Si è spenta a Roma Maria Fede Caproni, presidente del Lucca Balloon Club

La Contessa Maria Fede Caproni, figlia dell’Ingegnere Gianni, figura mitica della progettualità dell’omonima e famosissima casa d’ aerei, è deceduta.

Da sempre titolare del piu grande Museo Storico dell’Aeronautica italiano, quello di Trento (http://www.museocaproni.it/index.php/it/), che curava con estrema cura, vista l’importanza ed il valore di quanto qui esposto, se n’è andata così, con signorile discrezione per il suo ultimo ed importante volo.

Chi scrive, che è giornalista ma anche appassionato di aviazione, l’aveva conosciuta proprio a Lucca il  7 luglio del 1984 e, da allora,  gli era rimasto profondamente amico, vista l’avventura che con Lei ed il Capitano Enzo Cisaro, pilota dell'allora unico pallone a gas idrogeno esistente in Italia,  si era trovato a vivere.

In quella data la Contessa, immersa in un abitone azzurro dai pallini bianchi, era giunta a Lucca per celebrarne un figlio dimenticato: Vincenzo Lunardi; l’aeronauta nato nella città murata, il padre della moderna mongolfiera e colui che, nel ‘700, era divenuto l’italiano più famoso al mondo per le proprie, spericolate, imprese  aerostatiche.

A ben 200 anni dalla sua morte e da una colpevole incelebrazione cittadina, la nobile figura di spicco dell’aviazione italiana, aveva deciso di rievocare proprio all’ex campo balilla, la storica ascensione che, il “lucchese che parlava al cielo”, aveva compiuto nel 1784 a Londra.

Da giornalista, che aveva conosciuto poco tempo  prima il Capitano Cisaro per una collaborazione televisiva in Rai relativa al volo in Pallone – ricordo - che mi presentai all’appuntamento del volo con un bel paracadute sulle spalle (visto che allora praticavo la disciplina), cosa che fece sorridere tutti ma soprattutto Maria Fede che ebbe a prendermi in giro.

Lasciai il paracadute, l’abbracciai e ci proiettammo silenziosamente nel cielo con la velocità di un tappo di champagne e per un volo che ci condusse, dopo due ore a 1700 metri di quota,  quasi dentro una porcilaia nel paese di Iolo di Prato.

Da questa esperienza nacque così un amicizia disinteressata, visto che il sottoscritto era decollato senza neppure sapere chei era “quella corpulente signora in blu” , cui tutte le autorità cittadine lucchesi porgevano il cappello…

La notizia della sua morte o, meglio del suo passaggio in altra dimensione, mi ha lasciato certo triste poiché, Maria Fede Caproni, non aveva perso nessuna occasione per rivelarmi la propria stima.

Quando scrissi “Altro Sport, l’avventura nella natura (Edizioni Pacini Pisa), un saggio sulle attività di rischio nella natura  e, non per ultimo quando ho pubblicato il recente “Volare in Mongolfiera”,(Edizioni Pezzini Pisa), fu fierissima d’inviarmi due tenere prefazioni, così come di aderire alla carica di Presidente Onorario della prima Associazione Culturale di Volo in Mongolfiera (il balloonclub.it) che fondai a Lucca agli inizi del 2000, appunto per divulgare la figura di un Vincenzo Lunardi, vergognosamente dimenticata.

Ogni volta che mi recavo a Roma andavo con gioia a visitarla e lei ne era felicissima, tanto da incoraggiarmi con entusiamo alla notizia che, nel 2005, avevo deciso d’ideare ed organizzare un Trofeo Aerostatico a Capannori, intitolato a Lunardi e piu esattamente all’aeroporto di Tassignano, dov’era – mi diceva -  “Mario Del Frate, suo grande amico e responsabile di uno scalo.

Uno scalo certo anch’esso storico ma oggi vergognosamente fatto fallire con un bel buco di danari pubblici.

E proprio  grazie a Lei, poco dopo, avrei conosciuto il collega Marco Majrani che, grazie agli storici Angelo Frati e Rita Mandoli Dallan, avrebbe poi scritto la biografia storica del piu importante lucchese dell’era dei lumi, allestendo poi, con mia comune ideazione, un rarissima mostra di cimeli aerostatici in una villa del segromignonese, tutto appartenente alla sezione aerostatica del Museo Caproni di Trento.

Tanti gli episodi che mi legano ancora a  Maria Fede, figura che lascerà un vuoto incolmabile nella storia dell’aeronautica moderna italiana, donna che non esitava a preparmi un’insalatina  su un anonimo scranno della sua Villa di Venegono (Varese) nonostante fossero presenti  vari collaboratori domestici o ad invitare me e mio figlio presso “il suo aeroporto” di Matterello (Trento) in occasione dei 18 anni del mio pargolo, una ragazzino che già strabiliava alla vista del “Gobbo Siai Marchetti” e dei cimeli, anche dannunziani, presenti nel grande Museo Storico

E lei non si risparmiava mai: decine, centinaia e forse piu’ gli eventi, le manifestazioni e le esibizioni di volo da lei organizzate; con estrema meticolosità, tutto ancora nel Museo ci parla di Lei, la discreta signora dai modi affabili nei confronti di tutti.

Ciao Maria Fede, riposa in pace nel tuo ultimo volo e che quest’ultimo ti sia serenissimo ed alto; un abbraccio  da parte di tutto il “Vincenzo Lunardi Balloon Club” www.luccaballoonclub.it) e dal sottoscritto che, conoscendo il volo in paracadute, quello in parapendio e quindi dal 1984 quello della mongolfiera, vuole dirti solo, ed in stretto gergo aeronautico, “Cieli Azzurri”.

Massimo Raffanti

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