Addio alla centrale operativa 118, per la nostra politica è una sconfitta. Qualsiasi reazione appare tardiva

(foto gonews.it)

Era scontato, forse inevitabile, di sicuro nell'aria ma, nonostante tutto, quando la notizia è arrivata in modo ufficiale è stato un colpo duro da assorbire. Dopo il tribunale di via Sanzio, la nostra città perde infatti anche la centrale 118.

Quando vi troverete purtroppo a dover chiamare soccorso non vi risponderanno più dall'ospedale di viale Boccaccio ma da una delle sei centrali (Pistoia, Livorno, Siena, Arezzo, Firenze, Viareggio) che poi, entro il 2016, diventeranno tre. Non vi risponderanno da una centrale nuova di zecca e tecnologicamente avanzata come quella empolese (<l’attuale Centrale 118 - si legge in una nota della conferenza dei sindaci di poche settimane fa - risulta in possesso dell’80% dei requisiti strutturali, funzionali tecnici ed organizzativi previsti per questa funzione>) ma da una delle città suddette.
Sgomberiamo subito il campo dal primo dubbio che assale chi legge la notizia: dal punto di vista pratico cambierà ben poco visto che la moderna tecnologia di cui le centrali sono dotate consente di attivare automedica o ambulanza da qualunque parte del mondo uno si trovi. Basti, al proposito, ricordare come in Spagna ce ne sia una a livello nazionale.

Sarà magari fondamentale adeguare tutto il sistema (<i nuovi assetti organizzativi che verranno definiti - si legge nella nota della Regione - assicureranno l'omogeneità dei servizi su tutto il territorio regionale: omogeneità di dotazioni tecnologiche, di formazione degli operatori, e la presenza del medico di guardia H24 in tutte le centrali operative) così da garantire l'unica cosa che conta, ovvero l'intervento immediato sull'obiettivo.
Detto questo non è possibile non evidenziare come per il nostro territorio e soprattutto per la nostra 'politica' sia una sconfitta. La riorganizzazione voluta dalla Regione va a toccare un vero e proprio fiore all'occhiello dell'Empolese, un servizio fatto in primis da professionisti medici ed infermieri e poi da dipendenti e volontari delle associazioni scrupolosamente formati e continuamente aggiornati che ha sempre lavorato con grande impegno, professionalità, coesione e passione a servizio del cittadino.

Proprio per questo ci sentiamo toccati nel vivo, derubati di un qualcosa costruito negli anni con tanto duro lavoro e ora portato via per una decisione politica giunta dall'alto in barba al fatto di avere qui una centrale nuova di pacca, tecnologicamente avanzata al punto che per essere inserita nelle 'magnifiche sei' avrebbe avuto bisogno di un minimo investimento diversamente da altre sulle quali si dovrà spendere molto di più.

Niente di tutto questo è stato preso in considerazione nella stanza dei bottoni e non c'è da meravigliarsi visto che, come denunciarono la rappresentanze sindacali degli infermieri non più tardi di un paio di settimane fa, loro non sono nemmeno stati consultati. E si parla di infermieri, di gente che assieme ai medici non solo è quotidianamente sul territorio ma che questo sistema ha fondato e portato avanti negli anni.

Dall'angolo di Empoli la faccenda si vede così, forse dal 'centro', da altre città o dalle poltrone della Regione si vede diversamente e tutto appare magari logico, ma da quando abbiamo letto la notizia ufficiale, sentiamo che qualcosa di nostro ci è stato portato via. Come sempre ha deciso la 'politica' e l'Empolese-Valdelsa ha perso. Vediamo ora cosa succederà con la dura presa di posizione della conferenza dei sindaci presieduta da Andrea Campinoti, ma la sensazione - ci auguriamo sbagliata - è che sia tardi. Chi invece non ha perso è ogni attore del servizio che, medico, infermiere o volontario che sia, sarà comunque pronto ad intervenire con la competenza di ieri, di oggi, di domani.

Marco Mainardi

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