Precariato diffuso, "disastro sociale" in Valdelsa: il punto della Cgil. Appello a istituzioni e imprenditori

Nel 2017 è boom di contratti 'precari', anche nell'Empolese Valdelsa. Secondo il focus IRES in Toscana su 5 nuove assunzioni ben 4 hanno profili contrattuali di carattere precario, come apprendistato e tempo determinato. Il dato è trasferibile al contesto del territorio dell'Empolese Valdelsa. Insomma ci sarebbe una piccola ripresa, ma il profilo dell'occupazione in Italia resta preoccupante. A confermarlo sono i dati nazionali presentati oggi dall'INPS: su circa 940mila nuove assunzioni, 700mila sono a tempo determinato.

Si è tenuta oggi una conferenza stampa nella sede della Cgil Empoli per fare un bilancio del 2017. Erano presenti Sergio Luschi della Cgil, Silvia Mozzorecchi, Giuseppe Dentato e Edmond Velaj della Filctem-Cgil, Silvano Pini, segretario SPI Empoli e Maurizio Garofano della Fiom-Cgil.

Ciò che emerge dall'analisi dei dati è il fallimento delle politiche sul lavoro del governo, a partire dal Job Act: "Il boom di contratti precari - spiega Sergio Luschi -  certifica il fallimento del Job Act e della tipologia contrattuale che ha partorito: il contratto a tutele crescenti. Nel 2014-15 la crescita di questi contratti è stata legata ai soli incentivi, poi le assunzioni sono crollate e il precariato è aumentato e in forma più aggressiva. Potendo omettere le causali, infatti, il problema si aggrava".

A rendere più buio il futuro del mondo del lavoro, secondo i sindacati, si aggiunge il processo di sbriciolamento degli ammortizzatori sociali: la nuova NASPI, l'indennità di disoccupazione dalla durata di 24 mesi, e la CIG non risponderebbero ai bisogni reali, e da parte del Governo ci sarebbe una velata chiusura sul loro ampliamento. A dimostralo proprio la discussione all'interno della nuova legge di Bilancio: l'intenzione è quella di rendere prolungabile la CIG fino ad un anno, ma solo per aziende strategiche e con più di 100 dipendenti in aree di crisi complessa.

Questo significa, per tornare al nostro territorio, che nell'Empolese Valdelsa tale normativa non sarebbe applicata (nonostante esista la Valdelsa che è si considerata "area di crisi", ma "non complessa"). Poco male perché comunque il Governo ha bocciato gli emendamenti.

"Potremo trovarci - spiegano i sindacati - in situazioni di gravi difficoltà. Arriviamo al paradosso che ci sono lavoratori che accettano dei part-time perché sanno che non avranno il supporto di ammortizzatori qualora fossero licenziati".

"Tra qualche anno - continua Maurizio Garofano - vedremo il peggio. Superati i 24 mesi avremo situazioni di famiglie in grave difficoltà e senza ammortizzatori sociali. Nella Valdelsa ci sono almeno due realtà di cui non faccio nomi che stanno esaurendo le scorte. Stiamo creando un vero e proprio disastro sociale. Servono strategie per rilanciare il lavoro".

Insomma la crescita è reale, seppur debole rispetto alla contingenza economica, ma non avrebbe risolto il problema dell'occupazione: "Nel 2007 a livello nazionale - spiega Luschi - avevamo il 4,4% di disoccupazione, adesso siamo all'8,2% e 1,2milioni di lavoratori in meno. Questi sono i dati a cui dobbiamo riferirci. La politica non ha aiutato, infatti la crescita non avviene per legge, ma con azioni che seguono le esigenze delle aziende. Questo no è stato fatto".

L'Empolese e la Valdelsa

Nella nostra area industriale possiamo delineare una vera e propria 'spaccatura' in termini di tenuta: da una parte l'Empolese in cui la presenza di aziende strutturate e forti ha permesso di ridurre l'impatto della crisi e aprire a nuove prospettive (di cui un esempio eclatante è la recente acquisizione della Revet da parte di Zignano), dall'altro la Valdelsa, in cui sono molte le condizioni critiche. Non a caso è definita come "area di crisi non complessa".

"È positiva - spiega Giuseppe Dentato - la presenza di imprenditori che non sono della nostra zona e che decidono di investire qui. Non sono più sostenibili le aziende a conduzione familiare e il nostro problema diventa quello di attrarre aziende che scommettono sul territorio e dobbiamo dar loro motivo di farlo. Per quel che riguarda la Valdelsa noi, ma anche imprenditori e istituzioni dovremmo fare una riflessione su quanto sta accadendo"

La proposta alle amministrazioni locali

L'importanza delle istituzioni nel contesto del mondo del lavoro è importante, anche a livello locale. Cgil-Cisl e Uil hanno proposto alla Città Metropolitana una sorta di 'codice etico del lavoro' per quel che riguarda gli appalti. Un protocollo che prevede in primis  l'applicazione dei contratti nazionali di riferimento e il mantenimento delle condizioni contrattuali precedenti: questo per evitare che dal passaggio da un soggetto d'appalto all'altro i diritti acquisiti possano essere toccati. Il protocollo delineerebbe in maniera più stringente le aziende che possono partecipare alle gare di appalto.

L'esempio fatto durante la conferenza stampa è quello della discarica di Montespertoli: il decennale passaggio di cooperativa in cooperativa (attualmente la gestione è in mano ad Alia) avrebbe lasciato in lascito un abbassamento costante dei salari, questo sostengono i sindacati. "Il protocollo presentato alla Metrocittà - spiega Luschi - farebbe in modo che certe aziende e certi meccanismi non possano entrare nella concessione degli appalti pubblici. Situazioni come quelle di Montespertoli non possiamo più tollerarle. Serve dare dignità al lavoro e per farlo abbiamo bisogno della volontà politica".

Tale proposta è al centro anche di una discussione che le sezioni locali della Cgil sta portando avanti con le Amministrazioni comunali. A Bagno a Ripoli la proposta è stata recentemente ritenuta valida e applicata. Anche nell'Empolese i sindacati stanno avviando un dialogo affinché si possa attuare tali disposizioni anche a livello locale. Il documento sarà anche portato sui tavoli dell'Unione dei Comuni dell'Empolese-Valdelsa.

L'iniziativa sul lavoro a febbraio

Quello della Cgil è per riassumere un appello generale alle istituzioni e al mondo dell'impresa per dare dignità al lavoro. Con questo fine la Fiom Cgil Firenze ha organizzato a Castelfiorentino un'iniziativa che si terrà a fine febbraio che si terrà a fine febbraio che mette al centro la questione del lavoro e le sue soluzioni. Un vero e proprio appello che chiama in causa non solo i sindacati, ma anche le istituzioni e soprattutto il mondo dell'impresa e le categorie imprenditoriali. Vi parteciperanno anche gli studenti di alcuni licei di Empoli.

Una grande iniziativa che rimette il lavoro al centro: "Vogliamo riaccendere i riflettori sul problema del lavoro - spiega Garofano - e lo vogliamo fare facendo partecipare lavoratori, sindacati, ma anche istituzioni e aziende. Il nostro è un appello al mondo imprenditoriale e alle sue rappresentanze affinché comprendano che se un'azienda non rispetta i lavoratori ne vale della serietà di tutta la categoria. Abbiamo casi di aziende che subentrano ad altre e costringono i lavoratori a ridurre gli stipendi o al licenziamento: questo è un ricatto e non è umano"

Durante l'iniziativa sarà fatta una mappatura dell'Empolese Valdelsa per capire quante aziende operano, quanti lavoratori, che tipo di contratto hanno e tutti i dati sull'area per cercare di capire insieme ad aziende e istituzioni quali sono le problematiche, come affrontarle, capire i motivi che impediscono l'investimento, come strozzature burocratiche o problemi di infrastruttura logistica.

Giovanni Mennillo

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