Caccia allo storno, Più Toscana: "Non è possibile il ripensamento sul divieto"

foto d'archivio

Antonio Gambetta Vianna: “È necessario fare le richieste danni per ottenere le deroghe”


«La Provincia di Firenze non ha inserito il territorio comunale di Fucecchio nella procedura per la richiesta di abbattimento di storni perché “evidentemente i presupposti richiesti dalla legge” non sussistono. Per questo, come enunciato dall’assessore Salvadori nella sua risposta alla mia interrogazione in Regione, non è possibile ripensare il divieto di caccia allo storno a Fucecchio». È quanto fa sapere il capogruppo di Più Toscana-Federazione dei Cristiano Popolari in Regione, Antonio Gambetta Vianna, che oggi ha ricevuto la risposta in II commissione “Agricoltura” da parte dell’assessore Gianni Salvadori all’interrogazione presentata lo scorso 5 settembre.

“Lo storno – ha affermato Salvadori in commissione – non è specie cacciabile (l’Italia, a causa delle decisioni dell’Unione europea, è l’unico Stato membro della zona meridionale europea dove lo storno non è cacciabile, ndr) e quindi non può essere abbattuto durante la stagione venatoria con le ordinarie modalità. L’unico modo per abbattere gli storni è ricorrere alle deroghe”. Deroghe che, per legge, devono essere concesse, tra le varie ragioni, nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica, nell’interesse della sicurezza aerea, per prevenire gravi danni alle colture etc.

«Per poter fare in modo che vi sia la caccia allo storno – afferma Gambetta Vianna – bisogna che ogni azienda che abbia subìto danni faccia richiesta di risarcimento. Lo so che l’accesso ai risarcimenti è una corsa ad ostacoli e che per questo molti agricoltori decidono di non presentarla. Ma questo è l’unico modo per ottenere certe deroghe».

Nel 2012, in totale la Regione Toscana ha liquidato 158.781,62 euro di risarcimenti per i danni provocati dagli storni. Quella di Firenze è la terza provincia ad aver ottenuto la maggior liquidazione dei danni da storno con 19.178,60 euro a fronte dei 27.836,02 euro di Siena (seconda) e dei 75.303 euro di Pistoia (prima).

«Invito gli agricoltori che hanno subìto danni a quantificare il danno ricevuto e a presentare la domanda di risarcimento, anche se l’elefantiaca burocrazia regionale scoraggia a farlo. Solo così – conclude Gambetta Vianna – è possibile prevenire altri danni alle colture e permettere ai cacciatori di riprendere la propria opera che non è solo quella della caccia, ma è anche quella di preservare l’ambiente».

Fonte: Gruppo Più Toscana - Toscana Consiglio Regionale

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