
"Pisa è gemellata, tra le altre, con la città cinese di Hanghzou dal giugno 2009.
La scorsa settimana la nostra città ha avuto l’onore di ospitare il Dalai Lama. Che rapporto c’è tra questi due fatti? Perché vogliamo mettere i due fatti in relazione tra loro? Semplice: il Dalai Lama è, secondo quanto si legge nel dossier di Repubblica intitolato “La storia del terrore cinese in Tibet”, la “figura più odiata dai governanti cinesi”. Il Dalai Lama, guida spirituale del buddhismo e leader politico del Tibet occupato, costretto a vivere in esilio in India, è però, tra le molte altre cose, anche cittadino onorario di Pisa.
Bedini e Nerini, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, hanno “sfidato” il Sindaco Filippeschi e la sua maggioranza, che - denunciano - vogliono “star coi frati (o coi monaci, sarebbe il caso di dire…), e zappare l’orto”, perché, dopo le celebrazioni della scorsa settimana, si apprestano, il prossimo 18 ottobre, a partire per la Cina per celebrare il suddetto gemellaggio.
“Un atteggiamento di un cinismo inaccettabile!” accusa Bedini. “Per questo abbiamo voluto chiedere con una mozione in Consiglio che la delegazione che andrà in Cina a metà ottobre porti la posizione di Pisa a sostegno del diritto del Tibet a vedere riconosciuta dalla Repubblica Popolare Cinese la propria indipendenza e la propria libertà, e a favore del diritto del popolo tibetano a vivere in pace nella propria terra, professando la liberamente la propria fede”.
E Nerini spiega: “Con la nostra mozione gridiamo forte il nostro auspicio che il Dalai Lama possa quanto prima realizzare il suo sogno di poter rientrare in Tibet. Inoltre, invitiamo la delegazione del Comune di Pisa che si recherà in visita istituzionale in Cina a riferire agli amministratori della città di Hanghzou della visita a Pisa del Dalai Lama e a rappresentare agli stessi la posizione politica che emerge dalla nostra mozione”.
Conclude provocatoriamente Bedini: “Dobbiamo deciderci. Ci vuole il coraggio di prendere una posizione chiara: o con il Dalai Lama o con la Cina. Oppure dobbiamo aspettarci che qualcuno, di ritorno da Hangzhou, proponga di revocare la cittadinanza onoraria anche al Dalai Lama?”.
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