Siglato accordo strategico per delocalizzare il depuratore del Rivellino

Un accordo strategico per arrivare a delocalizzare il depuratore del Rivellino in un’area di proprietà della Port Authority, in fondo a via Enriques, e per definire un programma di interventi urgenti finalizzati a raggiungere gli obiettivi di qualità dello scarico delle acque trattate dall’impianto di depurazione.

Regione Toscana, Autorità di Sistema Portuale, Autorità Idrica Toscana, Comune di Livorno e Asa uniscono le forze per raggiungere un obiettivo comune, e lo fanno attraverso un protocollo di intesa che reca in calce le firme digitali del presidente Enrico Rossi, del primo cittadino, Filippo Nogarin, del numero uno della Port Authority dell’Alto Tirreno, Stefano Corsini, del Direttore Generale dell’Autorità Idrica Toscana, Alessandro Mazzei e del vertice dell’Azienda Servizi Ambientali, Marcello Trebino.

Il quadro di indirizzo progettuale prevede tre step:

- Nella prima fase, che ha già la copertura finanziaria, viene colmato il deficit depurativo dell’attuale impianto di depurazione attraverso l’attivazione di una nuova linea depurativa dalla potenzialità complessiva di almeno 30.000 abitanti equivalenti (15.000 a.e per il civile + 15.000 a.e per l’industriale). Il nuovo impianto, ubicato presso la piattaforma per acque industriali di Paduletta, sarà collegato alla piattaforma di trattamento fanghi esistente al Picchianti.

-Successivamente verrà completato il trasferimento della linea acque della città di Livorno mediante la realizzazione di nuove linee a Paduletta, per una complessiva capacità di circa 250.000 abitanti equivalenti;

- Nella terza fase si procederà al trasferimento anche di tutta la linea fanghi presso la nuova localizzazione di via Enriques in località Paduletta.

Gli enti firmatari si impegnano a recuperare le risorse necessarie per sviluppare la seconda e terza fase.

Per Corsini, quella formalizzata con l’accordo di programma è una collaborazione proficua, ed è la dimostrazione che, insieme, le istituzioni possono interpretare un ruolo di primo piano nella risoluzione dei problemi cittadini: “La delocalizzazione dell’impianto di depurazione delle acque reflue dalla zona del Rivellino garantirà al porto benefici importanti – ha detto - e contribuirà a migliorare la qualità delle acque portuali così come richiesto dalla Valutazione Ambientale Strategica sul Piano Regolatore Portuale. Crediamo in questo progetto a tal punto da mettere a disposizione della cittadinanza aree di nostra proprietà ad est del terminal ferroviario del Calambrone per il trasferimento del depuratore”.

Soddisfatto il primo cittadino: “A Livorno si parla di delocalizzare il Rivellino da oltre 20 anni – ha detto Nogarin - ma questo è il primo vero passo concreto mai fatto. È un’operazione che ha due obiettivi: dotare la città e l’area del porto di un impianto di depurazione efficiente, in grado di far risparmiare i cittadini. E liberare un’area storica di Livorno, restituendole la dignità urbanistica e la salubrità ambientale che merita. Questo intervento ci permetterà di aprire la Venezia a nuove opportunità di sviluppo turistico e di valorizzazione monumentale e architettonica”.

L’Asa, in qualità di gestore unico del servizio idrico integrato (Fornitura acqua potabile, industriale e depurazione) si impegnerà a svolgere il ruolo del soggetto attuatore degli interventi del Servizio Idrico Integrato previsti nel presente protocollo d’intesa e a rivestire il ruolo di gestore di tutte le nuove infrastrutture pubbliche per tale servizio realizzate.

Depuratore di Rivellino a Livorno, un'intesa per il successivo spostamento

L'impianto di Rivellino si sposterà, più grande e lontano dal centro storico di Livorno. Lì dal 1936, il depuratore sarà potenziato e troverà nuova casa alla Paduletta in via Enriques, un'area da reindustrializzare lontana da qualsiasi insediamento civile.

Ma traslocherà, non subito ma in una fase successiva, anche il depuratore dei fanghi industriali, che oggi si trova al Picchianti e sarà affiancato a quello civile delle acque, sempre alla Paduletta.

E' tutto riassunto in un protocollo d'intesa che ha già avuto il via libera della giunta regionale, firmato da Regione Toscana, Autorità idrica toscana, Autorità portuale, Comune di Livorno e Asa. Adesso prende avvio la fase di definizione puntuale di un accordo di programma che individui tempi e risorse.

"Il nuovo impianto per le acque civili consentirà di superare le attuali criticità, con una capacità di smaltimento adeguata alla città che nel frattempo è cresciuta - sottolinea l'assessore all'ambiente della Toscana, Federica Fratoni - come già anticipato nei contenuti della mozione presentata dal consigliere Gazzetti e approvata dal Consiglio Regionale, l'impianto del Rivellino ha un'ubicazione oggi non più attuale".

Stretto nel cuore di Livorno, nel quartiere Venezia - una zona di particolare pregio architettonico, con le mura medicee - quel depuratore non era più ammodernabile.

"Del trasloco – aggiunge l'assessore – beneficeranno anche i residenti, in virtù della migliore qualità dell'aria ma anche di spazi liberati che consentiranno una riqualificazione urbanistica della zona". Il depuratore si estende oggi su due ettari e mezzo.

Con la Dogana d'acqua ed altre proprietà del Comune gli ettari diventano sette e potranno essere utilizzati per lo sviluppo del traffico crocieristico e di collegamento con le isole e per le numerose funzioni connesse alla futura stazione marittima. Ci guadagneranno dunque anche le attività economiche.

Il progetto

L'operazione conta tre fasi. Si parte con la riattivazione della piattaforma per acque industriali di Paduletta per trentamila abitanti equivalenti, che sarà collegata a quella per il trattamento dei fanghi industriali al Picchianti con una tubatura di circa due chilometri. In questo modo sarà coperto da subito il deficit depurativo dell'attuale depuratore. La seconda fase prevede il completo trasferimento della linea di depurazione delle acque civili di Livorno con la realizzazione di un nuovo impianto sempre alla Paduletta, in grado di smaltire gli scarichi di 250 mila abitanti equivalenti. L'ultima fase, ancora in valutazione, prevede il trasferimento in via Enriques anche di tutta la linea di trattamento dei fanghi. L'intesa a cui la giunta toscana ha dato il via libera è propedeutica a successivi accordi di programma, dove saranno individuate anche le risorse finanziarie necessarie. Sulla delocalizzazione dell'impianto di depur azione di Rivellino la quarta commissione del Consiglio regionale ha approvato lo scorso marzo una mozione che impegnava presidente e giunta regionale.

Chi fa cosa

La Regione avrà un ruolo di coordinamento e dovrà adottare le valutazioni e autorizzazioni ambientali di propria competenza. L'Autorità idrica dovrà monitorare e programmare. Compito del Comune sarà quello di predisporre gli strumenti urbanistici necessari ed attivare le procedure d'esproprio che si rendessero necessarie: dovrà anche indirizzare all'uso obbligatorio dell'acquedotto pubblico e di allaccio al sistema di fognatura e depurazione centralizzato. Dal par suo l'Autorità portuale dovrà procedere velocemente alla modifiche degli strumenti regolatori di propria pertinenza ed attuare le procedure per costituire il diritto di superficie. Asa, infine, dovrà realizzare, secondo quanto previsto dal piano stralcio, la prima fase del progetto di delocalizzazione, attuare gli interventi e gestire poi gli impianti.

 

Fonte: Ufficio stampa

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