
Sono emersi durante le audizioni in commissione. Le preoccupazioni di Legambiente ed Italia Nostra ed il giudizio favorevole degli ordini e associazioni professionali
La proposta di legge sull’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio collettivo e diritti di uso civico suscita qualche preoccupazione tra le associazioni ambientaliste, ma riscuote l’apprezzamento di ordini ed associazioni professionali. È quanto emerso dalle consultazioni svolte questa mattina dalla commissione Agricoltura presieduta da Loris Rossetti (Pd). A manifestare le perplessità di Legambiente è stato il presidente regionale Fausto Ferruzza, insieme a Ildo Fusani, presidente del circolo di Carrara, preoccupati per la scelta di affidare la gestione dei beni civici ad un ente con personalità giuridica di diritto privato, che rischia, a loro giudizio, di non tenere conto delle specificità di alcune realtà, come quella delle Alpi Apuane, dove la gestione degli usi civici non può essere separata dalla coltivazione delle cave. “È un intervento legislativo angusto, improprio e fuorviante – ha affermato Fusani – Occorre invece un intervento di ampio respiro sull’economia locale, fondata sulla natura dei beni civici”. “Non può essere la sola agricoltura al centro del sistema”, ha aggiunto Giorgio Pizziolo, esperto della stessa associazione.
La consigliera nazionale Franca Leverotti ed il vicepresidente regionale Mario Venutelli hanno ribadito il giudizio contrario di Italia Nostra sulla proposta di legge, che secondo loro presenta profili di incostituzionalità e di violazione delle leggi statali, vista anche la recente impugnazione da parte del Governo di una legge analoga della Regione Sardegna. In particolare hanno segnalato la scarsa attenzione verso l’attività estrattiva svolta all’interno del Parco delle Alpi Apuane.
Giudizio favorevole, invece, da Paolo Calosi, dell’ordine degli agronomi forestali, che ha ricordato come da anni i tecnici abbiano chiesto una normativa per fare chiarezza sugli usi civici, regolamentati da una legge del 1927, che ponga la popolazione al centro della gestione. Valutazioni condivise da Antonio Sacchini, in rappresentanza dei periti agrari, che ha ribadito come la personalità giuridica privata dell’ente gestore non intacca la natura pubblica del bene. “È utile avere certezze alla vigilia di un nuovo ciclo di programmazione dei finanziamenti comunitari” ha sottolineato Valentino Vannelli della Confederazione Agricoltori, esprimendo apprezzamento per una “risposta adeguata e legittima”.
“La proposta di legge interviene solo sul demanio collettivo e sui diritti di uso civico – ha precisato il presidente della commissione Agricoltura Loris Rossetti (Pd) – Non si applica ai beni sociali ed a quegli immobili originariamente civici, ma che hanno perso definitivamente e in modo irreversibile l’antica destinazione civica”.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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