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Wonderland, la cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd

In libreria l'ultimo volume del professore Alberto Mario Banti dell’Università di Pisa

“Wonderland. La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd” (Laterza, 2017) è l’ultimo volume del Alberto Mario Banti professore di storia contemporanea dell’Università di Pisa.

Segnaliamo il volume con un estratto dall’introduzione a firma dell’autore:

“C’era una volta Wonderland, una terra di racconti meravigliosi, narrati con i più potenti mezzi di comunicazione a un pubblico sempre più numeroso e sempre desideroso di ascoltarli: le parole dei romanzi o delle trasmissioni radio, le figure dei fumetti, le immagini in movimento del cinema o della televisione, i suoni delle hit del momento offrivano divertimento, brivido, sollievo, consolazione, proiettando il pubblico nel passato, nel futuro, nel mito o in selezionate declinazioni della contemporaneità. Nato nell’Europa dell’Ottocento, questo mondo si è sviluppato potentemente negli Stati Uniti del XX secolo, epoca nella quale l’industria culturale e la cultura di massa si sono trasformate in uno dei più efficaci strumenti del soft power americano – termine che indica la forza egemonica che la popular culture statunitense è riuscita a esercitare sull’Europa e su gran parte del Mondo.

C’era una volta Wonderland ...

... e ancora c’è, nel senso che le figure archetipiche, le storie, i modi per raccontarle, che hanno caratterizzato la cultura di massa ai suoi albori (diciamo anni trenta-quaranta), continuano tutt’oggi a colonizzare gran parte dell’immaginario collettivo. [...] la cultura di massa ha una sua storia che credo debba essere esplorata per capire come siano organizzate le storie che la attraversano, come funzionino, quali riferimenti etici offrano e quale impatto esercitino ancora oggi sulla società contemporanea”.

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