Strage in confezione, Rossi ancora più duro: "Emergenza umanitaria. Migliaia di persone ridotte in schiavitù"

Enrico Rossi (foto gonews.it)

"Siamo in presenza del più grande distretto tessile sommerso, che si basa sullo sfruttamento di decine di migliaia di lavoratori, ridotti in schiavitù, che lavorano giorno e notte per un euro l'ora e ci consentono di comprarci i vestitini prontomoda. E' una situazione di emergenza umanitaria".

Il presidente della Regione Enrico Rossi torna sul dramma di Prato davanti alle telecamere, dopo essere stato sul posto domenica pomeriggio e questa mattina, interrompendo per pochi minuti una riunione convocata sul tema nella sede di piazza Duomo, con assessori e funzionari di vari settori.

"Per quanto riguarda la sanità e l'integrazione scolastica – ha proseguito il presidente – abbiamo fatto la nostra parte, ma il problema di questa enclave fuori legge deve essere affrontato in chiave nazionale. In primo luogo il governo cinese deve essere chiamato in causa sia per costruire accordi in materia di lotta alla criminalità, sia per contrastare e concertare la concessione dei visti in uscita dalla Cina, eliminando quanto più possibile il fenomeno della clandestinità. La presenza dello Stato a Prato in tutte le sue articolazioni deve essere rafforzata, per esercitare il controllo della legalità in maniera costante. Occorrono poi interventi legislativi che in tutta l'area interessata consentano di esercitare un più rigoroso controllo sugli affitti e sulle cessioni. Occorrono anche politiche per favorire l'emersione economica e che aiutino gli imprenditori che vogliono mettersi in regola.Tutta l'area del distretto deve essere infine oggetto di un grande intervento di ristrutturazione urbanistica e territoriale, integrando alle funzioni produttive, funzioni commerciali e abitative".

Questi sono i punti che il presidente Rossi presenterà in una lettera al presidente del Consiglio Enrico Letta. "La base materiale di questa situazione – ha ripetuto – è lo sfruttamento di migliaia di lavoratori. E' una vergogna che non sappiamo nemmeno quanti sono. Vivono in condizioni disumane, lavorano, mangiano, dormono nei capannoni, in soppalchi che a qualcuno hanno ricordato Auschwitz. Non possiamo permetterci di accogliere così migliaia di lavoratori. Bisogna fare un piano strutturato, che assicuri interventi costanti e graduali. Ho citato azioni che sono soprattutto nella potestà del governo nazionale. Penso a un accordo di programma in cui ognuno si assumerà le proprie responsabilità. In Toscana i diritti umani devono essere garantiti".

Fonte: Regione Toscana

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