Empoli, intervista al Comitato che vuole difendere il verde della città

Nell’ambito della vicenda sui pini di Piazza Ristori, ho avuto l’occasione di porre qualche domanda a Enrica Fanciullacci e Andrea Degl’Innocenti, coloro che per primi hanno tentato di opporsi agli abbattimenti tramite la fondazione del "Comitato per la tutela del pino e del verde pubblico in Toscana”. L’idea che un gruppo di cittadini, estranei alla professione agronomica, si fosse riunita per cercare un cambiamento, mi ha incuriosita non poco.

Ci raccontate com’è nato il comitato?

Il Comitato è nato “di pancia”. Quando siamo venuti a conoscenza dell'imminente taglio dei pini di piazza Ristori, abbiamo deciso che non era più il momento di attendere che qualcun altro facesse qualcosa al posto nostro. In realtà, eravamo amareggiati già da tempo per come il verde urbano è gestito un po' in tutto il circondario. L'iniziativa ha avuto seguito immediato: gli amici che dal principio hanno abbracciato la causa sono stati fondamentali in tutto, anche a convincerci che in casi come questi vale la pena esporsi.

Avete lanciato una petizione online per tentare di impedire l’abbattimento. Come mai? Secondo voi la valutazione agronomica che ha portato all’ intervento doveva essere rivista?

A nostro avviso, quello che doveva essere radicalmente rivisto è il contesto di fondo in cui la decisione del taglio è emersa. Da cittadini, ci auguriamo sempre che provvedimenti di tale portata siano frutto di un'amministrazione della cosa pubblica che sia organizzata e consapevole. Ci sono invece mancanze ampie e conclamate: a titolo di esempio, non sono rispettati i dettami dello stesso Regolamento urbanistico di Empoli, non sono osservate le leggi Rutelli e Bosetti & Gatti; più concretamente, non sono censiti gli alberi monumentali, non vi è un registro delle piante presenti che tenga traccia di abbattimenti e ripiantumazioni, non è piantato un albero per ogni nuovo nato nel Comune. Molti dei pini di piazza Ristori avevano misure che li avrebbero visti protetti dal Regolamento urbanistico comunale. Vi sono poi istanze di cattiva gestione: pensate ai due platani recentemente asfaltati fino al colletto durante il rifacimento di piazza Don Minzoni.

Nella vostra petizione si legge “negli ultimi anni stiamo assistendo all'abbattimento massiccio di specie arboree di pregio...” che dite essere esposte “...al più bieco pragmatismo (i parcheggi servono più dei pini), alla soddisfazione di ansie di sicurezza pubblica, e naturalmente al dio denaro”. Spiegatevi meglio.

Nella petizione ci riferiamo al taglio diffuso di specie che sono considerate tipiche in Toscana (il pino stesso, ad esempio), oppure di quelle ormai storicamente radicate nella cultura dell'area (citiamo l’ippocastano ed il cedro del Libano), che hanno contribuito a plasmare il paesaggio delle nostre zone. L’impressione è che si tagli con superficialità, adducendo unicamente motivazioni pragmatiche: maggiore sicurezza, necessità di parcheggi, nuove strade, nuovi complessi residenziali. Tutto questo fornisce una mera illusione di benessere a cittadini non particolarmente attenti a questioni ambientali. Scarsamente considerati sono infatti aspetti basilari come quello sanitario, climatico o turistico. Chi pensa di essere più sicuro in una città senza alberi “ha fatto i conti della serva”: un ramo cadente che uccide una persona è un’eventualità rara, capace però di suscitare interesse mediatico per la propria immediatezza. Fanno invece meno notizia le patologie oculari, respiratorie, oncologiche ecc. che rappresentano un problema acuto in zona come nel resto del mondo industrializzato. Il riferimento al “dio denaro” è una critica alla filosofia di pensiero che vede l’albero come un costo, filosofia che ci sembra di fatto riflessa nelle azioni di comuni del circondario.

Quale sarà il futuro del comitato e quali obiettivi si pone?

Riteniamo che ci siano argomenti solidi a sostegno delle nostre idee, si tratta adesso di esporli in maniera ordinata e nel rispetto delle istituzioni così che emergano gli aspetti critici della gestione del verde in città. Nel farlo, certamente saremo anche propositivi: vogliamo capire cosa e come si può migliorare ad Empoli, con sguardo però anche su realtà analoghe alla nostra. Un po' ovunque in Italia, ad abbattimenti sostanzialmente frettolosi si oppongono aggregazioni spontanee di cittadini. Se c'è un movimento culturale che intende rivedere la gestione del patrimonio arboreo, è bene che gli sforzi confluiscano in un canale comune, ed è in questo senso che intendiamo muoverci. I contatti con gruppi simili al nostro, come quello a protezione degli alberi di viale Corsica a Firenze, rappresentano una prima fase organizzativa che, ci auspichiamo, porterà in futuro a mutue e proficue contaminazioni, se non addirittura alla fusione di comitati rionali per la formazione di un fronte omogeneo. Più in generale, comunque, ci piacerebbe che il Comitato divenisse uno dei tanti mezzi di sensibilizzazione del cittadino ed anche delle autorità, laddove necessario.

Per chi volesse rimanere aggiornato con le attività del comitato ecco il link della pagina Facebook ufficiale:https://www.facebook.com/groups/1685010374865317/about/

Manutenzione

Ilaria Mancini

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