La depurazione idrica in Italia: a Palazzo Medici Riccardi il convegno nazionale

Palazzo Medici Riccardi a Firenze

Si è svolto stamani alla Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, un importante convegno nazionale sulla depurazione idrica, alla presenza di oltre un centinaio di persone (nella maggior parte tecnici del settore, amministratori e ricercatori universitari). Dalle relazioni sono emerse grandi prospettive di sviluppo per il comparto, con interessanti spunti sull’implementazione di nuove tecniche di depurazione (es. fitodepurazione) e nuove strategie di riciclo dei fanghi derivati.

Secondo i dati raccolti da Goletta Verde nel 2016 il 50% dei campioni è risultato con cariche batteriche elevate, specie in prossimità di foci, fossi e canali. Anche se in Toscana la situazione è senza dubbio meno critica, per quanto ARPAT riporti nell’annuario dei dati ambientali 2016, su un totale di 200 impianti controllati, 39 casi di irregolarità, il fatto è che come sistema Paese siamo in ritardo colpevole. Questo gap, suggellato da procedure d’infrazione UE già avviate e ben due sentenze della Corte di Giustizia europea già emesse, potrebbe essere trasformato in opportunità per riqualificare o costruire ex novo impianti, facendoli diventare luoghi di produzione. Ricerca e sviluppo di sistemi innovativi di depurazione, maggior diffusione della fitodepurazione, riutilizzo di acque reflue con reinserimento in una catena di valore, possono essere infatti tutti elementi strategici per una nuova economia circolare – lo dichiara Giorgio Zampetti, Responsabile Scientifico Nazionale di Legambiente.

“La depurazione rappresenta per noi una delle priorità aziendali – dichiara invece Filippo Vannoni, Presidente di Publiacqua – Lo è stata in passato. Lo sarà ancor di più in futuro. Penso ad esempio al tema del riuso dell’acqua, assolutamente strategico e decisivo per la gestione del Servizio. L’impegno per la sostenibilità ambientale, d’altra parte, fa ormai parte del nostro bagaglio culturale ed è per questo che l’iniziativa promossa oggi da Legambiente è per noi un momento assai prezioso di confronto”.

La depurazione dei reflui è un’attività di importanza strategica per Nuove Acque tanto quanto lo sono la potabilizzazione e la distribuzione della risorsa idrica. Si tratta di un’attività che non ha un impatto evidente sul comune sentire della cittadinanza, ma che indubbiamente incide in maniera significativa sul rispetto e la difesa dell’ecosistema in cui ci muoviamo. Nuove Acque monitora costantemente il quantitativo dei reflui influenti ed effluenti dei suoi 75 impianti di depurazione e ogni anno destina oltre 7000 tonnellate per il recupero, la trasformazione in compost per l’agricoltura e solo in ultima istanza per lo smaltimento diretto. Nel corso degli anni, abbiamo adottato e seguito i principi dell'economia circolare, investendo nell’ammodernamento degli impianti e dei processi di depurazione per ottimizzare la gestione dei fanghi e diminuirne, ove possibile, la produzione complessiva – lo dichiara Francesca Menabuoni, Amministratore Delegato di Nuove Acque.

Il percorso sinergico avviato ha permesso, dal 2003 ad oggi, di procedere a grandi passi verso la realizzazione di un servizio di depurazione strutturalmente adeguato ed efficiente in tutto il territorio regionale, con conseguente riduzione degli stress sulle differenti matrici ambientali. Al fine di individuare le azioni correttive effettivamente mirate al conseguimento degli obiettivi, l’Autorità Idrica Pugliese, partendo da un’analisi delle criticità presenti a livelli di singolo impianto, ha identificato gli interventi da inserire nell’attuale ciclo di programmazione e ha stimato il fabbisogno residuo nonché i nuovi obiettivi da raggiungere nel futuro orizzonte temporale di pianificazione. Si tratta di un percorso ancora in atto ed in evoluzione, che troverà compimento in fase di redazione del nuovo Piano d’Ambito – dichiara infine Nicola Giorgino, Presidente dell’Autorità Idrica Pugliese.

 

Fonte: Legambiente

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