
Intanto l'azienda ha chiesto la cassa integrazione in deroga e si terrà il primo incontro per discuterne con i sindacati. Ma la sigla avverte: "Niente è scontato"
“Un fulmine a ciel sereno. Prendiamo atto della faccenda e con oggi iniziamo la discussione con l'azienda”, così la Cgil commenta l’improvvisa scelta di chiudere ‘Il Porcellino’ nel Centro *Empoli in Via Sanzio di proprietà della Bruno's di Bruno Sarallo.
Venerdì 25 ottobre il ristorante non ha aperto. I lavoratori hanno saputo solo qualche giorno prima che avrebbero perso il loro posto.
La Cgil si è quindi attivata per fare cerchio intorno ai dipendenti e tutelare i loro interessi. Oggi, martedì 29 ottobre, la sigla sindacale ha organizzato una conferenza stampa per spiegare nei dettagli la vicenda e parlare degli scenari futuri.
- La conferenza stampa della Cgil (foto gonews.it)
- I lavoratori del ‘Porcellino’ (foto gonews.it)
- I lavoratori del ‘Porcellino’ (foto gonews.it)
- Alessandro Filippetti (foto gonews.it)
- La conferenza stampa della Cgil (foto gonews.it)
- I lavoratori del ‘Porcellino’ con Massimiliano Fabozzi (foto gonews.it)
- I lavoratori del ‘Porcellino’ con Massimiliano Fabozzi (foto gonews.it)
- Massimiliano Fabozzi e Alessandro Filippetti (foto gonews.it)
- Massimiliano Fabozzi e Alessandro Filippetti (foto gonews.it)
- La conferenza stampa della Cgil (foto gonews.it)
- Massimiliano Fabozzi e Alessandro Filippetti (foto gonews.it)
- Massimiliano Fabozzi e Alessandro Filippetti (foto gonews.it)
- I lavoratori del ‘Porcellino’ (foto gonews.it)
- I lavoratori del ‘Porcellino’ (foto gonews.it)
Intanto ieri, lunedì 28 ottobre, il sindacato ha avuto un colloquio con i lavoratori in cui si è preso atto delle problematiche e si è pianificato le prossime mosse che prenderanno forma nel primo incontro tra l’azienda e i sindacati in programma domani, mercoledì 30 ottobre a Prato.
A presiedere la conferenza stampa uno dei dipendenti, Alessandro Filippetti e Massimiliano Fabozzi della Cgil. Era presente anche una rappresentanza di 7 lavoratori.
Sono 22 i dipendenti coinvolti, di cui 12 nella sede empolese: otto a tempo indeterminato e 4 apprendisti con un contratto di 4 anni.
Alessandro Filippetti spiega: “Siamo in una situazione pessima, abbiamo pianificato la nostra vita con un contratto indeterminato in tasca. Abbiamo fatto mutui e adesso non sappiamo cosa fare soprattutto in un momento di crisi”.
“Per quanto ne sappiamo – aggiunge Filippetti - l’attività del Porcellino andava bene, e in 4 giorni ci siamo trovati senza lavoro. Non avevamo nessun sentore di questa decisione”.
I lavoratori, infatti, non erano stati avvertiti di nessuna imminente chiusura, unico allarme la rateizzazione degli stipendi di luglio e agosto: “Sapevamo che c’era qualche difficoltà e l’azienda ci diceva di stringere i denti, ma l’ipotesi della chiusura non era assolutamente da prendere in considerazione“.
Nell’incontro che si terra domani a Prato l’azienda avrà un primo contatto con i sindacati. È stata richiesta la Cassa Integrazione in deroga, ma la Cgil avverte: “La soluzione non è così scontata”.
La Cassa integrazione in deroga si regge, infatti, su un finanziamento della Regione di 150 milioni fino al 31 dicembre, ma i fondi potrebbero essere insufficienti e le date troppo strette: in tal caso i tempi di pagamento si allungherebbero.
Ma l’azienda ha dichiarato fallimento e tra le ipotesi c’è anche quella della Cassa Integrazione straordinaria che però graverebbe anche sui lavoratori: “ La situazione a quel punto sarebbe veramente incerta – spiega Fabozzi – anche perché si rischia di lasciare senza stipendi i lavoratori per molto tempo”
Tutto comunque si deciderà nell’incontro di domani: da qui usciranno idee più chiare sulle prospettive future.
Intanto rimane la domanda dei sindacati e dei lavoratori su come sia stato possibile il fallimento: “Sapevamo che il nostro futuro era legato alla vendita della sede di Prato, che però è rimasta senza acquirente. Ma qui i profitti c’erano forse il problema di fondo va cercato lì.”
Resta il fatto che la Cgil tenterà di tutelare i lavoratori chiedendo a Unicoop Firenze il reintegro in altro esercizio: “Per noi la discussione chiama in causa 3 soggetti, noi, l’azienda e Uniccop. Faremo il possibile per chiedere di reintegrare i lavoratori con le stesse garanzie contrattuali di ora”
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