Giancarlo Piperno, una targa da Lilt Pistoia per commemorare il medico

Quella di medico per Giancarlo Piperno non era solo una professione, bensì una missione. Che per lui ha significato un impegno costante nella prevenzione dei tumori, concretizzatasi a partire dal '61 con la nascita della sezione provinciale della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori), da lui fondata. A lui la onlus ha intitolato la nuova sede, il Centro di prevenzione oncologica “GiancarloPiperno”, dove giovedì 23 novembregiorno in cui l'oncologo avrebbe compiuto 90 anniverrà scoperta una targa in suo ricordo. L'appuntamento è alle ore 12 in via Andreini 4, dove interverranno la vicesindaco Anna Maria Celesti e la presidente di Lilt Pistoia, Giulietta Priami. Ci sarà anche Mebrak Gebremedehin, che ha affiancato Piperno fino agli ultimi giorni.

Inaugurato nel settembre scorso, il centro è un grande sogno divenuto realtà: nei suoi 200 metri quadrati trovano spazio tre ambulatori e molte nuove specialità, dalla valutazione chirurgica all'ecografia cardiaca per quanti si sottopongono a chemioterapia, fino alla valutazione della familiarità nei tumori alla mammella. «Il nostro obiettivo è portare avanti il sogno di Piperno, ossia rendere la prevenzione alla portata di tutti», spiega Priami, che aggiunge: «Quando nel 2016 gli facemmo vedere il progetto per la nuova sede, il suo volto si illuminò e si emozionò sapendo che lo avremmo dedicato a lui. Avrebbe dovuto tagliare lui il nastro e lo ricordò fino all'ultimo».

Piperno, com'è noto, è scomparso nel giugno scorso, ma il suo sogno continua. E, spiegano Priami e la direttrice della sezione, Ilaria Gherardini, resta ambizioso: il progetto prevede un ulteriore ampliamento di 500 mq, dove ospitare altri otto ambulatori e un salone polivalente a disposizione delle associazioni di volontariato del territorio.

Già primario di radiologia medica all'ospedale del Ceppo, dove fu allievo di Mario Romagnoli, Piperno portò la senologia in Cina, dove a Nanchino c'è un istituto intitolato a lui. Collaborò stabilmente con il Weizmann Institute, centro di ricerca israeliano tra i più importanti al mondo. Avrebbe potuto accettare altri incarichi all'estero, dove sicuramente avrebbe avuto un futuro radioso, ma scelse di restare a Pistoia per restituire ciò che lui e la sua famiglia, di origine ebraica, avevano ricevuto in termini di supporto e protezione nei difficili anni delle leggi razziali. «Ha salvato tante vite, ha fatto molto per Pistoia e quando qualcuno aveva bisogno per lui non esistevano sabati e domeniche – conclude Priami – e per questo oggi vogliamo continuare a parlare di lui e a realizzare il suo progetto».

Fonte: Ufficio Stampa

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