Toscana Atletica Empoli
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