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Due lavoratrici non pagate a Borgo a Buggiano, Filcams Cgil: "Comportamenti da padre padrone"

Umberto Marchi della Filcams Cgil

"Ci sembra strano che una società cerchi personale da assumere per la propria attività per poi non pagarlo, ma è quanto accaduto a due ragazze, ex dipendenti dI una caffetteria, pizzeria e forno di Borgo a Buggiano.

Umberto Marchi della Filcams CGIL ha avuto nei mesi scorsi due lavoratrici che contattate da questa società che gli proponeva un lavoro da barman, hanno accettato, ma purtroppo i pagamenti degli stipendi non arrivavano mettendo i difficoltà il personale e dopo un po' di tempo e di sopportazione, le due ragazze si sono rivolte alla Filcams CGIL di Montecatini Terme, dove sono state prese in carico cercando di recuperare gli stipendi arretrati.

Ci abbiamo messo del tempo per ottenerli, abbiamo chiamato lo studio di consulenza della società e la stessa società, cercando di avere informazioni nell’intento di raggiungere un accordo che potesse far entrare in possesso le due lavoratrici dei loro stipendi.

Recuperati gli stipendi arretrati, è stato richiesto sempre per le due ragazze, il pagamento degli assegni nucleo familiare, è stata approntata la pratica e inviata alla ditta per predisporre i bonifici, la società all'inizio ha tergiversato affermando la loro non competenza al pagamento, ma poi dopo vari colloqui, ha dato parere positivo, cosa che non poteva essere diversamente.

All'inizio la documentazione è stata fatta più volte, sembrava non andasse bene almeno per una delle due ex dipendenti e noi per evitare scontri e pur di cercare soluzioni atte all'ottenimento di quanto avevano diritto le nostre assistite, abbiamo fatto quanto richiesto.

Quando tutto era pronto, la società ci fa sapere che a causa del loro precario stato di salute societario, avrebbe erogato le cifre previste in due trance e anche qui nessuna opposizione, bastava concludere positivamente.

L'11 settembre la prima tranche, la titolare della società si presenta come concordato nel nostro ufficio, con la metà dei soldi che deve dare ad una delle due lavoratrici, chiediamo spiegazioni per l'altra e ci viene risposto che non aveva il conto preciso di quanto spettante, avrebbe pertanto pagato tramite bonifico bancario nei giorni a seguire, conoscendo la società, figurarsi se ci mettevamo di traverso, quindi si rimase nell'attesa dell'altro pagamento, che oltre a non esserci mai stato, la titolare si è pure resa irreperibile, infatti, da quel giorno è sparita, non rispondendo più al telefono, a messaggi e a mail.

Il 21 settembre abbiamo quindi scritto al consulente chiedendo aiuto e collaborazione, ma ha fatto finta di non capire fornendoci informazioni non richieste, quindi abbiamo comunicato che eravamo costretti ad agire e la risposta del consulente ci ha lasciato senza parole: “fate come ritenete più opportuno”.

Solitamente c’è collaborazione ma in questo caso niente, ad ogni modo abbiamo voluto attendere per cercare di recuperare quanto dovuto facendo trascorrere un po' di tempo, ma visto che la latitanza continua ancora oggi, abbiamo suggerito alle ragazze di andare all'Ispettorato dell'INPS a presentare regolare denuncia per non aver percepito i soldi degli assegni familiari.

Oltre a dispiacerci di una situazione che si è venuta a creare nel nostro territorio, vogliamo sollecitare l'Ispettorato dell'INPS a fare i dovuti controlli e luce in questa società, poiché il comportamento messo in atto ai danni delle nostre assistite è palese. Non può passare il concetto che a causa di problemi economici, le società non pagano i lavoratori degli assegni familiari, che tra l'altro non sono neppure soldi loro e ci sembra pure illogico, che esistano ancora società che intendono gestire situazioni da padre/padrone e non da serio datore di lavoro, riteniamo ancora una volta che il lavoratore debba essere rispettato, se questo ha i suoi diritti, lavora bene rendendo e la società ne trae il giusto profitto, nel nostro caso, abbiamo tutt’altro e le persone per far valere i propri diritti devono gioco forza passare da vertenze".

Umberto Marchi, Filcams Cgil

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