Il Teatro di Castelfiorentino compie 150 anni, gli studenti dell'Enriques assistono allo spettacolo '150'

(foto gonews.it)

Nell'occasione dei 150 anni del teatro di Castelfiorentino, anche la scuola si fa partecipe dell'evento: studenti dell'Istituto Superiore Enriques, sabato 4 novembre assistono allo spettacolo “150”, realizzato con la regia di Vania Pucci e con la partecipazione di artisti locali e non.

L'esperienza del teatro e', oltre che interessante, decisamente formativa per la conoscenza di un linguaggio che viene sicuramente studiato nella letteratura come disciplina scolastica ( v. Shakespeare, Pirandello, Joyce e così via...)ma che raramente viene vissuta in prima persona dalle giovani generazioni, tramite la fruizione di uno spettacolo dal vivo.

In particolare, quest'occasione, in cui il teatro si è aperto appositamente al mondo della scuola, è sembrata particolarmente allettante,soprattutto per conoscere meglio il Teatro del Popolo di Castelfiorentino.

Il teatro è stato particolarmente voluto dai castellani e, su tutti, la famiglia Del Pela contribuì alla sua costruzione negli anni 70 del 1800.

E' un bellissimo,piccolo teatro all'italiana, piu' antico del, piu' conosciuto, teatro della Pergola di Firenze, contornato di palchetti, all'epoca di proprietà che si sono mantenuti tali fino al restauro definitivo, iniziato piu' di 30 anni fa dal comune,  per renderlo patrimonio della comunita'. La ristrutturazione ha richiesto un lungo periodo di chiusura ma lo Studio Guicciardini/Magni lo ha riportato, dal 2009, allo splendore delle origini.

Da allora, in questo “gioiello” di provincia, si sono avvicendati attori come Placido, Gassman, Orsini, Lojodice e musicisti eccellenti come Fresu...tanto per citarne alcuni, inoltre vi sono laboratori aperti a chi si vuole misurare con questa forma espressiva.

E' stato messo in scena un lungo periodo: dagli inizi fino ai nostri giorni, raccontando (attraverso la famiglia del custode, che fa da filo conduttore) la storia del teatro e la storia italiana attraversata dalle varie epoche piu' o meno nobili.

Gli attori, professionisti e non, alcuni formatisi nel laboratorio di M.T. Delogu, si ritrovano, per questa occasione, tutti in scena, dagli 11 ai 70 anni.

Ed ora, andiamo a cominciare....

Una locandina posta al margine della scena rappresenta lo scorrere del tempo:

Il 1867 si apre con La Norma di Bellini e, mentre gli attori occupano la scena, altri, confusi nella platea, occupano man mano i palchi.

Altri spettacoli ed altri spettatori, in e fuori la scena, ricordano le rappresentazioni di prestidigitazione col Mago d'Antona e Miss Florence, pubblico rumoroso e  divertito.

1904, il teatro apre le porte ad un “ Gran Concerto Vocale e Strumentale con il Tenore Favilli ed e' in questo intermezzo che, sapientemente, ci viene ricordata la condizione dei nostri emigranti verso l'Argentina: giovani famiglie venete, friulane o garfagnine in partenza con la speranza di vite migliori.. e con citazioni pertinenti, gli attori ci conducono alle, seppur misere, “conquiste sociali, come la legge sul lavoro minorile, di contro, l'ancora lontana conquista della scuola pubblica.

1916:La Traviata di G. Verdi,

1917: nel Natale di questo anno, sembra che sia consuetudine consegnare pacchi-regalo ai bambini delle famiglie indigenti. Proprio la Contessa Giuliana Ricasoli Firidolfi si fa benefattrice sotto l'insegna: Festa Dell'Albero di Natale.

Fine I Mondiale.

1919: spettacolo in veste Futurista a favore del Patronato scolastico, decisamente poco apprezzato, anzi contestato e superfischiato dagli spettatori-attori nei palchi.

Ormai lontani gli echi della guerra, il paese torna a sorridere e si rende, esso stesso, protagonista per una sera: il teatro cambia d'abito ed indossa quello del” Veglionissimo di Carnevale”, siamo nel febbraio del

1931.

Dal 1937, anche il teatro è sovrastato dall'ideologia fascista ed opere di elevato spessore vengono ridotte a mere rappresentazioni comiche, nel nome dell'italianita' e della censura preponderante. Gli anni del ventennio lasciano il segno: spettacoli controllati, musiche di regime, uso improprio del locale stesso.

 

La compagnia si muove con maestria e leggerezza, rendendo questo percorso spesso divertente, a tratti molto intenso, con monologhi e Ninnenanne sapientemente recitate.

1947: “La Patente “di L. Pirandello- Monologo- si riapre il teatro del dopoguerra e negli

anni '50 veste i panni del Varieta' di Mario Marotta,

a seguire “Cirano de Bergerac”, di E. Rostand,

“Le tre sorelle” di A. Cechov,

fino al “Gran Gala' della Pentolaccia”, datato 1955, con Natalino Otto e la sua Orchestra.

Anni '60, il teatro si trasforma, viene ridimensionato il palcoscenico per far posto al cinema: il pubblico si sta modernizzando e la pellicola e' un richiamo forte, per molti.

Anni'70: riapre, propriamente, il teatro con “ La Traviata” di G. Verdi, “Gianni Schicchi” di G. Puccini a seguire ma, anche cinema, con tanto di cartellone settimanale: mercoledì riposo!

Il teatro-canzone:

1983, Giorgio Gaber incanta con la sua chitarra sulle note de “La Liberta'”

Il teatro chiude per restauro, ma dal 2009 ha riacceso le luci sul palcoscenico, con tanti bei nomi dell'arte italiana, che si susseguono di stagione in stagione...

Teatro: una grande occasione formativa ed appassionante, che i nostri ragazzi non si sono lasciati sfuggire: grazie!

Fonte: Ufficio Stampa

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