
Di temi, nella sua lunga carriera, ne aveva affrontati e messi su tela tanti ma mai prima d'ora si era cimentato con un musicista. Ora anche questa lacuna è stata colmata. Il teatro Shalom ospita fino al prossimo 15 dicembre una mostra dell'empolese Marcello Ciampolini che, nel 200° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, gli dedica ben 13 opere. Un viaggio affascinante attraverso la Traviata, l'Aida, il Nabucco visti con gli occhi particolari di un pittore che non riesce mai ad essere banale e che affascina col suo modo originalissimo di dipingere.
Parlare con Marcello è cosa sempre piacevole, l'appuntamento è nel suo studio dove il caffè è d'obbligo e dove il tempo scorre via veloce come capita ogni qualvolta la conversazione è piacevole ed interessante. Dovendo trasformare il tutto in un'intervista, il problema, magari, è stare dietro ai suoi tanti pensieri, alle sue idee, ai suoi progetti. Ci proviamo legandolo all'attualità, a questa mostra che una volta di più mette in risalto il suo grande talento artistico.
Marcello, perchè Verdi?
<Perchè questo è un anno particolare visto che nel 1813, precisamente duecento anni fà, nacque questo straordinario artista. Un anniversario importante per un personaggio che ha dato lustro al nostro paese>.
Come nasce l'idea della mostra?
<E' una storia un po' lunga, nasce dalla dottoressa Carli delle Belle Arti che propose di unire quattro pittori toscani fra cui io per dedicare una mostra a Verdi. Si trattava di un bellissimo progetto da mettere in pratica a Cerreto Guidi e che puntava anche a coinvolgere la scuole. L'idea era quella di far dipingere i ragazzi appassionandoli così sia a Verdi che al pennello>
E poi cosa è successo?
<Anche il sindaco Tempesti era entusiasta della cosa. Poi, purtroppo, ci siamo ritrovati tutti a dover fare i conti con i tagli agli enti pubblici che ben sappiamo e, purtroppo, con grande dispiacere da parte di ogni componente di questa idea, ci siamo dovuti fermare>.
Ma non ti sei arreso.
<No, io ho proseguito nel mio lavoro fino a che gli amici dello Shalom mi hanno detto: perchè non fare la mostra da noi? Ed eccoci qui>
Che esperienza è stata dipingere Verdi?
<Molto bella per me. Prima di tutto me lo sono studiato con calma ed in modo approfondito, poi ho cercato di mettere sulla tela come io lo vedevo. Come sempre l'ho fatto a modo mio, dando quindi una lettura particolare>
Un lavoro del genere di quanto tempo necessita?
<Si inziò a parlarne dai primi mesi del 2012 e quindi oltre un anno di lavoro. Poi io sono un pittore molto particolare. Quando lavoro non voglio assilli nè imposizioni di tempo. Ci metto il tempo che serve. E' uno dei motivi per i quali non sono mai stato un pittore da galleria. Quando questo mi è stato proposto durante gli anni anche da gallerie importanti ho sempre risposto che io lavoro sulla qualità e non sulla quantità. Sicuramente ci ho rimesso, ma sono fatto così, non ci posso fare niente>
Esposti ci sono anche due studi sulla Via Crucis. Possiamo dire che è uno dei tuoi desideri dipingere tutte le stazioni della passione e morte di Gesù?
<Sì, è una cosa a cui terrei molto e della quale sto parlando ormai da tanti anni. Spero un giorno di poter veder realizzato questo mio desiderio. Il lavoro ce l'ho già tutto ben impresso in testa. Ora si tratta solo di riuscire a metterlo in pratica ed i tempi, purtroppo, non sono dei migliori>
Qui hai iniziato con l'orto degli ulivi e il tradimento di Giuda e l'Ecce Homo. C'è un motivo particolare per la scelta di questi due momenti?
<Nell'orto degli ulivi avviene il primo tradimento e Gesù sudava sangue mentre pregava. Poi l'ecce homo è la scena madre, quando viene portato davanti al popolo che grida la sua condanna a morte. Sono due passaggi fondamentali e per questo li ho preferiti ad altri>
L'arte sacra è una componente fondamentale del tuo lavoro, eppure hai trascorsi anche politici di tutt'altro stampo
<E' vero, mi sono piano piano avvicinato alla fede, sento dentro di me che qualcosa di superiore a noi c'è e la vivo a modo mio. Come direbbe Papa Francesco non sono un cristiano da salotto ma è indubbio che qualcosa negli anni è cambiato. Credo che, se non si sente questo qualcosa dentro, sia difficile poter affrontare l'arte sacra. Un ateo farebbe fatica a riuscirci>.
Allora la prossima volta ci sentiamo per l'inaugurazione della Via Crucis?
<Speriamo, ne sarei molto felice>.
Marco Mainardi
La mostra 'Omaggio a Giuseppe Verdi' è visitabile al teatro Shalom fino al 15 dicembre (da giovedì alla domenica 17-19). Domenica 15 è in programma il gran finale con una serata musicale ad opera del centro culturale Ferruccio Busoni
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