Allevamenti dei cavalli da trotto, il PdL vuole la programmazione fino al 2020

Roberto Benedetti

Il vicepresidente del consiglio regionale Benedetti ricorda che "l'ippica occupa 2mila persone e vanta 7 ippodromi"


"Quali programmi o finanziamenti per il settore degli allevatori di cavalli da corsa al trotto si prevede di inserire nella nuova programmazione 2014-2020? Vi sono allo studio progetti di finanziamento per la promozione e la valorizzazione degli ippodromi in Toscana? Quali sono gli interventi previsti per il comparto zootecnico regionale toscano al fine di favorire gli allevatori nello studio degli incroci e delle genealogie migliori?»

A stringere la giunta regionale, e in particolare l’assessore all'agricoltura Gianni Salvadori, sul futuro impegno che la Regione intende assumere a sostegno del comparto ippico e, nel caso specifico, sugli allevamenti dei cavalli da corsa al trotto è il Vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Benedetti che come esponente del PdL fa parte della Commissione Agricoltura competente in materia.

Il mezzo è quello dell’interrogazione, a cui Benedetti chiede sia risposto in forma scritta.

Il comparto ippico, in crisi profonda ormai da tempo, in Toscana è il più esteso di tutta Italia, tanto da occupare – ricorda Benedetti nel suo documento – «circa 2000 addetti diretti e numerosissimi operatori dell’indotto» e da contare «diversi centri della Federazione Italiana Sport Equestri» nonché «7 ippodromi» addirittura tra Pisa, Firenze, Livorno, Follonica, Capalbio, Grosseto, Montecatini. Tanta roba, insomma.

In questo contesto, scrive ancora Benedetti, «vi sono circa 100 aziende che, su terreni di proprietà o in affitto, svolgono attività di allevamento di cavalli di corsa al trotto» che consiste «nel mantenimento delle fattrici, nel processo di accoppiamento e ingravidamento delle stesse, nello svezzamento e mantenimento dei puledri fino a 14-18 mesi».

«Dopo tale periodo – illustra ancora Benedetti nell’interrogazione – i cavalli vengono venduti a proprietari che li affidano a centri di allenamento». In sostanza, si spiega, «l’introito principale per un allevatore deriva dalla vendita di puledri e, secondariamente, dalla spettanza del 20% dei premi che il cavallo percepisce nelle gare». Il tutto a fronte di «costi operativi molto altri che stanno mettendo seriamente in crisi tutto il comparto, con gravi ripercussioni anche su tutto l’indotto», con riduzione del numero di fattrici e di conseguenza nel numero di puledri nati. In molti, poi, «hanno cessato l’attività a causa dell’elevato rischio d’impresa». Il rischio, insomma, è di vedere definitivamente compromesso un segmento economico che in Toscana conta. E Benedetti chiede alla Regione di scongiurarlo.

Fonte: Ufficio Stampa

Notizie correlate



Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro

torna a inizio pagina