Lazzeri (Ncd): “Correttivi regionali sull’intramoenia dove le liste d’attesa sforano i tempi previsti dagli standard toscani”

Gian Luca Lazzeri

«Mentre fiorisce l’intramoenia in Valdelsa è emergenza liste d’attesa. Nella struttura sanitaria dedicata all’intramoenia di Campostaggia costata quasi 1.300.000 (di cui 66.000 a carico dell’Asl 7) i cittadini pagano tre volte per una prestazione: tasse al sistema sanitario, ticket sull’esame ed esame in regime di intramoenia con costi superiori a quelli garantiti dal pubblico. E intanto nel distretto pubblico dell’Alta Valdelsa si aspettano in media anche 80 giorni per una tac e 245 giorni per una risonanza». È la dichiarazione del consigliere regionale Ncd e membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri.

«La causa della lunghezza delle liste – spiega – è da ricercare proprio nel paradosso dell’intramoenia, strumento proposto come soluzione per ridurre i tempi d’attesa consentendo al personale medico di erogare prestazioni a pagamento nelle strutture pubbliche fuori dall’orario di lavoro. Rivolgendoci al servizio di intramoenia abbiamo l’appuntamento nel giro di 2 o 3 giorni addirittura con lo stesso medico e nello stesso locale. Ma la differenza sostanziale è che si paga di più. Col risultato che il saldo attivo dell’attività intramuraria dell’Asl 7 nel 2012 è stato di 97.085 euro mentre i cittadini hanno speso ben 2.378.655 euro rivolgendosi all’intramoenia.

Appare evidente come il sistema sanitario guadagni su una sua stessa disfunzione che va modificata. Lo dimostra il fatto che si sia investito quasi un milione e mezzo di euro nell’immobile dedicato all’intramoenia di Campostaggia senza intervenire sui tempi d’attesa dell’azienda sanitaria Per questo chiedo che nell’ambito delle disposizioni nazionali e per quanto di competenza della Regione, vengano posti controlli e correttivi per verificare l’assoluto rispetto delle prescrizioni di legge ma anche limitare l’intramoenia qualora le liste d’attesa sforino gli standard previsti dagli standard regionali. Come in Valdelsa dove un risonanza al ginocchio richiede anche 180 giorni. Solo in questo caso il percorso potrebbe trasformarsi in virtuoso e l’attività del pubblico e del regime “semi-privato” potrebbero concorrere a migliorare i servizi sanitari offerti ai cittadini. Non come ora dove le liste d’attesa dell’azienda sanitaria costringe spesso i cittadini a pagare il triplo per prestazioni che dovrebbero essere già garantite da tasse e ticket sul sistema sanitario regionale».

Fonte: Gianluca Lazzeri (NCD)

Tutte le notizie di Valdelsa Senese

<< Indietro
torna a inizio pagina