Tomaificio Navarrini chiude e licenzia 8 donne. Si muove Rifondazione Comunista in Provincia

Andrea Calò, a sinistra, e Lorenzo Verdi (foto d'archivio)

Chiude il Tomaficio Navarrini, nella zona di Ponterosso a Figline Valdarno. Otto donne licenziate senza preavviso e con la minaccia di non avere immediatamente corrisposti nemmeno gli arretrati.

Una beffa, se si pensa, che ieri si sia commemorato la parità tra i sessi e condannato la violenza di genere e il femminicidio. Rifondazione Comunista nel denunciare il comportamento irresponsabile della proprietà del  Tomaficio Navarrini, chiede alla Provincia di  Firenze di intervenire al fine di maggiore responsabilità sociale sul piano delle relazioni e scelte produttive e il pagamento immediato degli arretrati dovuti alle lavoratrici.

Domanda di attualità art. 39 del Regolamento del Consiglio Provinciale di  Firenze.

Il Tomaficio Navarrini, aperto dal 2009 nella zona di Ponterosso a Figline , licenzia senza preavviso 8 lavoratrici. La proprietà , manifestando  da subito il minimo di responsabilità sociale e di umanità verso le prorie dipendenti “ …ha già annunciato che non pagherà gli arretrati…”.

Si aggiunge questa  nuova crisi occupazionale alle altre che stanno massacrando il Valdarno e il territorio della provincia di Firenze, senza eccezione alcuna.

La prima preoccupazione va al futuro che attende le otto lavoratrici licenziate; la beffa del licenziamento è stata resa nota ieri, quando si è commemorato  in tutte le Istituzioni le vittime del femminicidio e della violenza di genere.

Licenziare otto donne, che hanno superato i 40 anni, nel pieno della maturità , con tutti i carichi familiari di cui anche ieri tanto si è parlato, non equivale ad aggiungere una nuova violenza contro le donne?

La negazione del diritto al lavoro e all’autonomia delle lavoratrici è aggiungere altra violenza nella struttura sociale; anche di questo le Istituzioni si dovranno fare carico visto che i “datori di lavoro” pensano unicamente ai propri tornaconti e profitti.

Rifondazione Comunista della provincia di Firenze nel denunciare il comportamento irresponsabile della proprietà del  Tomaficio Navarrini, nella zona di Ponterosso a Figline Valdarno e nell’affrontare la crisi della propria azienda scaricando le otto lavoratici senza un minimo di accompagnamento economico e di ammortizzatori sociali, dichiarano la propria solidarietà con le  otto donne e  in questo contesto chiedono che la proprietà assuma un profilo di maggiore responsabilità sociale sul piano delle relazioni e scelte produttive.

Per quanto sopra esposto gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all'Assessore competente di riferire sulla crisi aziendale del Tomaficio Navarrini, di quali sono i motivi che hanno portato alla suddetta repentina chiusura con la dichiarazione dell’azienda di non pagare nemmeno gli arretrati dovuti alle lavoratrici.

Altresì chiediamo di sapere se la Provincia di Firenze intende attivarsi, unitamente alla Regione Toscana e al Comune di Figline Valdarno per ottenere a breve un incontro con i sindacati di categoria e la proprietà del tomaificio al quale richiedere le garanzie e il pagamento immediato degli arretrati dovuti, garanzie occupazionali  e informazioni sulle prospettive delle lavoratici.

Infine chiediamo alla Provincia di Firenze e alle Istituzioni se sono previsti percorsi specifici per la ricollocazione di lavoratrici donne per le crisi aziendali dove il lavoro è prevalentemente di genere femminile.

 

Fonte: Provincia di Firenze

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