Fattori (Sì) su Rossi: "Tre anni fa liquidava le resistenze ideologiche, ora fa volantinaggio sull'articolo 18"

Tommaso Fattori, consigliere regionale per Sì Toscana a Sinistra, non vede di buon occhio il cambio di casacca del presidente Enrico Rossi, passato ad Articolo Uno-Mdp e oggi impegnato assieme ai deputati Simoni e Fossati in un volantinaggio alle porte delle Industrie Bitossi e Colorobbia di Sovigliana (Vinci). In un lungo post su Facebook si lascia andare allo sfogo, proprio in merito all'articolo 18 e alla proposta di legge di Articolo Uno affossata dal governo. Negli scorsi giorni erano circolate voci di una possibile inclusione dei consiglieri Sì alla giunta Rossi, al momento in coalizione con il Pd, da dove Rossi proviene, partito con il quale è stato eletto. Ecco il post di

"C’è chi si domanda quali siano le radici dell’“antipolitica” e dell’astensionismo.

Enrico Rossi in questo momento sta volantinando davanti alle fabbriche per il ripristino dell’articolo 18. Ma a prendere il volantino è lo stesso operaio che 36 mesi fa (non 36 anni fa), leggeva su La Repubblica un’intervista in cui il medesimo Rossi liquidava “le resistenze ideologiche della sinistra” sull’abolizione dell’articolo 18 e difendeva le riforme renziane, viste come una necessaria concessione alle imprese, e un modo per far ripartire l’occupazione.

Ecco un brano dell’intervista:
Domanda: “Sull’articolo 18 sta con Fassina e i sindacati o sta col premier?
Rossi: “So che per quello che sto per dire i sindacati mi criticheranno ma io la penso in modo diverso (…). Sono favorevolissimo all'introduzione del contratto a tutela crescente, che oltretutto va a tutelare anche i lavoratori delle piccole imprese e prevede una copertura previdenziale in caso di licenziamento. Secondo questo schema dal terzo anno in poi chi mantiene il lavoro non potrà più essere licenziato dopo il sesto mese. Chi perde il posto avrà diritto a un sussidio di disoccupazione per due anni. Si tratta di un modello contrattuale che potrebbe scongelare la disoccupazione introducendo nel mercato del lavoro chi è fuori".

Domanda: “Alla Cgil non piacerà affatto la sua svolta sull'articolo 18”.
Risposta Rossi: “Se guardiamo al passato troviamo conferme. Il Piano del lavoro di Di Vittorio del 1950, che puntava a creare 700 mila posti, mise la Cgil in rottura con le componenti più estreme della sinistra perché riconosceva un ruolo alle imprese e al mercato e la possibilità di un compromesso fra loro e lo Stato. Quella vicenda segnò una vera rottura con le resistenze ideologiche della sinistra e avviò la stagione del riformismo socialcomunista".

E poi uno si chiede perché crescono l’antipolitica e il risentimento, perché aumentano l’astensione rabbiosa e il voto di vendetta.

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