
Firmato il Protocollo di Intesa Territoriale tra L’Azienda Sanitaria pratese e la Direzione della Casa Circondariale di Prato per la prevenzione e la gestione della dimensione suicidaria.
Il suicidio è un fenomeno grave che rappresenta un problema di salute pubblica.
In ambito penitenziario si verifica con maggiore frequenza rispetto agli altri ambienti, pertanto è necessario che in carcere siano adottate misure idonee di prevenzione.
Il protocollo, redatto sulla base delle linee di indirizzo regionali, prevede una fase di screening/valutazione del rischio suicidario del “nuovo giunto” nel penitenziario, all’inizio della detenzione e la successiva presa in carico del detenuto risultato a rischio.
La fase di accoglienza è effettuata da una equipe multidisciplinare ( sanitari, educatori, psicologi, psichiatri ed addetti alla custodia) ed è mirata ad individuare con tempestività i bisogni sociali e di salute (generale,psicologica e psichiatrica) del detenuto. In questa fase sono individuati precocemente interventi di tipo terapeutico, specialistico, logistico e di sorveglianza.
La presa in carico prevede la strutturazione di un Progetto Terapeutico personalizzato individuando:
- I bisogni psico-sociali del soggetto.
- Le figure professionali necessarie al processo di cura e assistenza.
Il progetto terapeutico personalizzato è strutturato su aree di criticità e di intervento :
- Area psicologica e psichiatrica (eventuale presa in carico da parte dello psichiatra e/o supporto psicologico continuativo o intervento psicoterapico);
- Area delle dipendenze patologiche (valutazione tossicologica ed eventuale presa in carico da parte del Ser.T).;
- Area sociale/educativa (attivazione di risorse personali, socio-familiari, relazionali e di competenze lavorative);
- Area trattamentale (garantire una sufficiente qualità di vita in carcere);
- Area area della sicurezza: attivare, mantenere o revocare i presidi di Sorveglianza;
- Area del rispetto dei diritti del detenuto: riducendo il più possibile il “gap” tra “dentro e fuori”.
Durante tutta la detenzione è previsto un monitoraggio del rischio suicidarlo.
Il processo di Screening/Valutazione del rischio con conseguente processo di accoglienza e attivazione dello Staff Multidisciplinare può essere applicato, oltre che al Nuovo Giunto, anche a qualsiasi altro detenuto (già ristretto), in caso di:
- gesto autolesivo e/o tentativo di suicidio;
- In fasi particolari della detenzione:
- sopraggiunte notizie negative dalla famiglia (separazione coniugale, divorzio, abbandoni, malattie, decesso di congiunti);
- eventi avversi personali (malattia, perdita del lavoro o altro evento considerato traumatico dal soggetto);
- notizia di trasferimento ad altro carcere; sopravvenuta condanna definitiva di notevole entità, nuove ordinanze restrittive, rigetti di misure alternative;
- fase immediatamente successiva alla comunicazione dell’esito del processo;
- condizione di Isolamento;
- Eteroaggressività, episodi di discontrollo degli impulsi.
Fonte: Asl 4 Prato
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