Mercoledì 22 gennaio la rsu FIOM-CGIL SHELBOX insieme ad una delegazione di lavoratori ha partecipato al direttivo regionale tenutosi al circolo arci di San Bartolo a Cintoia, che ha visto la presenza del segretario generale Maurizio Landini.
In tale ambito i lavoratori della SHELBOX, hanno con lui condiviso le forti preoccupazioni sia per l’imminente scadenza della cassa integrazione straordinaria (5 marzo 2014), che per la mancanza , ad oggi, di una qualsiasi manifestazione di interesse da parte di soggetti industriali. Questo garantirebbe ai lavoratori una proroga della cassa integrazione o nella migliore delle ipotesi, una ripartenza produttiva di qualsiasi genere. Per ricordare al segretario generale la perseveranza nella lotta dei lavoratori SHELBOX gli è stato consegnato il calendario “attimi di presidio”.
Con lo stesso entusiasmo e determinazione i lavoratori hanno condiviso la chiara posizione presa da Landini affinchè durante il periodo congressuale si possa discutere, con i lavoratori, la possibilità di presentare un emendamento nel quale si chiede alla CGIL di ritirare la firma al “testo unico sulla rappresentanza” Confindustria, CGIL, CISL, UIL e la conseguente riapertura del negoziato per modificare i punti che come fiom non condividiamo”.
Per ripristinare l’ autonomia e la titolarità delle categorie nella contrattazione ad ogni livello, cancellare le sanzioni e l’ arbitrato demandando davvero e senza vincoli ai contratti nazionali il diritto di poter contrattare clausole e/o procedure di raffreddamento per la gestione ed il rispetto degli accordi, ma anche per mettere nelle condizioni tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori interessati, e in ultima istanza le iscritte e gli iscritti, di decidere sugli accordi che li riguardano.
L'accordo siglato da Confindustria, CGIL, CISL, UIL “ sul testo unico sulla rappresentanza”, ricordiamo che viola la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha riammesso la FIOM in Fiat, e che riserva i diritti solo ai sindacati firmatari, complici che accettano tutte le sue regole . Accetta e rafforza le deroghe in azienda peggiorative rispetto ai contratti nazionali su orari, prestazione e condizioni di lavoro.
Prevede la piena esigibilità delle intese, anche per chi non è d'accordo, e le sanzioni per chi li contrasta per migliorare la condizione dei lavoratori.
Un sistema sanzionatorio che colpisce il sindacato e i delegati aziendali. Esclude il voto democratico e vincolante dei lavoratori sugli accordi. Introduce una giuria di arbitri formata da tre rappresentanti di CGIL CISL UIL , tre della Confindustria e un "esperto"esterno che decide sui comportamenti delle categorie. Cioè la FIOM sarà giudicata da una commissione dove padroni e sindacati complici sono la grande maggioranza.
Questo è semplicemente l'accordo separato di Pomigliano, il modello Marchionne esteso a tutti. L'accordo, liquidando le libertà sindacali e l'autonomia contrattuale delle categorie, viola i principi e lo Statuto della CGIL per questo la firma di Susanna Camusso è illegittima e per queste ragioni non può essere sottoposto alla consultazione dei lavoratori e degli iscritti.
Il testo unico sulla rappresentanza è la resa della Cgil al modello sindacale della Cisl. Esso è tuttavia in totale coerenza e assume sino in fondo i principi delle intese interconfederali del 28 giugno 2011 e del 31 maggio 2013 esaltati nel documento congressuale di maggioranza " Il lavoro decide il futuro".
Fonte: La Rsu Shelbox fiom/cgil
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