
Donato Tagliente ( per i concittadini Donatuccio di Belfiore) Reduce della Deportazione nei campi nazisti, e' stato insignito della medaglia d'onore del Presidente della Repubblica, consegnata dal Prefetto di Taranto Umberto Guidato nel corso di una riunione straordinaria del Consiglio Comunale di Crispiano (TA) convocata, dal Sindaco Egidio Ippolito in occasione del 71mo anniversario della cattura da parte delle truppe tedesche seguita dalla deportazione in Germania.
Il Sindaco Ippolito insieme con la Giunta Comunale di concerto con la conferenza dei Capigruppo Consiliari, valutate le sofferenze sopportate con eroico coraggio ed encomiabile senso patriottico anche durante campagne di guerra in Libia, Albania, Grecia e Sicilia da parte del militare, per le speciali benemerenze acquisite verso la Nazione, ha deliberato di intitolare al concittadino Donato Tagliente una strada del Comune di Crispiano.
La cerimonia e' stata introdotta dal Presidente del Consiglio Comunale Francesca Millarte cui hanno fatto seguito gli interventi del Sindaco Egidio Ippolito, di Anna Sgobbio Capogruppo consigliare dell'opposizione e del Prefetto Umberto Guidato che ha consegnato la medaglia a Francesco Tagliente già prefetto di Pisa e Questore di Firenze e Roma, figlio dell'insignito.
Nel corso della cerimonia e' stata proiettata una commovente scheda video, realizzata dal regista Maurizio Amici , con la quale la moglie dell'insignito Maria Greco (per i concittadini Marietta di Belfiore ) con la voce narrante di Antonella Giannini, racconta la vita del marito ( Donatario) militare reduce delle 4 guerre e della deportazione nei Campi tedeschi.
A seguire si e' svolta la cerimonia di scopertura della targa toponomastica da parte del Prefetto Umberto Guidato e del Sindaco Egidio Ippolito e di una scultura realizzata dal Maestro Rolando Stefanacci collocata nel giardino della Masseria Belfiore dove ha vissuto gli ultimi 40 anni Donato Tagliente
Ai due momenti istituzionali, oltre al Prefetto Guidato, al Sindaco Ippolito, agli assessori e i consiglieri comunali, al Questore di Taranto Enzo Mangini, ai comandanti provinciali dei Carabinieri Daniele Sirimarco, della Guardia di Finanza Salvatore Paiano e dei Vigili del Fuoco Francesco Notaro, erano presenti i familiari dell'insignito i rappresentanti delle associazioni d'Arma e della società civile tarantina e crispianese. Il Prefetto di Taranto Umberto Guidato ha rimarcato il valore degli insegnamenti dei genitori evidenziando che le cerimonie per questo tipo di benemerenza istituzionale per il sacrificio sopportato dai nostri cittadini deportati e internati nei campi nazisti durante l'ultimo conflitto mondiale, per prassi, si tengono al Quirinale e in Prefettura il 27 gennaio di ogni anno in occasione della giornata della memoria e che la consegna di questa medaglia e' stata organizzata presso il Comune di Crispiano per renderla concomitante con la cerimonia di intitolazione di una strada comunale deliberata dall'Amministrazione comunale e alla scopertura di una scultura dedicata alla memoria dell'insignito.
- Un momento della cerimonia
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- Un momento della cerimonia
- Un momento della cerimonia
- Un momento della cerimonia
- Un momento della cerimonia
- ll monumento dedicato a Donato Tagliente
- ll monumento dedicato a Donato Tagliente
"Ci e sembrato giusto organizzare questo evento in occasione del 71.mo anniversario della Deportazione nei campi nazisti da parte delle truppe tedesche, del nostro concittadino, ha detto il Sindaco Egidio Ippolito. Mi auguro - ha proseguito il Sindaco - che questa cerimonia serva anche a far riflettere sui contributi dalla comunità crispianese per la conquista della nostra condizione di Nazione libera.
Francesco Tagliente, già Prefetto di Pisa e Questore di Firenze e di Roma dal 1967 nell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza, ha ringraziato tutti i rappresentanti delle istituzioni e della società civile per l'organizzazione delle cerimonie e per la partecipazione, mettendo evidenza la ricchezza degli insegnamenti ricevuti dalla personalità dei genitori "Donatuccio e Marietta" vissuti in un contesto familiare, territoriale e ambientale ricco di valori.
Questa giornata - ha detto Tagliente - per me ha un significato particolare. Quando si è giovani in carriera, può capitare - come e successo a me - che la vita professionale sia caratterizzata da impegni Istituzionali a ritmi accelerati tali da non consentire di riflettere sul valore di quello che hanno fatto i genitori. Chi corre pensando alla meta - ha proseguito - rischia di non accorgersi delle bellezze che circondano il proprio cammino e di non percepire i profumi dei territori in cui vive.
Sono fiero di mio padre e del servizio da lui reso alla Nazione durante le 4 campagne di guerra in Libia, Albania, Grecia e Sicilia e nei due anni di atrocità nei campi nazisti in Germania, e gli sono grato - ha detto ancora Francesco Tagliente - per averci trasmesso i suoi valori come il "Senso dello Stato" e lo spirito di sacrificio e di servizio. La storia lega il passato al presente ha concluso - ci sono cose che insegnano alla vita, e che il tempo non scalfisce: " I valori".
Biografia di Donato Tagliente
Donato Tagliente nasce a Martina Franca (TA) il 12 agosto del 1913.
Trascorre l'infanzia a Medichicchio, una delle 100 Masserie del Comune di Crispiano, insieme ai fratelli Vincenzo e Francesco e alle sorelle Vita, Rosa e Antonietta, in un contesto familiare nel quale fa suoi i valori positivi ed i forti principi morali trasmessigli dal padre Felice e dalla madre Grazia Greco.
Dimostra fin dalla giovinezza una forte determinazione unita ad un grande senso di disponibilità verso il prossimo, sentimenti che gli derivano soprattutto dagli insegnamenti della madre Grazia, del nonno Donato e del bisnonno Giuseppe.
Viene chiamato alle Armi per la prima volta nell'aprile del 1934, e collocato in congedo il primo luglio del 1936.
Il 22 settembre del 1938, nella chiesa di famiglia della Masseria Achille - dove nel frattempo si era trasferito - sposa Maria Addolorata Greco, figlia di Donato Antonio Greco e Angela Baccaro, stimata famiglia proprietaria della Masseria Belfiore,( costruita tra il 1926 e il 1929) proveniente dalla Masseria Belmonte (storica località dove si concluse il brigantaggio meridionale) di proprietà dei suoi nonni Francesco Greco e Maria Addolorata Semeraro.
Il 31 agosto del 1939 viene richiamato alle armi per essere destinato in Libia, lasciando a casa la moglie "Marietta" e la primogenita Grazia, nata da soli 35 giorni.
Passati circa due mesi e mezzo, il 19 novembre sbarca a Bengasi. L'anno successivo, il 31 marzo del 1940, viene ricollocato in congedo.
Il 17 dicembre dello stesso anno viene richiamato alle Armi per la terza volta, per partecipare alla guerra in Albania.
Il 12 gennaio si imbarca da Bari per Valona dove rimane, in territorio di guerra, fino al 23 aprile 1941.
Il primo agosto del 1941 viene trasferito in Grecia. Dopo aver partecipato alle operazioni di guerra alla frontiera Greco Albanese, si ammala, e vien fatto rientrare in Patria per essere ricoverato presso l'Ospedale militare di Taranto e, successivamente, in quello di Chieti. Dimesso, viene inviato in Sicilia dove partecipa alle operazioni di guerra svoltesi sull'Isola.
Rientrato a Taranto, il 9 settembre 1943 viene catturato dalle truppe tedesche, condotto in Germania e tenuto prigioniero in un Campo di lavoro tedesco per circa due anni.
Da li poté rientrare in Italia solo il 6 settembre 1945 e finalmente poté iniziare a godere delle gioie della famiglia dopo aver dedicato e sacrificato circa 11 anni della sua vita alla Patria.
Tra i suoi ricordi del campo di concentramento - raccontati peraltro in famiglia solo negli ultimi anni di vita, sicuramente per non alimentare l'odio verso il popolo che lo aveva deportato e tenuto prigioniero - ricorrevano frequentemente due espressioni in lingua tedesca, rimastegli impresse: "Sie arbeiten mussen" e "Kartoffelscahalen" ("Bisogna lavorare" e "Bucce di patate").
I suoi ricordi sono comunque legati a periodi di profonda sofferenza, non solo fisica, e alla fame, tanta fame fino al punto di rischiare la vita per andare a cercare negli scarti di cucina anche le bucce di patate.
Nel 1956 decide con sua moglie Marietta di stabilirsi, insieme ai 7 figli, nella Masseria Belfiore, dove fa costruire una nuova unità immobiliare, ampliando la struttura preesistente.
I meriti per i servizi resi alla Nazione gli valgono l'Onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana, conferitagli dal Presidente della Repubblica.
Il 12 settembre 1996 cessa di vivere nella sua casa di Belfiore e, da allora, riposa nella tomba di famiglia al cimitero di Crispiano.
Con il passare degli anni le istituzioni e le Amministrazioni maturano e dimostrano una sempre maggiore attenzione nei confronti dei deportati nei campi nazisti.
Nell’ottobre del 2013, Donato Tagliente viene insignito della Medaglia d'Onore del Presidente della Repubblica alla memoria dei cittadini deportati e internati nei lager nazisti, istituita nel 2006.
L’8 luglio 2014, l’Amministrazione Comunale di Crispiano ha deliberato l'intitolazione di una strada alla sua memoria.
L'intervento del sindaco Egidio Ippolito
"Sono fiero di annoverare tra i cittadini crispianesi il benemerito della Patria Donato Tagliente, reduce dalla deportazione nei campi nazisti.
La sua commemorazione ha un duplice alto significato: il ricordo dell’uomo, della sua dedizione e del sacrificio per la Patria, anche a scapito del bene più grande di cui godeva, la famiglia. Ma Donato Tagliente è soprattutto il simbolo di una memoria da tenere viva, in noi e nelle generazioni future, della tragedia e del dolore che ha rappresentato il nazismo per la nostra terra.
Negli ultimi anni le istituzioni e le Amministrazioni hanno maturato una sempre maggiore attenzione per gli accadimenti del secondo conflitto mondiale e soprattutto per la figura dei "deportati", tanto che diverse disposizioni normative in materia sono entrate in vigore.
Con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 , per ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali e, tra gli altri, gli italiani che subirono la deportazione, viene istituito il "Giorno della Memoria" che ricorre ogni anno il 27 gennaio per richiamare la data in cui i soldati dell'Armata Rossa entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz abbattendo i cancelli del più esteso luogo di sterminio nazista.
Quattro anni dopo, con la legge n 92 del 30 marzo 2004, per commemorare le vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata con le conseguenti deportazioni occorse in Istria, viene istituito "Il Giorno del Ricordo" riconosciuto come solennità civile nazionale e celebrata il 10 febbraio di ogni anno.
L'anno successivo, a conclusione del sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, con una risoluzione adottata il 1 novembre 2005, riconosce il 27 gennaio, "Giorno della Memoria", ricorrenza internazionale.
Con la legge n. 296 del 27 dicembre 2006, per rendere omaggio alla memoria dei cittadini deportati e internati nei lager nazisti, viene istituita l’onorificenza della Medaglia d'Onore del Presidente della Repubblica.
Questa spiccata sensibilità dimostrata dal Legislatore verso le vittime del nazismo viene recepita dall’Amministrazione di Crispiano, seppur in ritardo a distanza di 18 anni dalla scomparsa di Donato Tagliente, per rendere onore alle sofferenze patite con eroico coraggio e irrinunciabile senso patriottico dal nostro compianto concittadino.
Leggendo la sua biografia si rimane toccati dall’osservare il computo degli anni dedicati al servizio della Patria e sottratti ai propri affetti. Quasi 11 anni, trascorsi tra campagne di guerra e deportazione nazista. Due frasi, poi, apposte sul suo foglio matricolare, sintetizzano il periodo forse più duro e terribile di questi anni:
9 settembre 1943 : "Catturato dalle truppe tedesche e condotto in Germania".
6 settembre 1945 : "Rientrato in Italia".
Infatti, dopo la proclamazione dell'Armistizio, l'8 settembre 1943, i nostri soldati vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere deportati nei campi di lavoro in Germania.
Donato Tagliente, di fronte a quella difficile scelta, decise di non venire meno ai suoi doveri nella consapevolezza che solo così la sua Patria un giorno avrebbe riacquistato la propria dignità di Nazione libera.
Rifiutando l’arruolamento nelle file dell'esercito tedesco venne fatto “prigioniero" e internato in un campo di concentramento, in condizioni di vita disumane e sottoposto a privazioni di ogni sorta.
Per rimanere fedele all'onore di militare e di uomo, scelse eroicamente la deportazione e la conseguente, terribile e lunga, sofferenza di fame, di stenti e di inenarrabili sofferenze fisiche e soprattutto morali.
La decisione presa lo scorso 8 luglio, insieme con la Giunta Comunale di concerto con la conferenza dei Capigruppo Consiliari, di intitolare una strada del Comune di Crispiano alla memoria di Donato Tagliente ci è sembrata il giusto riconoscimento civico soprattutto dopo aver appreso che nel mese di ottobre dello scorso anno il Presidente della Repubblica, con proprio decreto, lo ha insignito della prestigiosa "Medaglia d'Onore" per le speciali benemerenze verso la Nazione".
La scultura "I Valori della Vita" realizzata alla memoria di Donato Tagliente dal Maestro Rolando Stefanacci.
di Marco Barabotti
“L’arte non rende emozioni: risveglia quelle nascoste di tutti”- E’ una sorta di dettato artistico di Rolando Stefanacci, scultore di fama internazionale. Originario di Vernio, da oltre vent'anni risiede a Monteverdi Marittimo, un Comune immerso nel verde del Comune di Pisa di cui è diventato cittadino onorario e dove, nella storica villa "Le Querciole ", ha realizzato un laboratorio e una scuola per giovani scultori e ceramisti: le sue opere sono ammirate in piazze, parchi e grandi alberghi di tutto il mondo.
Rolando, il settimo di otto fratelli riuscì a percepire i segreti della natura che lo circonda prestando la massima attenzione al materiale umano. E’ stato definito
come "il pittore della meditazione e del silenzio" e nei suoi paesaggi toscani toni e temi profondi vibrano come note musicali che danno la sensazione di un linguaggio ritmico interiore. La sua ispirazione nasce dai meandri della vita interiore, dai profondi studi sull’art reale, che è alchimia, nient'altro che uno specchio naturale della verità rivelata, o psichica metamorfosi art.
Schivo delle gallerie, lavora quasi esclusivamente per se stesso.
"I contenuti estetici di un'opera -dice Stefanacci - possono essere giudicati o interpretati, ma il messaggio del simbolo non deve essere discusso perché è perfetto: tu lo sai o non lo fai". Egli è un maestro del materiale della nuova tecnica tanto che Leonetto Tintori, uno degli artisti più nominati di restauro, oltre ad essere il fondatore della Scuola Vainella a Figline di Prato (dove agli studenti provenienti da tutta il mondo vengono insegnate tutte le tecniche) lo aveva promosso consulente.
Anche nei luoghi legati alla contemplazione e alla sofferenza della morte, Rolando parla di vita attraverso i simboli di una natura purificata dall'amore, nel suo movimento verso l'alto, verso lo spirito del Padre. La vicinanza di Leonetto Tintori lo aveva spinto a effettuare alcuni lavori di restauro, come quello a Villa Azalee di Firenze dove il soffitto era quasi sul punto di cedere: Stefanacci intervenne con un lavoro sostanziale di consolidamento e restauro dei meravigliosi affreschi della volta.
La sua arte ha raggiunto poi l’Europa, con interventi di decorazione in ceramica in storici palazzi e hotel in Germania. Nel frattempo Stefanacci nell’altra sua dimora “Il Gabbiano”, ha vissuto in simbiosi con il suo lavoro: fontane sono diventate sculture, pietre lavorate fuori evocano misteriose figure e affiorano le forme geometriche del frutteto e del giardino. Stefanacci, infatti, con le sue mani sa lavorare sia pietra, che bronzo e ceramica.
E proprio a lui si e rivolto il Prefetto Francesco Tagliente in occasione di una importante cerimonia istituzionale organizzata a Pisa il 2 febbraio 2014 quando ha pensato di offrire alla Città di Pisa una scultura importante - collocata all'ingresso dell'Aeroporto Galileo Galilei- per far ricordare il " Giusto tra le Nazioni", già Questore di Pisa, Angelo de Fiore.
Il Maestro Stefanacci che aveva avuto modo di conoscere le vicende umane del padre del Prefetto, al termine di quella cerimonia, anticipò al sindaco di Monteverdi, Carlo Giannoni, di voler dedicare una sua scultura alla memoria del deportato Donato Tagliente. E’ una maestosa opera di travertino. Su un lato della scultura è raffigurata l'immagine di un uomo che camminando in alto, oltre le nuvole - intese come energia smaterializzata - parla a un bambino a simboleggiare il dialogo tra padre e figlio sul significato della vita. Al centro una bilancia a simboleggiare l'equilibrio degli opposti e un fiore in parte appassito a simboleggiare i cicli della vita.
E ancora la rappresentazione della materia e dell'energia, del bene e del male raffigurate dai due simboli di Yin ( bianco) e di yiang ( nero), la notte che si tramuta in giorno e il giorno che segue alla notte.
L'altra facciata e dedicata alla rappresentazione del ruolo della madre di sette figli, alcuni dei quali vissuti in un contesto sociale complesso con il padre lontano da casa perché impegnato in campagne di guerra, ma sempre presente tramite la figura materna