Consiglio regionale, i lavori dell'aula da Podere Rota a Toscana Aeroporti

Si è svolta oggi, 25 ottobre, la seduta del Consiglio Regionale della Toscana di seguito i diversi temi trattati.

Piano esternalizzazioni di Toscana Aeroporti

“E’ assurdo e istituzionalmente grave che la Regione abbia appreso dai giornali e da una nota sindacale del piano di esternalizzazioni di Toscana Aeroporti, come ha confermato in aula l'assessore Ceccarelli. Invece di battere il pugno sul tavolo ed esigere l'immediato ritiro del piano, come richiedono gli stessi lavoratori e le organizzazioni sindacali, la maggioranza si perde in argomentazioni degne del manzoniano azzeccagarbugli. Pur di non votare la mozione di Sì Toscana a Sinistra, che chiedeva in maniera netta la convocazione dell’assemblea dei soci inserendo all’ordine del giorno la richiesta di ritiro del piano di esternalizzazioni, il PD arriva fino a negare in aula l'esistenza stessa di un piano di esternalizzazioni. Insomma, è capovolta la frittata, e il PD piuttosto che indignarsi per l'esistenza di un piano mai presentato ai soci pubblici mette in scena la finzione secondo cui il piano non esisterebbe, e per questo motivo non avrebbe senso chiederne il ritiro".

"Questa follia fa il paio con quella che portò il PD e il Presidente Rossi a privatizzare larga parte delle quote pubbliche per regalare il controllo di un’infrastruttura strategica come il sistema aeroportuale a Corporación América di Eurnekian, finanziatore della Fondazione Open di Matteo Renzi. I privati oggi massimizzano i profitti e lo fanno con ogni mezzo, a partire dalla pianificazione della compressione del costo del lavoro".

"Anche sul presunto obbligo inderogabile di esternalizzare l'handling, improvvisamente scoperto a vent'anni dalla direttiva europea, vi sono molti approfondimenti da fare e occorre in ogni caso studiare tutte le possibili alternative all'esternalizzazione, strade già percorse in altri aeroporti con successo." "Fa poi sorridere che chi ha aggirato le norme europee giungendo a fondere gli scali di Firenze e Pisa al solo scopo di permettere la costruzione del nuovo aeroporto di Peretola, altrimenti reso impossibile dalle norme europee sulla concorrenza, oggi sia così restio a trovare possibili soluzioni a vantaggio di 800 lavoratori. Lo spirito creativo si attiva solo quando ci sono di mezzo gli interessi di Renzi e Carrai da difendere?”.

Discarica Podere Rota: Respinta la mozione presentata dal Movimento 5 stelle

M5S

Il Consiglio regionale ha bocciato la mozione del Movimento 5 Stelle per impegnare la giunta alla chiusura della discarica Podere Rota entro il 2021. Decisivi, dopo la dichiarazione di dissenso all’atto dell’assessora Fratoni, i 19 voti contrari del PD e le due astensioni delle consigliere Vadi e De Robertis,.

 “Ci siamo fatti portavoce delle istanze presentate dai Consigli comunali di San Giovanni e Montevarchi. Vi assumete la responsabilità in quest’aula di votare contro la legittima richiesta di queste due comunità” così Giacomo Giannarelli, presidente del M5S e primo firmatario dell’atto, durante il dibattito d’aula.

“Da due anni vi chiediamo i dati sui flussi dei rifiuti e oggi ci dite che, proprio perché non li avete ancora, non potete prendervi l’impegno di chiudere Podere Rota entro il 2021. Non è una scusa accettabile, ma un’ammissione di colpa” ha aggiunto il Cinque Stelle.

“A fronte di una raccolta differenziata media oltre l’80% - risultato già ottenuto nell’empolese – i rifiuti destinati a discarica diventerebbero circa il 6% di quelli attuali. Un dato che certificherebbe l’inutilità di quasi tutte le discariche attualmente attive, in primis Podere Rota. Si può fare, bastava votare la nostra proposta di legge sull’economia circolare, ma il PD ha detto no e oggi con questo voto su Podere Rota ha confermato che sui rifiuti viaggia senza rotta e senza poter assicurare alcun risultato” conclude il vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio.

Assessore all’Ambiente Federica Fratoni

“Il settore bonifiche della Regione ha già sollecitato Csai (Centro servizi impianti Spa) a intervenire anche sugli aspetti relativi alle maleodoranze, attraverso l’immediata applicazione di provvedimenti e proposte di miglioramento indicate da Arpat e tese a contenere le emissioni, criticità principale dell’impianto. Gli esiti delle ultime ispezioni non hanno fatto emergere irregolarità di conduzione o condizioni anomale. Il problema è già stato affrontato in passato sia dalla stessa Agenzia regionale per la protezione ambientale che dal gestore attraverso specifici approfondimenti richiesti”.

Lo ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni nel corso della risposta all’interrogazione della consigliera Valentina Vadi (Pd) su “Prospettive della discarica sita nel Comune di Terranuova Bracciolini (Ar)”. L’assessore ha inoltre informato di aver avuto un incontro, appena pochi giorni fa, con il sindaco di Terranuova Bracciolini, Sergio Chienni, e di aver concordato un sopralluogo all’impianto in tempi brevi.

Nel ricordare che Podere Rota “è in regime di autorizzazione integrata ambientale con frequenza di controllo annuale”, l’assessore ha spiegato che Arpat esegue regolarmente le verifiche e i controlli previsti dal Piano di monitoraggio e controllo. Per appurare la corretta gestione della discarica, l’Agenzia effettua “ulteriori sopralluoghi sia sul sito che sul confinante impianto di compostaggio”. “Un eventuale monitoraggio della qualità dell’aria – ha detto l’assessore – sarebbe poco significativo perché le misurazioni di qualità si riferiscono solo ad un rilevamento in continuo degli inquinanti previsti per legge, che non sono direttamente correlabili a disturbi olfattivi”.

Fratoni ha anche informato che il programma di attività 2018 di Ars, “dovrebbe contenere lo studio” chiesto dalla consigliera di maggioranza per un’indagine epidemiologica in Valdarno. “La Regione – ha infine osservato Fratoni – si è già impegnata in un’opera di razionalizzazione sia della gestione dei rifiuti, con azioni tese alla riduzione e al recupero, sia del sistema impiantistico. Il vigente Piano regionale ha tra i suoi obiettivi al 2020 la riduzione del numero delle discariche, con previsione di mantenimento a regime di cinque siti per rifiuti urbani”.

Soddisfazione per aver appreso di un imminente sopralluogo a Podere Rota con il sindaco Chienni è stata espressa dalla consigliera Vadi, che ha manifestato “forte piacere” per l’attenzione che la Regione dimostra di avere anche sul tema dell’indagine epidemiologica in Valdarno. Tema che, ha ricordato Vadi, sta a cuore anche al capogruppo di Forza Italia, Stefano Mugnai.

La consigliera di maggioranza ha ricordato la situazione di forte disagio socio-ambientale ed economico dovuti all’attività di conferimento di Podere Rota di oltre 250mila tonnellate di rifiuti ogni anno, fino al 2021, data della prevista chiusura e dell’inizio dell’opera di bonifica. “I disagi che subiscono i cittadini, non devono più verificarsi”. “La situazione resta delicata e va affrontata con buonsenso e competenza. Anche per questo c’è bisogno che vengano recepite, nel momento in cui si avvierà la nuova fase di pianificazione impiantistica dei rifiuti per il periodo successivo al 2020, ossia la revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti e dei siti inquinati del 2014, le decisioni assunte dal Consiglio provinciale di Arezzo nel 2013 per la definitiva chiusura della discarica di Podere Rota entro il 2021” ha concluso Vadi.

Sulla vicenda anche il Movimento 5 stelle aveva presentato una mozione, primo firmatario il presidente Giacomo Giannarelli, per impegnare la Giunta ad esprimersi con chiarezza sulla chiusura dell’impianto entro il 2020. L’atto chiedeva inoltre impegni alla Giunta per impegnare Arpat, Arrr e Irpet a redigere, entro sei mesi, uno studio previsionale sugli scenari impiantistici in base allo sviluppo dell’economia circolare in Toscana. Studio che nelle intenzioni del Movimento doveva essere propedeutico alla redazione del nuovo Piano regionale bonifica e rifiuti.

Il Consiglio regionale ha respinto la mozione a maggioranza. A spiegare i motivi del rigetto la vicepresidenteLucia De Robertis: “Non ci sentiamo di avallare un atto che prevede di anticipare la chiusura di Podere Rota e che, di fatto, decontestualizza quanto stiamo già facendo sul territorio”. Della stessa opinione l’assessore Fratoni: “Lo spirito fondativo della mozione è condivisibile ma c’è una differenza sostanziale di approccio. Il contesto in cui si opera deve essere guidato con responsabilità. Occorrono analisi, dati approfondimenti. Il testo offre una risposta parziale a problemi che hanno caratteristiche molto più generali”.

Il capogruppo Pd, Leonardo Marras, ha richiamato l’attenzione al “valore della pianificazione”. “Le vicende che riguardano Podere Rota devono essere affrontate con proposte di sistema”.

Il capogruppo di Sì – Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, ha annunciato voto favorevole così come il consigliere della Lega Nord Marco Casucci.

Valentina Vadi (Pd)

“Prendo atto con soddisfazione del sopralluogo con il sindaco di Terranuova Bracciolini che l’assessore mi auguro svolgerà a breve, bene sapere dei rilievi continui da parte di Arpat, per quanto riguarda l’indagine epidemiologica mi fa piacere che ci sarà un’attenzione degli Istituti Regionali e che la Regione mostri di prendere a cuore le criticità per dare risposte a cittadini e sindaci. Va ricordato che il Valdarno ha fatto tanto sul tema dei rifiuti, nel tempo ha anche accolto, secondo un principio di solidarietà, rifiuti extraregionali. Negli ultimi mesi si è assistito alla mobilitazione di un intero territorio su questo tema, per questo mi auguro che nel futuro saranno prese a cuore le criticità del Valdarno.” Così Valentina Vadi, consigliere regionale Pd, dopo che Federica Fratoni, assessore regionale all’ Ambiente e difesa del suolo, ha risposto in aula a una sua interrogazione scritta sulla vicenda.

Rispondendo all’interrogazione – spiega Vadi – l’assessore ha precisato che il settore bonifiche, autorizzazioni rifiuti ed energetiche della Regione Toscana ha già sollecitato la società CSAI, ad intervenire per gli aspetti relativi alle maleodoranze, attraverso l'immediata applicazione di provvedimenti e proposte di miglioramento indicate da ARPAT al fine di contenere queste emissioni. ARPAT inoltre esegue come previsto ogni anno le verifiche e i controlli previsti nel cosiddetto “Piano di monitoraggio e Controllo”, che è parte integrante dell'atto autorizzativo a queste verifiche. Compresi in questo piano ci sono sia la parte ispettiva vera e propria che la parte di campionamenti e monitoraggio delle varie matrici ambientali. Visto però che la criticità principale dell'impianto è senza dubbio l'impatto odorigeno che questo produce, l’assessore ha precisato – prosegue Vadi – come ARPAT, per verificare la corretta gestione della discarica, effettua ulteriori sopralluoghi sia sul sito che sul vicino impianto di compostaggio. Per quanto riguarda la richiesta d’indagine epidemiologica, le nuove linee d’indirizzo del programma di attività dell’ARS per il 2018, approvato oggi in aula, prevede proprio questa fattispecie e mi auguro quindi potranno essere presto attivate. Sulla chiusura della discarica – conclude Vadi – l’assessore ha confermato che la Regione si è impegnata in un'opera di razionalizzazione che porterà alla diminuzione del numero di discariche valutando le richieste che arrivano dal Valdarno.

Società Partecipate: approvato il piano straordinario di razionalizzazione

Approvata a maggioranza la proposta di delibera che rivede e adotta il Piano di razionalizzazione delle società partecipate dalla Regione, alla luce delle nuove disposizioni introdotte dal Testo unico in materia e del decreto correttivo. Il piano è stato illustrato in aula dal presidente della commissione Affari istituzionali,Giacomo Bugliani (Pd). Bugliani ha spiegato che il provvedimento di ricognizione verifica il possesso dei requisiti per individuare le partecipazioni che devono essere alienate, e le azioni da intraprendere per procedere ad una razionalizzazione del portafoglio delle società partecipate dall’ente. Per ogni società partecipata direttamente o indirettamente dalla Regione Toscana viene analizzata la coerenza con gli articoli del Testo unico, sebbene la scelta di acquisire le relative partecipazioni, attualmente presenti nel portafoglio regionale, sia stata dettata da esigenze coerenti ai fini istituzionali e strategici. “Il contenuto del provvedimento di ricognizione – ha detto il consigliere - costituisce l’aggiornamento del Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate adottato dalla Regione con il Defr 2016. L’entrata in vigore del Decreto legislativo 100/2017 ha reso necessario aggiornare il quadro classificatorio contenuto nel piano”. Tra le novità più rilevanti, in particolare per quanto riguarda le società di gestione delle terme, il piano prevede la liquidazione della società di Chianciano, la cessione delle quote per quella di Montecatini e, per quanto attiene la società di quelle di Casciana, in virtù di un emendamento approvato in commissione, “non la cessione delle quote societarie, ma la messa in liquidazione della società stessa, per mantenere la proprietà pubblica dei beni che costituiscono lo stabilimento termale”. Inoltre il piano di razionalizzazione prevede la fusione delle società energetiche in Arrr spa, agenzia regionale recupero risorse.

Infine, per ciò che attiene Fidi Toscana Spa, il piano indica la necessità di una razionalizzazione della società, mediante un piano industriale che dimostri il recupero delle condizioni di equilibrio economico.

L’aula ha anche approvato un ordine del giorno collegato, presentato dal gruppo Pd (primo firmatario Marco Niccolai), che impegna la Giunta ad attivarsi affinché il compimento del percorso di razionalizzazione delle partecipate che intervengono nelle terme di Montecatini, di Chianciano e di Casciana “non determini ulteriori elementi di criticità nella gestione delle strutture termali interessate e nell’importante indotto ad esse correlato”. Inoltre c’è l’impegno a mettere in atto “azioni finalizzate alla massima tenuta industriale, economica e occupazionale delle suddette realtà, anche favorendo adeguati investimenti da parte degli acquirenti delle azioni” e ad accompagnare “tale percorso con specifiche azioni di promozione turistica e rilancio delle città termali, considerato che in tali territori il settore termale ha una rilevanza fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo economico e sociale”.  Respinto, invece, un ordine del giorno presentato da M5S.

Gabriele Bianchi (M5S) ha definito l’atto “un piano di deroghe, frutto di continui aggiornamenti in corso”. La riforma Madia, ha spiegato, prevede il mantenimento delle partecipate che svolgono funzioni di interesse generale, ma anche una nutrita serie di eccezioni a cui si è fatto ricorso per decidere la non alienazione di molte altre società, come ad esempio Fidi e Toscana aeroporti. “Alla fine si è mantenuto tutto e le uniche realtà intaccate sono le terme – ha concluso Bianchi -, che sono le uniche che hanno alle spalle l’economia di un intero territorio, che così andiamo a devastare. Per questo chiediamo che, a questo punto, siano mantenute anche le partecipate delle terme”.

Claudio Borghi (Lega nord) ha spiegato che “c’è molta confusione sulla questione perdite e utili”. “Se c’è un ente inutile, è senza scopo venderlo perché nessuno lo comprerà mai – ha detto -; al contrario, se un privato lo acquista, è perché prevede di trarne del valore. Dunque bisogna rovesciare la questione, e chiedersi  come tirare fuori valore dalle partecipate che possediamo”. Il caso delle terme, ha proseguito il consigliere, non è chiaro, perché negli ultimi anni la funzione sanitaria ha ceduto il passo al “leisure” e al benessere, su cui si fonda gran parte del business.

Marco Niccolai (Pd) ha illustrato l’ordine del giorno presentato dal Pd, poi approvato, insistendo sul fatto che “le società termali hanno un’evidente e importante ricaduta sui territori interessati, e a noi sta a cuore ribadire che il comparto deve essere seguito con attenzione”.

Secondo Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) “non deve essere difeso il principio aureo delle perdite e degli utili, perché occorre fare un bilanciamento con il perseguimento degli interessi generali in un territorio”. Dunque in questo atto si “mescolano scelte condivisibili e altre non condivisibili, dato che la Giunta si è limitata a un lavoro puramente tecnico”. Per quanto riguarda le terme Fattori ha sottolineato come “la dismissione privi la Regione Toscana  dell’opportunità di rilanciare il settore con una strategia innovativa, visto che noi pensiamo che il termalismo sanitario sia fondamentale, e tendenze come quelle in atto negli Usa lo confermano”.

Infine l’assessore regionale Federica Fratoni ha replicato che “per quanto riguarda le terme la razionalizzazione della Regione Toscana non è una dismissione. Anche nel caso di Montecatini, dove è in atto una cessione delle quote, siamo consapevoli che le terme rappresentano la città e poniamo paletti precisi. La privatizzazione deve accompagnarsi a un processo di rilancio”.

Grandi Opere: ok a risoluzione Pd in Consiglio regionale

Pieno sostegno e totale condivisione dell’operato della Giunta regionale sulle grandi opere infrastrutturali della Toscana, ovvero il nodo AV di Firenze e la stazione Foster, il potenziamento dell’autostrada A1 e A11, il potenziamento dell’aeroporto di Peretola e le dotazioni impiantistiche di smaltimento rifiuti nella piana fiorentina. L’impegno a proseguire quanto intrapreso per portare a termine i procedimenti di valutazione e autorizzativi e andare avanti quindi sulla realizzazione di queste infrastrutture. La richiesta di conferire periodicamente, infine, presso la IV commissione consiliare in merito allo stato dell’arte di queste procedure. È ciò che prevede la risoluzione promossa dal gruppo Pd collegata alla comunicazione della Giunta, svolta durante la scorsa seduta dall’assessore a Infrastrutture e Trasporti Vincenzo Ceccarelli, “ in merito alle procedure di valutazione ambientale e autorizzative sia sulle grandi opere infrastrutturali, sia sulle dotazioni impiantistiche per lo smaltimento dei rifiuti nella Piana Fiorentina”, che ha avuto via libera dall’assemblea toscana. A illustrare l’atto in aula Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente IV  commissione Ambiente, trasporti e infrastrutture. “Abbiamo voluto ribadire con questo atto tutto il nostro sostegno alla Giunta regionale in merito alle grandi opere che la Toscana attende. – ha spiegato Baccelli – Gli assessori Ceccarelli e Fratoni sono in prima linea per monitorarne l’evoluzione e seguire gli iter autorizzativi, come rientra nelle loro competenze. Sono stati loro a fornirci un’analisi puntuale dei vari stati di avanzamento, sia per quanto riguarda le terze corsie di A1 e A11, che per l’aeroporto di Firenze, il nodo Tav, le dotazioni impiantistiche di smaltimento rifiuti. Rapporti, quelli espressi via via dalla Regione, che non rappresentano unicamente l’espletamento delle proprie funzioni, ma consistono in ragionamenti precisi e puntuali; non un mero assenso ma pareri favorevoli che al loro interno hanno presentato precise prescrizioni, osservazioni che vincolano a interventi di mitigazione ambientale e di sicurezza idraulica, perché le grandi opere devono sempre rispettare le esigenze del territorio che li andrà a ospitare. Invitiamo quindi la Giunta a andare avanti, il gruppo Pd c’è e ci sarà, compatto e convinto, pronto a offrire stimoli e sostegni, in un percorso necessario a rendere la Toscana una regione ancor più competitiva, sempre tenendo conto del necessario equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e tutela dell’ambiente”.

Proseguire nel proprio impegno, in tutte le sedi istituzionali, politiche e tecniche, affinché i procedimenti di valutazione e autorizzativi siano portati a compimento in funzione della realizzazione delle opere infrastrutturali programmate; informare periodicamente la competente Commissione consiliare in merito allo stato dell’arte delle grandi opere infrastrutturali che vedono, a diverso titolo, coinvolta la Regione indipendentemente dalla

titolarità delle competenze in materia di Via (Valutazione d’impatto ambientale) e autorizzazione.

Questi gli impegni rivolti alla Giunta e contenuti in una proposta di risoluzione presentata dal gruppo Pd, primo firmatario il presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli, e collegate alla Comunicazione della Giunta dello scorso 11 ottobre, in merito “Alle procedure di valutazione ambientale cd autorizzative sia sulle grandi opere infrastrutturali, sia sulle dotazioni impiantistiche per lo smaltimento dei rifiuti della piana fiorentina”.

Nel testo, approvato a maggioranza, si condivide l’operato della Giunta per quanto attiene gli adempimenti di propria competenza in merito al complesso di procedure di valutazione ambientale e autorizzative relative sia alle grandi opere infrastrutturali richiamate nella comunicazione resa al Consiglio lo scorso 11 ottobre, sia alle dotazioni impiantistiche per lo smaltimento dei rifiuti della piana fiorentina.

L’Aula ha approvato, sempre a maggioranza, anche la proposta di risoluzione presentata dal Gruppo Sì – Toscana a sinistra per “Valutare di ricorrere alla Corte costituzionale, così come fatto da altre regioni, e comunque sollevare in sede governativa la necessità urgente di una revisione della recente normativa Via (Valutazione d’impatto ambientale)”.

Nel testo si spiega che la revisione deve essere volta a garantire la corretta valutazione degli effetti ambientali delle opere, evitando che lo Stato diventi arbitro dell’intero procedimento, esautorando la Regione dall’incidere nell’adozione di provvedimenti che hanno un elevato impatto sulle comunità territoriali di riferimento.

Il Consiglio regionale ha quindi respinto gli altri atti iscritti all’ordine del giorno: una proposta di risoluzione presentata da Sì – Toscana a sinistra e cinque atti del Movimento 5 stelle. (f.cio)

La proposta di risoluzione di Sì – Toscana a sinistra

Nel dispositivo si chiedevano impegni per “Richiedere a Rfi la presentazione di uno studio di fattibilità di un attraversamento totalmente in superficie dell’Alta velocità di Firenze, compatibile con il pieno sviluppo del servizio ferroviario metropolitano, da mettere a confronto con il progetto che prevede il sottoattraversamento e la nuova stazione Foster; promuovere un percorso di confronto pubblico e di progettazione partecipata, in modo da assumere decisioni il più possibile condivise e partecipate rispetto al trasporto ferroviario del nodo fiorentino; fornire risposta a tutte le considerazioni tecniche sulla sottostima delle criticità e i relativi reali pericoli per gli edifici coinvolti. Nel testo si rileva che realizzare una nuova stazione e scavare un tunnel sotterraneo per far fronte ad un numero esiguo di treni Av al giorno, è una scelta illogica e insostenibile anche alla luce di analisi costi/benefici e dei rischi connessi agli scavi. La scelta alternativa che prevede un attraversamento totalmente in superficie, si legge ancora nel documento, risulta compatibile con il pieno sviluppo del servizio ferroviario metropolitano.

Le proposte di risoluzione del Movimento 5 stelle bocciate dall’Aula

Gli atti presentati dal Movimento 5 stelle

1)  Attivarsi in tutte le sedi istituzionali competenti per richiedere a Rfi una specifica analisi del progetto presentato dall’Università di Firenze, così da rendere possibile una comparazione tecnica ed economica tra i due progetti interenti l’Alta Velocità a Firenze. Nel testo si ricorda che l’ateneo fiorentino ha presentato un progetto alternativo per attraversare la città in superficie, impegnando risorse pubbliche in termini enormemente inferiori a quelle ipotizzate per il sottoattraversamento ed evitando l’insorgere di problemi ambientali ancora non completamente conosciuti. Viene inoltre rilevato come l’opera interessi un numero esiguo di treni e che anche lo stesso amministratore delegato di Ferrovie abbia affermato che dalla galleria Av di Firenze sarebbero passati la metà dei treni che oggi vanno in cintura, cioè quelli passanti che collegano Roma e Milano senza fermarsi a Firenze e quelli per Venezia e Brescia con fermata a Campo Marte.

2) Richiedere ad Arpat, Irpet e Arrr di formulare, entro sei mesi, gli scenari impiantistici in base allo sviluppo sull’economia circolare nella nostra regione. In particolare elaborare e riferire in commissione Ambiente, prospetti e dati sulla gestione dei rifiuti in base all’estensione della raccolta differenziata, valutando le diverse tecniche a partire dal porta a porta e alle azioni di riduzione della produzione di rifiuti, prevedendo diversi scenari in base a diversi obiettivi previsti dalla normativa europea e nazionale. Nel testo si ricorda che la programmazione regionale è fortemente criticata soprattutto perché i dati riportati non dimostrano oggettivamente la necessità di nuovi impianti di incenerimento in Toscana, qualora venisse rispettata la normativa vigente sia nazionale sia europea.

3)  Predisporre uno specifico studio finalizzato a definire le stime sul traffico veicolare così da sollecitare, in sede di conferenza di servizio, eventuali correzioni al progetto; valutare, insieme al Comune di Firenze, un intervento infrastrutturale finalizzato a superare l’evidente strozzatura in ingresso e in uscita dall’autostrada A11 – Firenze Pistoia così da superare il progetto di realizzazione della terza corsia. Nel testo si ricorda che l’effettiva necessità di realizzare la terza corsia è in dubbio, viste le stime di traffico veicolare che non corrispondo più a quelle ipotizzate quando si pensava alla favorevole crescita del trasporto su gomma.

4)  Ricorrere alla Corte Costituzionale per rendere armonica la normativa nazionale con la direttiva europea 52/2014 (la nuova disposizione sulla Valutazione di impatto ambientale) e per tutelare la competenza legislativa ed organizzativa della Regione. Nel testo si ricorda che almeno otto Regioni hanno già avviato ricorsi per violazione della competenza legislativa e d organizzativa.

5)  Attivarsi in tutte le sedi istituzionali competenti, ma anche e soprattutto all’interno degli organi societari di Toscana Aeroporti, per ritirare l’attuale progetto “Aeroporto Firenze Master Plan 2014-2019 nei Comuni di Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Signa” proposto da Enac, e per promuovere, in tempi rapidi, un progetto definitivo pienamente armonico con il Pit (Piano di indirizzo territoriale), sia per quanto riguarda le caratteristiche della pista, sia per le procedure inerenti il dibattito pubblico.

Sanità: ok unanime del Consiglio alla risoluzione Pd con gli indirizzi all’Agenzia regionale per  il 2018

Approvata dall’aula una proposta di risoluzione, che contiene le indicazioni per l’approvazione di specifici indirizzi per l’elaborazione del programma di attività dell’Agenzia regionale di sanità (Ars). Come ha spiegato il presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli (Pd), illustrando l’atto in Consiglio, la risoluzione impegna la Giunta a integrare la propria delibera con alcune linee di attività: il monitoraggio delle risorse professionali del Servizio sanitario regionale e della relativa transizione demografica in corso; i profili di salute dei comuni toscani in riferimento alle loro eventuali criticità ambientali, il supporto al progetto “Esperienze compartecipate e sistemi locali di salute mentale”; il monitoraggio e la valutazione della qualità del dato sanitario e dei flussi informativi. Scaramelli ha spiegato che sono state accolte le richieste provenienti da vari commissari, nell’ottica di arrivare a una proposta unanimemente condivisa. “Il ruolo dell’Ars – ha ricordato – è quello di fornire, con la sua autonomia e la sua terzietà, dati e studi in merito allo stato di salute dei cittadini toscani al fine di consentire alle forze politiche di esprimersi in modo oggettivo”.

Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), ricordando la sua richiesta di avere un monitoraggio su alcune questioni, fra cui la salute mentale e la raccolta dei dati sanitari dei flussi informativi, ha criticato il fatto che “la Giunta abbia scritto il programma senza attendere gli indirizzi del Consiglio, come previsto dalla legge 40”.

Anche Andrea Quartini (M5S) si è lamentato “dei tempi stretti in cui il Consiglio è stato chiamato ad esprimersi, per porre rimedio a un atto fatto dalla Giunta senza rispettare i termini previsti dalla legge. Dobbiamo riaffermare la sovranità del Consiglio”. Quartini ha posto poi l’accento su alcuni questioni da approfondire, come una valutazione sull’intensità di cura e una valutazione sull’impatto epidemiologico delle disabilità.

Enrico Sostegni (Pd) ha ricordato che l’Ars è “comunque a disposizione di tutti i consiglieri per effettuare approfondimenti quando richiesto” e che la delibera di Giunta in realtà specifica che l’allegato viene sottoposto alla valutazione del Consiglio regionale in vista dell’approvazione degli indirizzi.

Anche Paolo Bambagioni (Pd) ha sottolineato come l’Agenzia sia a disposizione di tutti i consiglieri, invitando comunque la Giunta “a dimostrare una maggiore sensibilità”, quando si tratta di prerogative del Consiglio.

Disabili: commissione Sanità stenderà un testo condiviso su atti a favore della mobilità

Una proposta di legge che preveda interventi a favore della mobilità delle persone disabili dovrà essere elaborata, in maniera condivisa tra i gruppi in commissione Sanità e dovrà essere ripresentata in aula entro la metà di novembre. Lo ha deciso l’aula in fase di dibattito sulla proposta di legge “Interventi atti a favorire la mobilità individuale e l’autonomia personale delle persone disabili”, presentata dal consigliere di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. Donzelli si è detto disponibile a rinviare l’atto in Commissione per arrivare a un testo condiviso.

Camp Darby: Approvata la mozione che impegna la giunta a rilanciare il dibattito e coinvolgere anche il Governo nazionale

La base militare statunitense di Camp Derby è una presenza consolidata sul territorio da oltre sessanta anni e nel tempo ha avuto un impatto importante anche sotto il profilo economico ed occupazionale. La politica Usa negli ultimi anni muove verso una riorganizzazione della presenza militare in Europa, infatti la base toscana ha già subito un notevole ridimensionamento divenendo di fatto una guarnigione “satellite” della base di Vicenza. Camp Darby nacque in uno scenario geopolitico in cui il mondo era diviso in due grandi blocchi che facevano capo da un lato agli Usa e dall’altro all’Urss e l’Italia era la frontiera avanzata dell’occidente; con la caduta del muro di Berlino questo scenario non esiste più, i mutamenti delle relazioni internazionali stanno tracciando un quadro in cui l’Europa dovrebbe avere un ruolo più forte, incisivo ed autonomo.

“A questo punto dobbiamo chiederci: quali sono le reali prospettive della base di Camp Darby? E dobbiamo lavorare per trovare la risposta insieme, enti locali, Regione e Governo – spiega Andrea Pieroni, consigliere regionale PD –. Ho deciso, anche raccogliendo le sollecitazioni locali ed in particolare l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Pisa nel giugno 2017, di porre nuovamente l’attenzione della giunta regionale sull’argomento, perché sono convinto sia importante avviare presto un percorso di confronto per capire, conoscere e verificare quale sia la prospettiva e se sia da considerarsi ancora attuale e necessaria la presenza della Base Americana di Camp Darby.”.

In particolare, la mozione di Pieroni, sottoscritta anche dalla capogruppo di Mdp Serena Spinelli e approvata a maggioranza dall’aula del Consiglio regionale, impegna la giunta regionale a mettere in atto tutte le iniziative possibili nei riguardi del Governo nazionale al fine di: comprendere quali siano le reali prospettive operative dell’insediamento militare di Camp Darby nell’ambito di uno scenario internazionale in rapida evoluzione; e rilanciare un dibattito e un confronto tra le istituzioni locali in relazione all’ avvio certo di un percorso, per anni auspicato, di graduale ritorno dell’area di Camp Darby nella disponibilità dell’Italia e delle comunità del territorio.

“Le motivazioni che mi hanno spinto a proporre questo atto – prosegue Pieroni – sono molteplici: innanzitutto, definire le prospettive di Camp Darby è importante per avere un quadro più chiaro possibile del futuro dei civili impiegati nella base, che ad oggi sono circa 400; poi perché la scadenza prevista dal piano di riorganizzazione Usa entro la quale decine di ettari di superficie torneranno sotto il controllo italiano è fissata per il 2019 e non è dunque poi così lontana; infine, perché auspico che la realizzazione del progetto del nuovo tratto ferroviario, da Tombolo alla base, sia portata avanti guardando alla sicurezza della mobilità, ma anche con un chiaro piano per il futuro”.

“Ma – conclude Pieroni - oltreché occuparsi del progetto che riguarda la realizzazione della ferrovia, è importante dunque interrogarsi su quale sia, oggi, la reale funzione della base di Camp Darby nel nuovo scenario internazionale. Perché interessarsi del progetto considerandone solo l’impatto ambientale e non il resto, come ha fatto qualcuno nei giorni scorsi, è un po’ fare come chi si ferma a guardare il dito senza accorgersi che punta alla luna”.

Licenziamenti Sannini Spa: approvata mozione di Articolo UNO - Mdp

"Siamo di fronte a un duro colpo per la comunità chiantigiana e a un'altra grave perdita nel quadro dell’imprenditoria locale del settore del cotto fiorentino, che dal 2012 al 2016 ha perso oltre 200 occupati. Nonostante i tentativi fatti, anche in sede istituzionale, per trovare alternative ai licenziamenti e soggetti esterni interessati al proseguimento dell'attività, l'azienda Sannini Spa, fondata nel 1910 e da qualche mese posta in liquidazione per cessazione dell'attività, ha annunciato l'avvio delle procedure di licenziamento collettivo per tutti i 40 dipendenti, a quali va la massima solidarietà e vicinanza" - dichiara Serena Spinelli, capogruppo di Articolo UNO - Mdp in Consiglio regionale della Toscana, che ha presentato in Aula, durante la seduta odiena, una mozione urgente in merito.

"Stamani in Regione si è svolto un incontro con le rappresentanze sindacali e il liquidatore dell'azienda, che ha manifestato la disponibilità a venire incontro alle richieste delle rappresentanze sindacali, che come Articolo Uno sosteniamo, riguardo a soluzioni di sostegno al reddito e per la ricollocazione dei lavoratori. Da parte della Regione Toscana c'è l'impegno ad organizzare a breve un nuovo incontro tra le parti per valutare le proposte che l'azienda si è impegnata a formalizzare nei prossimi giorni". - aggiunge la consigliera regionale Serena Spinelli (Art.1-Mdp).

"Siamo di fronte a un fatto, e soprattutto a una tendenza, che richiedono una riflessione in prospettiva futura per il rilancio del settore. Per questo, con la mozione che ho presentato, oltre all'impegno a favorire il proseguimento del confronto tra le rappresentanze sindacali e l'azienda riguardo al percorso di liquidazione volontaria, chiedo alla Giunta regionale di farsi promotrice di un'azione condivisa per il rilancio del settore del cotto, anche coinvolgendo in azioni di rete l’imprenditoria e la cooperazione locale, in parallelo con la ricerca di soggetti e capitali esterni, per la definizione di un progetto d’insieme e di soluzioni strategiche. Solo così si potrà evitare, oltre che ulteriori ripercussioni occupazionali, la dispersione del patrimonio di tradizione e di competenze, elementi su cui invece l'imprenditoria locale deve riuscire a far leva per uscire dalla crisi, come quelli rappresentati dall’attività manifatturiera del cotto chiantigiano e fiorentino" - conclude la capogruppo di Articolo Uno - Mdp.

Pari opportunità: Nardini (PD): “La violenza si combatte con l’educazione, bene l’iniziativa della Regione”

“Educare al rispetto e alla parità è il primo passo per combattere violenza e stereotipi. Esprimo un sincero plauso per l’accordo presentato dalla Vicepresidente Barni tra Regione e Università: stimolare studentesse e studenti a riflettere su tema tanto delicato quanto attuale come questo è davvero importante. Non è facile abbattere gli stereotipi che ancora persistono, purtroppo, e che relegano la donna in uno storico rapporto diseguale rispetto all'uomo, un rapporto di inferiorità e nei quali affonda le radici di il drammatico fenomeno della violenza di genere.  La nostra Regione è da sempre attenta ed impegnata sul tema e questa  nuova  iniziativa lo conferma; il mio auspicio è quello che tutte le amministrazioni del territorio ne seguano  l'esempio,  augurandomi lo facciano anche quelle che pensano di sconfiggere la violenza contro le donne con uno spray al peperoncino. È solo attraverso una profonda azione culturale, che educhi al rispetto e alla parità, a partire dalle giovani generazioni, che possiamo sconfiggere discriminazioni e violenza, non mi stancherò mai di dirlo”. Così la Consigliera Regionale Alessandra Nardini commentando la notizia del concorso  per l'attribuzione di premi per tesi di laurea magistrale e pubblicazioni scientifiche in materia di analisi e contrasto degli stereotipi di genere.

Fonte: Consiglio Regionale

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