
Oltre mille anni di storia rispettati, tutelati, valorizzati attraverso un investimento e un’operazione culturale di ampio respiro che mira a condividere con i residenti e i visitatori il pregio di uno dei borghi più conosciuti e apprezzati d’Italia. E’ un destino che ritorna quello del Castello di Montefioralle, già Monte Ficalli, come era chiamato nel 1048 in una delle scritture più antiche tra i documenti conservati nell’abbazia di Badia a Passignano. Dalle mani delle nobili famiglie toscane quali i Ricasoli, i Benci di Figline, i Gherardini di Firenze che nei secoli si alterarono nella proprietà, il borgo di Montefioralle tornava sempre al sua popolo e alla sua Chiesa.
Non un luogo comune ma un comune sentire, una terra di confine che gli abitanti, proprio in virtù della posizione del castello, lontana e vicina al mercatale di Greve, sentiva propria. Oggi, nonostante il trascorrere dei secoli, quella tradizione continua a passare il testimone strizzando l’occhio alla contemporaneità. Un borgo antico, tra i complessi architettonici più prestigiosi che parlano del passato del territorio grevigiano, aspira ad essere più aperto, sicuro e fruibile. E’ questa la filosofia che muove l’idea del progetto di riqualificazione, sostenuto dalla giunta Sottani e finanziato grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Un investimento pari a quasi 400mila euro volto a dare nuova vita al borgo con un complesso intervento di consolidamento della cinta muraria, della scalinata che conduce alla parrocchia di Santo Stefano e del suo sagrato e il rifacimento di parte del selciato del borgo. Un’opera che segue la prima tranche di lavori realizzata alcuni anni fa per il recupero dell’antico torrino, completato nel 2008 per una spesa complessiva pari a 80mila euro.
“Tra i gioielli del nostro territorio c'è Montefioralle – commenta il sindaco Paolo Sottani – un pezzo della nostra storia che parla delle radici, delle tradizioni e del ruolo di primo piano che Greve e il territorio chiantigiano ebbe nel corso del Medioevo e del Rinascimento, un tassello imprescindibile di quel mosaico che rende unico al mondo il nostro patrimonio architettonico su cui il Comune continua ad investire rafforzandone le potenzialità legate alla valorizzazione del territorio e alla promozione turistica, un’operazione di rilancio culturale che acquisisce spessore se fatto vivere e fruire come bene della comunità”. Concluso l'iter delle procedure per l'ottenimento delle autorizzazioni da parte degli enti preposti, il Comune provvederà a far decollare il progetto esecutivo ed entro l'anno ad aprire i lavori.
Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino
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