Caso Chimet: la 'via' è vicina, ma il M5S torna a segnalare il caso in Parlamento e in Regione

La Chimet

Il movimento 5 stelle torna a parlare del caso Chimet: la nota azienda aretina di recupero e affinazione dei metalli preziosi da rifiuti speciali pericolosi e non, è oggetto di una nuova interrogazione, di cui la deputata m5s Chiara Gagnarli, ha annunciato il deposito in parlamento e di un’interrogazione in Regione Toscana da parte dei consiglieri pentastellati.

L’impianto di Badia al Pino – denuncia la portavoce alla Camera Gagnarli - è ad un passo dall’ottenere l’autorizzazione relativa alla Valutazione di impatto ambientale del progetto di ampliamento, tanto osteggiato dai cittadini.

Dopo aver già evidenziato con una prima interrogazione – dichiara la portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera – che il Consiglio dei Ministri di venerdì 9 giugno ha approvato un Decreto Legislativo di attuazione della direttiva 2014/52/UE di modifica dell’attuale disciplina della Valutazione di incidenza ambientale, l’autorizzazione a cui sono sottoposte le attività produttive impattanti, con l’obiettivo di efficientare la procedura e concedere un ampliamento della partecipazione pubblica dei residenti nelle zone interessate, mediante il potenziamento dell’Istituto di inchiesta pubblica.

Fondamentale e opportuno quindi ottimizzare la normativa sull’impatto cumulativo di più impianti, in modo da evitare concessioni in aree già impattate, dando peso all’istituto del Dibattito Pubblico, già previsto dalla Legge regionale 46/2013, come tra l’altro era stato chiesto sul progetto Chimet dal Comitato Salute e Ambiente di Civitella, insieme a 4.652 cittadini cofirmatari, ed inspiegabilmente respinto.

Adesso, chiediamo conto al Ministro dell’Ambiente, costituitosi parte civile nel processo per disastro ambientale contro la Chimet, su quali azioni intenda intraprendere per il risarcimento del danno ambientale, nelle more dell’esito del giudizio civile.

Sappiamo – prosegue la deputata m5s – che la competenza per il rilascio della VIA è in mano agli uffici regionali, che infatti verranno interpellati a loro volta, ma tuttavia, visto l’esito del processo penale, andato in fumo a causa della prescrizione, ci sembra doveroso chiedere al Ministro di intervenire per disincentivare l’opera di ampliamento viste le evidenti criticità di carattere epidemiologico, sanitario ed ambientale a cui è sottoposta tutta l’area.

Fonte: Ufficio Stampa M5S

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