
In relazione all'articolo apparso sulla stampa locale lo scorso 27 aprile, in cui alcuni cittadini si lamentano per un odore acre simile ad "urina di gatto" percepito da circa tre mesi in varie parti della città di Livorno ed in particolare in zona Mastacchi e San Marco, si forniscono alcune informazioni preliminari in merito ai controlli svolti dal Dipartimento ARPAT.
Fin dall'ultima settimana del mese di gennaio sono pervenute all'URP di ARPAT segnalazioni di “forti maleodoranze - tipo urina di gatto”, miste talvolta ad altri odori, avvertite da alcuni cittadini in varie zone della città di Livorno, a seguito delle quali sono stati effettuati numerosi sopralluoghi. Le segnalazioni si sono intensificate a partire dal giorno 20 aprile tanto da richiedere numerosi interventi anche in pronta disponibilità, sabato 23 aprile, su richiesta della Sala Operativa di Protezione Civile della Città metropolitana di Firenze (SOP) attivata dalla Polizia Municipale.
L'elaborazione delle informazioni raccolte dagli esponenti e dei dati meteo riferibili ai primi episodi segnalati nei mesi di gennaio-marzo aveva permesso di individuare le aree nelle quali era più probabile la presenza di sorgenti causa dei disagi olfattivi lamentati. All'interno di queste aree sono stati poi condotti accertamenti su quegli impianti da cui potevano svilupparsi emissioni odorigene, con odori riferibili a composti chimici simili a quelli contenuti nell'urina di gatto e che quindi potevano concorrere ai fenomeni avvertiti: impianti di depurazione, di trattamento rifiuti, depositi di fertilizzanti o materiali putrescibili.
Le ultime informazioni acquisite durante la scorsa settimana ed utilizzate per la ricostruzione puntuale degli eventi con i dati meteo, hanno permesso di restringere l'area di provenienza delle maleodoranze, fino ad individuare un'unica sorgente, all'interno dell'area portuale, in cui convergevano la maggior parte degli episodi segnalati.
Si tratta di un serbatoio scoperto, situato in Darsena Petroli, in cui sono stoccati rifiuti liquidi e fanghi ed attualmente in fase di manutenzione straordinaria con attività di svuotamento per consentire le operazioni di bonifica preliminari ad un successivo adeguamento impiantistico prescritto dagli Enti in fase di rinnovo dell'autorizzazione. L'odore percepito in uscita dal serbatoio è riferibile ad un materiale organico di matrice idrocarburica che staziona sul fondo da molto tempo e sta sviluppando gas tipici dei processi di degradazione.
L'attività ispettiva, che è stata intensificata nell'ultima settimana, ha confermato che tale attività è la principale sorgente delle maleodoranze segnalate ed è stato quindi richiesto all'azienda di attuare nell'immediato tutte le misure per il contenimento delle emissioni odorigene.
Attualmente sono in corso ulteriori verifiche e nei prossimi giorni saranno trasmessi agli Enti e resi pubblici i risultati delle nostre ispezioni e valutazioni.
Fonte: Arpat Ufficio Stampa
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