'La rabbia che mi fa': a Cascina la performance conclusiva di Liberi Di

Ieri, 15 Ottobre,alle ore 17.00, nella splendida cornice del Bed & breakfast Il Giardino della Pieve di San Casciano (Cascina), davanti ad un folto ed attento pubblico, il gruppo di cittadini e cittadine LIBERI DI… ha presentato "LA RABBIA CHE MI FA" performance conclusiva del laboratorio teatrale condotto da Fabrizio Cassanelli e Letizia Pardi.

In scena Miriam Celoni, Davide Cilibrasi, Leila D'Angelo, Maria Patrizia De Cristofaro, Sara Fagni, Antonio Ferazzoli, Maria Emilia Garruto, Albertina Gasparoni, Massimina Gigante, Patrizia Gigante, Roberto Lenzi, Marcello Morelli, Nadia Scarpellini, Filippo Zucchelli. collaborazione tecnica Raffaele Natale

La rabbia che mi fa è una sorta di rito laico, un gioco di parole e di corpi per raccontare di pregiudizi, di discriminazioni, di razzismi e di stereotipi, elementi che sembrano oggi caratterizzare sempre di più i comportamenti sociali e il linguaggio di un numero crescente di persone. La rabbia che mi fa è un'occasione per riflettere su una società che si sta imbarbarendo e sulla necessità di ritrovare valori comuni quali la responsabilità, l'ascolto e l'attenzione verso chi è più fragile. Una performance di teatro per incoraggiare con forza i processi di inclusione e di crescita culturale e per ribadire ancora una volta che il teatro è per eccellenza uno spazio di libertà.

Liberi di… è un gruppo di cittadini e cittadine nato nel 2014 da un progetto di formazione teatrale diretto da Letizia Pardi e Fabrizio Cassanelli ex componenti del nucleo artistico storico della Fondazione Sipario Toscana /La città del teatro. Le mutate condizioni politiche del territorio cascinese e le ripercussioni anche all'interno del teatro, hanno evidenziato da subito azioni e pensieri inconciliabili con i valori sostenuti dal gruppo che ha così cercato e trovato ospitalità in altri spazi del territorio.

Liberi di… ha scelto le potenzialità del teatro per raccontare quelle "buone rabbie" che si traducono in una sana capacità di indignarsi contro il degrado, la violazione dei diritti e contro la violenza e l'arroganza che ci circonda. Un'esperienza a più voci che reclama con leggerezza e fermezza il bisogno collettivo di nuove forme di convivenza civile.

Fonte: Ufficio Stampa

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